Fumetti Horror Archivi - Horror d'Elite https://horrordelite.art/category/fumetti/fumetti-horror/ Il meglio del mondo Horror e dintorni Wed, 05 Feb 2025 14:08:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://i0.wp.com/horrordelite.art/wp-content/uploads/2024/12/cropped-HdE-Favicon-BlackShadow-2-png.webp?fit=32%2C32&ssl=1 Fumetti Horror Archivi - Horror d'Elite https://horrordelite.art/category/fumetti/fumetti-horror/ 32 32 203999331 Splatter https://horrordelite.art/splatter/ https://horrordelite.art/splatter/#respond Wed, 05 Feb 2025 13:34:18 +0000 https://horrordelite.art/?p=46218 Splatter è stata una rivista antologica di fumetti e rubriche pubblicata in Italia dalla ACME dal 1989 al 1991. Fin dal suo esordio, la rivista ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati del genere horror, con una particolare attenzione al sottogenere splatter, che si distingue per la presenza di contenuti espliciti, violenti e disturbanti. Il suo impatto sulla scena fumettistica italiana è stato profondo, influenzando sia le generazioni di autori dell'epoca che quelle successive.

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Splatter è stata una rivista antologica di fumetti e rubriche pubblicata in Italia dalla ACME dal 1989 al 1991. Fin dal suo esordio, la rivista ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per gli appassionati del genere horror, con una particolare attenzione al sottogenere splatter, che si distingue per la presenza di contenuti espliciti, violenti e disturbanti. Il suo impatto sulla scena fumettistica italiana è stato profondo, influenzando sia le generazioni di autori dell’epoca che quelle successive.

Splatter ha ospitato una vasta gamma di storie a fumetti, molte delle quali autoconclusive, realizzate da alcuni dei più importanti e innovativi fumettisti italiani degli anni ’80 e ’90. Tra gli autori di rilievo che hanno contribuito alla rivista, spiccano nomi come Attilio Micheluzzi, Abuli, Jordi Bernet, Antonio Segura e Silver. La qualità delle storie e delle illustrazioni era garantita da questi talentuosi artisti, che hanno saputo esplorare e reinterpretare il genere horror in modi sempre nuovi e sorprendenti. La rivista ha inoltre dato spazio a molti esordienti che, con il tempo, sono diventati veri e propri protagonisti del fumetto italiano, come Paolo Di Orazio, Nicola Mari, Bruno Brindisi, Marco Soldi e Germano Bonazzi.

SplatterOltre alle storie a fumetti, Splatter si distingueva per la sua capacità di offrire una panoramica a 360 gradi sull’horror, includendo articoli e rubriche che spaziavano dal cinema alla musica, dalla letteratura alle serie televisive. La rivista analizzava in dettaglio il panorama del cinema horror, con focus particolari sul cinema di genere italiano e internazionale. In aggiunta, trovavano spazio articoli su band e musicisti legati all’estetica gotica e dark, oltre a riflessioni su opere letterarie che esploravano i temi della paura e del soprannaturale. Il tutto arricchito da interviste a personaggi di spicco del mondo del cinema e del fumetto, come Dario Argento, regista iconico del cinema horror italiano, e John Carpenter, maestro indiscusso del cinema di paura internazionale.

Splatter non si limitava ai numeri ordinari, ma pubblicava anche numeri speciali che esploravano aspetti specifici del genere horror. Un esempio significativo è Splatter presenta: I racconti del terrore, una raccolta di racconti illustrati che mettevano in scena storie di paura, suddivise tra autori affermati e nuove promesse del fumetto. Un altro numero speciale che ha segnato la rivista è Splatter presenta: Il cinema dell’orrore, una guida che esplorava in modo approfondito la storia del cinema horror, con un’analisi dei film più influenti, dai classici italiani degli anni ’60 e ’70 fino ai più moderni successi internazionali.

Splatter

Nel corso dei suoi tre anni di vita, Splatter ha raggiunto una notevole popolarità, diventando una pubblicazione cult per gli appassionati del genere horror. La rivista ha rappresentato una vetrina importante per le nuove generazioni di autori e illustratori, molti dei quali sarebbero poi divenuti punti di riferimento nel panorama fumettistico italiano. Al tempo stesso, Splatter ha contribuito a portare l’horror nel fumetto italiano a una visibilità mai avuta prima, unendo elementi di critica sociale, denuncia e riflessione sulle paure collettive. La rivista ha consolidato un pubblico fedele, che la vedeva non solo come una rivista, ma come una vera e propria bibbia dell’orrore.

SplatterDue Numeri Famosi (Con Spoiler)

Uno dei numeri più celebri della rivista è Splatter n. 3, noto soprattutto per la storia a fumetti La casa delle bambole, scritta da Paolo Di Orazio e disegnata da Nicola Mari. Questa storia racconta la discesa nella follia di un uomo che, dopo la morte della moglie, sviluppa un’ossessione morbosa per le bambole, al punto da arrivare a compiere azioni macabre e disturbanti. La narrazione si distingue per il suo trattamento psicologico dei personaggi e per l’atmosfera inquietante che permea l’intera storia. Oltre alla parte fumettistica, questo numero include un’intervista esclusiva con Dario Argento, che offre spunti interessanti sul suo approccio al cinema horror, e un articolo che esplora il cinema horror italiano degli anni ’70, un periodo che ha dato vita ad alcuni dei film più inquietanti di sempre.

Un altro numero fondamentale della rivista è Splatter n. 10, che ospita la storia Il pozzo, scritta da Claudio Chiaverotti e disegnata da Bruno Brindisi. Questa storia si svolge in un piccolo paese, dove un antico pozzo nasconde un oscuro segreto legato a eventi paranormali. La trama si sviluppa lentamente, immergendo il lettore in un’atmosfera di tensione e mistero che culmina in una rivelazione scioccante. Il numero include anche un approfondimento sul cinema horror americano degli anni ’80, un periodo in cui il genere ha raggiunto nuove vette di popolarità e influenza. L’intervista con John Carpenter, uno dei registi più importanti di quegli anni, arricchisce ulteriormente il numero con riflessioni sulla sua carriera e sul suo approccio alla costruzione della tensione.

Splatter

Nonostante la chiusura della rivista nel 1991, Splatter ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del fumetto italiano. La sua capacità di trattare temi controversi e di portare l’horror a un pubblico vasto ha contribuito a sdoganare un genere che fino ad allora aveva avuto poca visibilità nel panorama fumettistico nazionale. Molti degli autori che sono passati dalle sue pagine hanno continuato a fare carriera nel mondo del fumetto, divenendo figure di spicco del settore. Nel 2013, la casa editrice Rizzoli Lizard ha deciso di pubblicare una raccolta antologica che raccoglie il meglio della rivista, un tributo alla sua importanza e al suo ruolo di pioniere nel panorama del fumetto horror italiano. Quest’antologia testimonia la sua influenza e il suo status di cult per gli appassionati di fumetti e horror.

Oltre all’impronta artistica, Splatter ha avuto il merito di rispecchiare un periodo storico e culturale segnato da un crescente interesse per la cultura pop e da un rinnovato amore per il genere horror, che stava vivendo una fase di grande fermento. La rivista non si limitava ad analizzare il fenomeno, ma lo ha anche influenzato, contribuendo a plasmare il modo in cui il pubblico e i critici guardavano all’horror in tutte le sue forme. Questo suo ruolo pionieristico ha fatto sì che, ancora oggi, Splatter venga ricordata come una delle riviste più significative per chi ha vissuto quella stagione, e come un punto di riferimento per chi desidera comprendere le radici di un filone che ha segnato la storia del fumetto e della cultura popolare in Italia.

Splatter

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Il Corvo – Fumetto https://horrordelite.art/il-corvo-fumetto/ https://horrordelite.art/il-corvo-fumetto/#respond Tue, 21 Jan 2025 22:33:38 +0000 https://horrordelite.art/?p=45071 Un classico del dolore
Il Corvo - Fumetto di James O’Barr è molto più di un semplice fumetto, è una lettera d’amore scritta col sangue, un urlo di dolore incastonato nelle tavole nere di un’opera che ha definito l’immaginario gotico degli anni 80. Se stai cercando qualcosa che ti sollevi l’umore, vai altrove, questo è un viaggio nei meandri più oscuri della perdita e della vendetta, con un tocco di eyeliner pesante e poesie strappalacrime.

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Il Corvo - FumettoUn classico del dolore

Il Corvo – Fumetto di James O’Barr è molto più di un semplice fumetto, è una lettera d’amore scritta col sangue, un urlo di dolore incastonato nelle tavole nere di un’opera che ha definito l’immaginario gotico degli anni 80. Se stai cercando qualcosa che ti sollevi l’umore, vai altrove, questo è un viaggio nei meandri più oscuri della perdita e della vendetta, con un tocco di eyeliner pesante e poesie strappalacrime.

La genesi dell’opera

La storia dietro il fumetto è altrettanto tragica quanto quella narrata. James O’Barr scrisse Il Corvo per affrontare la perdita della sua fidanzata, uccisa da un ubriaco al volante. Ogni pagina trasuda dolore autentico, rendendo il fumetto un’opera catartica sia per l’autore che per i lettori. Non sorprende che il tema centrale sia la vendetta, ma non quella spensierata di un action movie, qui ogni colpo inferto è carico di emozione e disperazione.

Il Corvo - FumettoPunk, gotico e poesia visiva

I disegni di O’Barr sono un perfetto riflesso del contenuto. Crudi, intensi e ricchi di dettagli che trasmettono angoscia. Lo stile mescola influenze punk e gotiche, con figure allungate, ombre profonde e un uso drammatico del bianco e nero. Non c’è nulla di superfluo. Ogni tratto serve a intensificare il senso di tragedia. È quasi come guardare una vecchia fotografia, ma intrisa di sangue.

Eric Draven, l’anti-eroe romantico

Eric Draven è il prototipo dell’anti-eroe tragico. Resuscitato da un corvo mistico per vendicare l’omicidio suo e della sua amata Shelly, è un uomo spezzato, consumato dalla rabbia e dalla perdita. Ma dietro il suo lato brutale, Eric è anche un poeta, un’anima sensibile che cita versi malinconici mentre fa strage dei suoi nemici. Un mix perfetto per gli amanti del romanticismo gotico.

Vendetta, dolore e redenzione

La storia è tanto semplice quanto potente, un uomo torna dall’aldilà per vendicarsi di coloro che gli hanno portato via tutto. Tuttavia, ciò che distingue Il Corvo è la profondità emotiva con cui questa vendetta viene narrata. Eric non è un semplice vigilante, ogni suo gesto è una danza di dolore, una manifestazione della sua sofferenza interiore.

La poesia del dolore

Uno degli elementi che rende Il Corvo così unico è l’uso della poesia e delle citazioni. O’Barr intreccia versi malinconici con le scene d’azione, creando un contrasto straziante. Questo aspetto è ciò che ha reso il fumetto un cult tra i lettori che amano il connubio tra filosofia e violenza.

Il Corvo - Fumetto

L’impatto culturale

Pubblicato nel 1988, Il Corvo è diventato un fenomeno di culto, influenzando film, musica e moda. La trasposizione cinematografica del 1994, con Brandon Lee, ha ulteriormente cementato il suo status di icona. Tuttavia, il fumetto originale rimane insuperato per la sua intensità emotiva e la sua crudezza visiva.

Non per tutti

Per quanto Il Corvo sia un capolavoro, non è un’opera priva di difetti. Alcuni potrebbero trovare la narrazione troppo pesante o melodrammatica. E sì, ci sono momenti in cui le citazioni poetiche sfiorano il cliché. Ma è proprio questa sincerità cruda che rende l’opera autentica e immortale.

Un viaggio nel dolore

Il Corvo è un’esperienza più che un fumetto. Ti trascina in un vortice di emozioni oscure, lasciandoti esausto ma trasformato. Non è un’opera che leggi per divertimento, ma per confrontarti con il lato più cupo dell’amore e della perdita. Se sei pronto a guardare nell’abisso, Il Corvo ti aspetta con le ali spiegate.

Il Corvo - Fumetto

SPOILER: La scena più devastante

Un momento indimenticabile è quando Eric rivede i ricordi del suo passato con Shelly. Le tavole in cui lui ricorda il loro ultimo momento insieme, un abbraccio sotto la pioggia, sono spezzate da immagini della brutale aggressione che ha portato alla loro morte. Non c’è pietà per il lettore, O’Barr ti costringe a vivere quel dolore insieme al protagonista…

Il Corvo - Fumetto

E poi c’è la vendetta su Funboy, uno dei carnefici, che Eric uccide con un misto di rabbia e un sadismo che ti fa chiedere chi sia il vero villain in questa storia. Ma noi sappiamo perfettamente chi sono i mostri!

Il Corvo - James O'Barr

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HellBoy https://horrordelite.art/hellboy/ https://horrordelite.art/hellboy/#respond Sun, 19 Jan 2025 07:01:29 +0000 https://horrordelite.art/?p=44735 Mike Mignola è un nome che echeggia nell'universo dei fumetti, sinonimo di atmosfere cupe, creature mostruose e un'estetica inconfondibile. Il suo capolavoro indiscusso è senza dubbio HellBoy, un demone con un cuore d'oro, protagonista di una saga che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.

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Mike Mignola il maestro dell’oscurità, è un nome che echeggia nell’universo dei fumetti, sinonimo di atmosfere cupe, creature mostruose e un’estetica inconfondibile. Il suo capolavoro indiscusso è senza dubbio Hellboy, un demone con un cuore d’oro, protagonista di una saga che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.

Un’estetica unica

Lo stile di Mignola è inconfondibile: linee spesse, chiaroscuri marcati, figure imponenti e un’atmosfera gotica che pervade ogni tavola. Il suo tratto, apparentemente semplice, cela una complessità narrativa e una cura per i dettagli che lo rendono uno dei disegnatori più ammirati del panorama fumettistico.

Hellboy: un antieroe amato

Nato nel 1993, Hellboy è ben più di un semplice demone. È un investigatore dell’occulto, un eroe tormentato dal suo destino e dalle sue origini. La sua storia è intrecciata con quella di un vasto universo mitologico, popolato da creature mostruose, divinità antiche e organizzazioni segrete. Mignola ha saputo creare un mondo ricco e complesso, dove il bene e il male si intrecciano in modo inestricabile.

Oltre Hellboy

Mignola non si è limitato a Hellboy. Ha lavorato su numerosi progetti, dimostrando la sua versatilità e la sua passione per il mondo del fumetto. Tra le sue opere più importanti ricordiamo:

  • B.P.R.D.: Spin-off di Hellboy che approfondisce le vicende del Bureau for Paranormal Research and Defense.
  • Abe Sapien: Un altro personaggio secondario di Hellboy, diventato protagonista di una serie a lui dedicata.
  • Witchfinder: Una miniserie ambientata in un’Inghilterra vittoriana infestata da creature soprannaturali.

L’influenza di Mignola

L’influenza di Mike Mignola sul mondo del fumetto è innegabile. Il suo stile ha ispirato generazioni di artisti e le sue storie hanno aperto le porte a un nuovo modo di concepire il fumetto horror. L’universo di Hellboy è stato adattato in film, videogiochi e romanzi, consolidando il successo di questo personaggio iconico.

Perché leggere Mike Mignola?

Se ami i fumetti horror, gotici e fantasy, le storie avvincenti e i disegni di grande impatto visivo, i fumetti di Mike Mignola sono un must. Le sue opere offrono un’esperienza di lettura unica, capace di affascinare sia i neofiti che i lettori più esperti.

In conclusione

Mike Mignola il maestro dell’oscurità è davvero uno dei maestri indiscussi del fumetto. La sua capacità di creare mondi oscuri e affascinanti, popolati da personaggi indimenticabili, lo ha reso uno degli autori più amati e influenti della sua generazione. Se non avete ancora avuto l’opportunità di leggere le sue opere, vi consiglio caldamente di farlo. Non ve ne pentirete!

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Swamp Thing https://horrordelite.art/swamp-thing/ https://horrordelite.art/swamp-thing/#respond Tue, 14 Jan 2025 21:59:58 +0000 https://horrordelite.art/?p=44351 Swamp Thing è un personaggio iconico dell'universo DC Comics, creato da Len Wein e Bernie Wrightson nel 1971. La sua prima apparizione avvenne in "House of Secrets" n. 92, dove venne presentato come Alex Olsen, uno scienziato trasformato in una creatura mostruosa dopo un tragico incidente. Successivamente, la storia fu rivisitata, introducendo Alec Holland come protagonista principale, uno scienziato che, a seguito di un'esplosione nel suo laboratorio nelle paludi della Louisiana, si trasforma in Swamp Thing, un'entità vegetale con coscienza umana.

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Swamp ThingSwamp Thing è un personaggio iconico dell’universo DC Comics, creato da Len Wein e Bernie Wrightson nel 1971. La sua prima apparizione avvenne in “House of Secrets” n. 92, dove venne presentato come Alex Olsen, uno scienziato trasformato in una creatura mostruosa dopo un tragico incidente. Successivamente, la storia fu rivisitata, introducendo Alec Holland come protagonista principale, uno scienziato che, a seguito di un’esplosione nel suo laboratorio nelle paludi della Louisiana, si trasforma in Swamp Thing, un’entità vegetale con coscienza umana.

Nel corso degli anni, ha subito diverse reinterpretazioni da parte di autori di spicco. Tra queste, spicca quella di Alan Moore negli anni ’80, che ha ridefinito il personaggio esplorando temi profondi come l’identità, la natura e l’umanità. Moore ha introdotto l’idea che Swamp Thing non fosse Alec Holland trasformato, ma una creatura vegetale che aveva assorbito i ricordi e la personalità di Holland, aggiungendo una nuova dimensione alla sua esistenza.

Swamp Thing

Nel 2025, l’interesse per Swamp Thing continua a essere vivo. È prevista l’uscita di un omnibus che raccoglie l’intera run di Mark Millar e Phil Hester, offrendo ai lettori l’opportunità di rivivere o scoprire questa fase significativa della saga del personaggio.

Swamp ThingInoltre, si vocifera di un nuovo film live-action dedicato a Swamp Thing, che potrebbe far parte del rinnovato universo cinematografico DC. Anche se i dettagli sono ancora scarsi, l’entusiasmo dei fan è palpabile, soprattutto considerando il potenziale del personaggio per esplorare temi ecologici e horror in un contesto cinematografico moderno.

La complessità di Swamp Thing risiede nella sua dualità: una creatura nata dalla natura ma con una coscienza umana. Questo conflitto interiore ha permesso agli autori di esplorare questioni filosofiche e morali, rendendo le sue storie profonde e riflessive. La sua relazione con Abby Arcane, ad esempio, ha sfidato le convenzioni, esplorando l’amore oltre le barriere fisiche e sociali.

Nel panorama fumettistico italiano, Swamp Thing ha trovato spazio grazie a diverse pubblicazioni. Recentemente, Panini ha ristampato l’opera di Alan Moore, rendendo accessibile ai lettori italiani una delle interpretazioni più acclamate del personaggio.

Swamp ThingLa rilevanza di Swamp Thing nel 2025 è testimoniata anche dalla sua influenza su altre opere e media. La sua presenza in serie animate, videogiochi e adattamenti televisivi ha consolidato il suo status di icona culturale, capace di attraversare generazioni e media diversi.

Per i nuovi lettori interessati a esplorare l’universo di Swamp Thing, è consigliabile iniziare con la run di Alan Moore, considerata un punto di riferimento per la profondità narrativa e l’innovazione stilistica. Successivamente, le storie di autori come Scott Snyder e Charles Soule offrono ulteriori prospettive sul personaggio, arricchendo la sua mitologia.

 

Spoiler Alert:
In un numero particolarmente significativo della run di Alan Moore, Swamp Thing scopre una verità sconvolgente sulla sua identità. Nel numero 21, intitolato “Lezione di anatomia”, viene rivelato che Swamp Thing non è Alec Holland trasformato, ma una creatura vegetale che ha assorbito i ricordi e la personalità di Holland. Questa rivelazione ridefinisce completamente la sua esistenza, portandolo a confrontarsi con la sua vera natura e il significato della sua umanità.

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Jacula https://horrordelite.art/jacula/ https://horrordelite.art/jacula/#respond Mon, 06 Jan 2025 00:01:08 +0000 https://horrordelite.art/?p=43424 Jacula rappresenta uno dei capisaldi del panorama erotico-horror italiano, un genere che negli anni '70 trovò una vasta eco tra i lettori adulti. Creato da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, il personaggio di Jacula si distingue per il suo fascino ambiguo, sospeso tra il desiderio di redenzione e la condanna della sua natura vampirica. Pubblicato da Ediperiodici, il fumetto ha saputo combinare sapientemente elementi gotici, sensualità e una dose di melodramma che lo ha reso un cult.

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Jacula

Rappresenta uno dei capisaldi del panorama erotico-horror italiano, un genere che negli anni ’70 trovò una vasta eco tra i lettori adulti. Creato da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, il personaggio di Jacula si distingue per il suo fascino ambiguo, sospeso tra il desiderio di redenzione e la condanna della sua natura vampirica. Pubblicato da Ediperiodici, il fumetto ha saputo combinare sapientemente elementi gotici, sensualità e una dose di melodramma che lo ha reso un cult.

Jacula Velenska, la protagonista, è un personaggio complesso e ricco di sfaccettature. Vampira di origine nobile, si muove in un mondo dove l’oscurità e il peccato si intrecciano inesorabilmente. Al suo fianco troviamo il marito Carlo Verdier, anch’esso vampiro, e il fedele servitore Wolf, un licantropo con una devozione canina nei confronti della sua padrona. La dinamica tra i tre personaggi arricchisce la narrazione di tensione e imprevedibilità.

Una delle caratteristiche distintive di Jacula è il modo in cui intreccia il tema dell’erotismo con quello dell’horror. Le storie non si limitano a raccontare avventure soprannaturali, ma esplorano anche i desideri più reconditi dei personaggi, spesso con un taglio trasgressivo e provocatorio. Questo approccio audace ha permesso alla serie di distinguersi dai fumetti horror tradizionali, attirando un pubblico adulto alla ricerca di narrazioni più complesse e sfumate.

La rappresentazione grafica di Jacula è un altro dei suoi punti di forza. Le copertine, spesso realizzate da artisti del calibro di Leandro Biffi e Carlo Jacono, catturano l’attenzione con immagini sensuali e inquietanti. Gli interni, curati da disegnatori come Giorgio Cambiotti e Alberto Giolitti, offrono un mix di dettagli raffinati e atmosfere oscure che esaltano l’ambientazione gotica della serie.

Il 1971 segna un periodo di particolare creatività per Jacula, con episodi che ampliano l’universo narrativo e approfondiscono il carattere dei protagonisti. Il numero 50, intitolato Sangue chiama sangue, è emblematico in tal senso. La storia esplora il legame ancestrale tra Jacula e una setta di vampiri antichi, portando alla luce segreti familiari che gettano una nuova luce sulla sua immortalità.

In Sangue chiama sangue, la narrazione si apre con Jacula costretta a confrontarsi con un passato che aveva cercato di dimenticare. La scoperta di un antico manoscritto la conduce in un monastero abbandonato, dove si trova faccia a faccia con il capostipite della sua linea di sangue vampirica. Qui, tra rituali oscuri e visioni agghiaccianti, emerge un conflitto interiore che mette alla prova la sua determinazione.

Il climax della storia è carico di tensione. Jacula deve scegliere tra la fedeltà alla sua famiglia vampirica e il desiderio di libertà. Con un colpo di scena sorprendente, la protagonista riesce a sventare un complotto ordito dai suoi stessi antenati, dimostrando una volta di più la sua astuzia e la sua forza di volontà.

Nonostante la trama a volte sfiori il melodrammatico, il fumetto riesce a mantenere un equilibrio tra intrattenimento e riflessione. La complessità delle vicende e l’evoluzione dei personaggi rendono ogni numero una lettura avvincente, capace di sorprendere anche i lettori più smaliziati.

In definitiva, Jacula non è solo un fumetto, ma un viaggio in un mondo dove il confine tra il bene e il male è spesso labile. La serie continua a essere un punto di riferimento per gli appassionati di horror ed erotismo, un capolavoro che merita di essere riscoperto e apprezzato per la sua originalità e audacia narrativa.

Spoiler Alert

Nel finale del numero 50, Sangue chiama sangue, Jacula si trova costretta a bere il sangue di un innocente per sigillare un patto con la setta dei vampiri antichi. Ma in un atto di ribellione, utilizza il sangue per un incantesimo che distrugge l’intera setta, lasciando intendere che la sua ricerca di libertà non ha limiti, neppure di fronte ai legami di sangue. Durante lo scontro finale, il capostipite della sua stirpe tenta di manipolarla con visioni del suo passato umano, cercando di far leva sulla sua nostalgia e sulla colpa per la vita spezzata. Jacula, però, si dimostra implacabile, sfruttando il potere oscuro del sangue, riesce a invertire un antico rituale, intrappolando gli spiriti dei suoi antenati in un’eternità di tormento. La scena conclusiva, in cui Jacula emerge dal monastero in rovina mentre il sole sorge all’orizzonte, è un simbolo potente della sua determinazione a non essere vincolata da alcun destino prestabilito.


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Cimiteria la Sexy Zombie https://horrordelite.art/cimiteria-la-sexy-zombie/ https://horrordelite.art/cimiteria-la-sexy-zombie/#respond Wed, 01 Jan 2025 12:39:27 +0000 https://horrordelite.art/?p=42829 Cimiteria la sexy zombie che seduce e fulmina, si distingue come una delle opere più iconiche del panorama horror-erotico italiano degli anni Settanta e Ottanta. Pubblicata da Edifumetto, questa serie unisce una narrazione gotica a un'estetica sensuale, facendo emergere un personaggio unico e affascinante.

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Cimiteria la sexy zombie che seduce e fulmina, si distingue come una delle opere più iconiche del panorama horror-erotico italiano degli anni Settanta e Ottanta. Pubblicata da Edifumetto, questa serie unisce una narrazione gotica a un’estetica sensuale, facendo emergere un personaggio unico e affascinante: Cimiteria, una donna rianimata dalla morte che oscilla tra la vendetta e la scoperta di sé. L’ambientazione oscilla tra il macabro e il grottesco, con sfumature surreali che danno alla storia un fascino decadente.

La forza del fumetto risiede nella sua audacia. Attraverso i tratti di artisti come Carlo Panerai e le copertine di Emanuele Taglietti, “Cimiteria” non solo attira il lettore con un’estetica irresistibile, ma lo trascina in un universo dove l’erotismo è una lama a doppio taglio. Le illustrazioni enfatizzano il corpo come mezzo di seduzione e distruzione, un tema ricorrente nel genere horror-erotico.

Il plot iniziale si basa su un’idea intrigante: il corpo rianimato di Cimiteria è letale per chi tenta di possederlo. Questa maledizione, però, non è solo un ostacolo narrativo; diventa una metafora potente, esplorando temi come il desiderio inappagabile e le conseguenze della brama sfrenata. La figura del negromante John Finimore, che la resuscita, aggiunge una dinamica di dominio e dipendenza, amplificando la tensione emotiva della trama.

Nonostante le sue radici pulp, “Cimiteria” non è privo di spunti filosofici. Il tema della vita dopo la morte, la fragilità umana e il desiderio di immortalità vengono esplorati con toni spesso ironici. L’umorismo nero è un elemento fondamentale, trasformando anche le situazioni più macabre in momenti grotteschi e riflessivi.

La ripetitività di alcune situazioni potrebbe essere vista come un limite per i lettori moderni, ma bisogna contestualizzare l’opera nel panorama fumettistico dell’epoca. “Cimiteria” nasce in un momento in cui il fumetto erotico italiano dominava il mercato, e il suo scopo era intrattenere, provocare e stuzzicare l’immaginazione. In questo, riesce perfettamente.

Le copertine, curate da artisti di talento come Alessandro Biffignandi, meritano una menzione a parte. Con un mix di sensualità e orrore, catturano l’essenza della serie in una singola immagine. Ogni cover sembra raccontare una storia a sé, invitando il lettore a scoprire cosa si cela all’interno.

Le ristampe recenti, come quelle curate da Editoriale Cosmo, dimostrano come “Cimiteria la sexy zombie” abbia mantenuto intatto il suo fascino. La nuova generazione di lettori può riscoprire questa perla del fumetto italiano, apprezzandola non solo per il suo valore nostalgico, ma anche per la sua rilevanza culturale.

Spoiler: “Cimiteria” Numero 15 – Il Segreto del Crocifisso
In questo episodio, Cimiteria si ritrova coinvolta in un oscuro complotto religioso. Una setta tenta di utilizzarla come sacrificio per risvegliare un’entità demoniaca. Durante la storia, scopriamo che il crocifisso maledetto in loro possesso è la chiave per spezzare la sua maledizione. Tuttavia, in un finale al cardiopalma, Cimiteria distrugge il crocifisso per vendetta, condannandosi a rimanere una creatura rianimata. La scena clou, in cui il crocifisso si frantuma tra lampi di energia, è una delle più memorabili della serie, simbolo del rifiuto della redenzione e dell’accettazione della sua natura oscura.


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Martin Mystère https://horrordelite.art/martin-mystere/ https://horrordelite.art/martin-mystere/#respond Tue, 24 Dec 2024 15:47:28 +0000 https://horrordelite.art/?p=41804 Se si dovesse descrivere Martin Mystère in una frase, si potrebbe dire che è il connubio perfetto tra cultura pop e il fascino per l'ignoto. Creato da Alfredo Castelli e pubblicato da Sergio Bonelli Editore nel 1982, questo fumetto è una pietra miliare del panorama italiano, unendo il mistero con una dose di ironia e introspezione. Martin è un professore di antropologia e archeologia, appassionato di scienza e miti, che si dedica a investigare fenomeni soprannaturali e misteri irrisolti, spesso con una prospettiva che sfida il confine tra scienza e magia.

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Martin Mystère: Il Detective dell’Impossibile

Se si dovesse descrivere Martin Mystère in una frase, si potrebbe dire che è il connubio perfetto tra cultura pop e il fascino per l’ignoto. Creato da Alfredo Castelli e pubblicato da Sergio Bonelli Editore nel 1982, questo fumetto è una pietra miliare del panorama italiano, unendo il mistero con una dose di ironia e introspezione. Martin è un professore di antropologia e archeologia, appassionato di scienza e miti, che si dedica a investigare fenomeni soprannaturali e misteri irrisolti, spesso con una prospettiva che sfida il confine tra scienza e magia.

Il protagonista, Martin Jacques Mystère, è un personaggio che si distingue per la sua immensa curiosità e la passione per la conoscenza. Con un carisma che ricorda gli avventurieri classici, è anche profondamente umano e non privo di difetti. Vive a New York, in un appartamento che è un vero e proprio museo di oggetti curiosi e manufatti antichi, condividendo le sue avventure con il fedele amico Java, un neanderthaliano sopravvissuto, e la fidanzata Diana Lombard, che spesso gli fa da contraltare razionale e pratico.

Uno degli aspetti più intriganti di Martin Mystère è il modo in cui riesce a intrecciare fatti storici e scientifici con elementi fantastici. Ogni avventura parte da un evento reale o da un mito conosciuto: Atlantide, i teschi di cristallo, le piramidi, e persino teorie del complotto. Castelli e i suoi collaboratori riescono a creare trame che non solo intrattengono, ma stimolano anche una riflessione critica sul nostro rapporto con il passato e il mistero.

La struttura narrativa si distingue per il suo ritmo e il mix di avventura e approfondimento culturale. A differenza di altri fumetti che puntano tutto sull’azione, Martin Mystère dedica ampio spazio alla spiegazione e alla contestualizzazione, spesso rompendo la quarta parete con digressioni accademiche. Questo approccio potrebbe risultare lento per chi cerca un’adrenalina costante, ma è proprio questo che lo rende unico. È un fumetto che richiede e ricompensa l’attenzione.

Anche il comparto artistico merita menzione. I disegni, inizialmente curati da Giancarlo Alessandrini, stabiliscono un’estetica che mescola realismo e un certo gusto vintage. Le illustrazioni sono ricche di dettagli e contribuiscono a immergere il lettore nell’atmosfera enigmatica delle storie. Sebbene lo stile grafico sia cambiato nel corso degli anni con l’avvicendarsi di diversi artisti, l’essenza visiva di Martin Mystère è rimasta riconoscibile e affascinante.

Un elemento che distingue Martin Mystère dagli altri protagonisti del fumetto è la sua umanità. Non è un eroe infallibile, ma un uomo che affronta le sue paure e i suoi dubbi. Le sue storie spesso sollevano interrogativi morali e filosofici: è giusto interferire con il mistero? Esiste una verità assoluta? Questo spessore rende il personaggio più vicino ai lettori e offre un punto di vista maturo sul genere avventuroso.

Nel panorama del fumetto italiano, Martin Mystère è una voce unica che ha influenzato molti autori successivi. Ha saputo mantenere un seguito fedele grazie alla capacità di rinnovarsi senza tradire la sua essenza. Negli anni, la serie ha affrontato temi contemporanei come l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici, dimostrando una sorprendente attualità.

In conclusione, Martin Mystère non è solo un fumetto, ma un’esperienza culturale. La sua capacità di intrecciare il sapere con l’intrattenimento lo rende un unicum nel panorama narrativo mondiale. Se non lo avete mai letto, preparatevi a scoprire un universo di enigmi che vi farà mettere in dubbio ciò che credete di sapere.


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Nathan Never https://horrordelite.art/nathan-never/ https://horrordelite.art/nathan-never/#respond Sun, 15 Dec 2024 23:05:09 +0000 https://horrordelite.art/?p=41158 Nathan Never, il longevo fumetto italiano della Sergio Bonelli Editore, è un viaggio nella fantascienza mescolata con un'anima noir, condito con una spruzzata di pessimismo cosmico che farebbe impallidire anche Philip K. Dick. Pubblicato per la prima volta nel 1991, il fumetto è ambientato in un futuro distopico dove la tecnologia e l'alienazione sociale dominano. Al centro di tutto c'è Nathan Never, un investigatore privato tormentato dal proprio passato e da una città che non perdona.

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Nathan Never (di Antonio Serra, Michele Medda e Bepi Vigna), un viaggio nella fantascienza noir.

Nathan Never, il longevo fumetto italiano della Sergio Bonelli Editore, è un viaggio nella fantascienza mescolata con un’anima noir, condito con una spruzzata di pessimismo cosmico che farebbe impallidire anche Philip K. Dick. Pubblicato per la prima volta nel 1991, il fumetto è ambientato in un futuro distopico dove la tecnologia e l’alienazione sociale dominano. Al centro di tutto c’è Nathan Never, un investigatore privato tormentato dal proprio passato e da una città che non perdona.

La trama principale segue Nathan, un ex poliziotto ora agente dell’Agenzia Alfa, mentre affronta crimini che spaziano dall’omicidio alle cospirazioni aziendali, spesso intrecciandosi con temi etici legati all’intelligenza artificiale e alle manipolazioni genetiche. La bellezza di Nathan Never è la sua capacità di mescolare avventure episodiche con una narrazione a lungo termine che sviluppa il personaggio e il mondo intorno a lui.

La caratterizzazione di Nathan è uno dei punti di forza. L’autore Antonio Serra, insieme ai colleghi Michele Medda e Bepi Vigna, ha creato un protagonista profondamente umano: depresso, malinconico e pieno di difetti. Questo non è il classico eroe da fumetto, ma un uomo che soffre per la perdita della moglie Laura e per la figlia Ann che vive in una struttura psichiatrica. La loro assenza è una presenza costante nella vita di Nathan, rendendo ogni sua scelta e ogni missione un po’ più pesante.

 

 

Un aspetto fondamentale del fumetto è il suo mondo. La città in cui vive Nathan è una megalopoli futuristica che sembra uscita da Blade Runner, con un cielo perennemente grigio, pubblicità al neon e un divario sociale che riflette il nostro presente. La tecnologia è ovunque, ma non è affatto rassicurante: robot fuori controllo, hacker senza scrupoli e multinazionali pronte a sacrificare tutto per il profitto. Uno degli episodi più memorabili, “Memorie perdute”, esplora il concetto di identità digitale, con Nathan che indaga su un omicidio legato al furto di ricordi artificiali.

Il cast secondario è altrettanto ben scritto. Tra i colleghi di Nathan spiccano Legs Weaver, una donna forte e intraprendente che ha guadagnato uno spin-off tutto suo, e Sigmund Baginov, un geniale hacker con una propensione a infilarsi nei guai. Tuttavia, non aspettarti relazioni idilliache: la squadra è spesso in disaccordo, aggiungendo un ulteriore strato di realismo alle dinamiche lavorative.

Se ciò che cerchi sono sparatorie e inseguimenti, non rimarrai deluso. Ogni albo offre un mix di azione e introspezione, anche se a volte il ritmo può rallentare per colpa di dialoghi un po’ troppo densi. E parlando di spoiler, in uno degli archi narrativi più importanti, “La guerra dei mondi”, Nathan affronta un’invasione aliena dove si trova costretto a prendere decisioni morali devastanti, inclusa quella di sacrificare una squadra di innocenti per salvare milioni di vite. Non proprio un momento felice per il nostro eroe.

Dal punto di vista artistico, il fumetto è sempre stato di alta qualità. I disegnatori che si sono alternati negli anni hanno reso giustizia al mondo futuristico di Nathan, con un tratto che oscilla tra il realismo dettagliato e il dinamismo tipico dei fumetti d’azione. Le copertine, poi, sono spesso opere d’arte che meriterebbero un posto in galleria. Certo, Nathan Never non è esente da difetti. Alcune storie soffrono di una certa ripetitività, e c’è chi potrebbe trovare il protagonista un po’ troppo introspettivo per i propri gusti. Inoltre, alcune trame secondarie tendono a perdersi per strada, lasciando l’impressione che gli autori si siano fatti prendere un po’ troppo la mano.

In conclusione, Nathan Never è un fumetto che merita di essere letto, soprattutto se sei un appassionato di fantascienza e noir. Con una narrazione ricca, personaggi complessi e un mondo che sembra vivere e respirare accanto a te, questo fumetto ha tutto ciò che serve per tenerti incollato alle pagine. Non è perfetto, ma forse è proprio questa imperfezione a renderlo così umano e memorabile.


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Marshal Law https://horrordelite.art/marshal-law/ https://horrordelite.art/marshal-law/#respond Thu, 05 Dec 2024 03:08:07 +0000 https://horrordelite.art/?p=40171 Marshal Law è un fumetto che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nel panorama delle storie di supereroi. Creato da Pat Mills e Kevin O'Neill, la serie debuttò nei primi anni ’80 come una parodia oscura e violenta del genere. Non solo si distaccò radicalmente dalle narrazioni eroiche tradizionali, ma ha anche ispirato opere moderne come The Boys, con la quale condivide molte delle sue tematiche e la stessa visione cinica e disillusa sui supereroi. L’opera di Garth Ennis, infatti, ha preso spunto da Marshal Law per esplorare l’idea dei supereroi come personaggi corrotti e moralmente ambigui, anticipando molte delle sue tematiche, come l’abuso di potere e la critica alla società consumistica.

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Marshal Law è un fumetto che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nel panorama delle storie di supereroi. Creato da Pat Mills e Kevin O’Neill, la serie debuttò nei primi anni ’80 come una parodia oscura e violenta del genere. Non solo si distaccò radicalmente dalle narrazioni eroiche tradizionali, ma ha anche ispirato opere moderne come The Boys, con la quale condivide molte delle sue tematiche e la stessa visione cinica e disillusa sui supereroi. L’opera di Garth Ennis, infatti, ha preso spunto da Marshal Law per esplorare l’idea dei supereroi come personaggi corrotti e moralmente ambigui, anticipando molte delle sue tematiche, come l’abuso di potere e la critica alla società consumistica.

Nel mondo di Marshal Law, i supereroi non sono i paladini della giustizia che vediamo nei fumetti tradizionali, ma sono diventati esseri corrotti, egoisti e violenti. L’introduzione del protagonista, Marshal Law, un vigilante brutalmente spietato, porta la narrativa a interrogarsi sui veri costi del potere e sull’illusione del “bene” che spesso i supereroi incarnano. La visione di Mills e O’Neill non è mai rosea, anzi, è esplicitamente critica nei confronti di tutto ciò che i supereroi rappresentano nella cultura popolare, prendendo di mira la loro ipocrisia, la loro sessualità problematica e la loro violenza gratuita.

Similmente a The Boys, la serie ha una componente dark e grottesca che rende i suoi eroi (se così possiamo chiamarli) non solo tragici, ma anche repellenti. Marshal Law è, infatti, un anti-eroe che agisce come un cacciatore di supereroi, ma con la consapevolezza che la sua battaglia è una guerra senza fine contro una società ormai completamente corrotta. Il suo approccio violento alla giustizia lo rende tanto più umano quanto più spietato, un personaggio destinato a scontrarsi continuamente con i suoi stessi demoni.

Il fumetto si distingue anche per il suo tono provocatorio e la sua satira feroce verso la cultura americana, il consumismo e la corruzione politica. I supereroi in Marshal Law non sono solo corrotti per via dei loro poteri, ma sono anche simboli di una società consumista e capitalista, dove il valore dell’individuo è misurato dalla sua capacità di generare denaro. Questo aspetto sociale di Marshal Law è una delle principali affinità con The Boys, dove le multinazionali come Vought controllano i supereroi e li usano come merci per massimizzare i profitti, mentre il pubblico è indotto a venerarli come dei.

Un altro punto in comune tra Marshal Law e The Boys è la visione dei supereroi come simboli di potere e violenza. Mentre in The Boys la multinazionale Vought utilizza i suoi supereroi per dominare il mondo, in Marshal Law il potere degli eroi è alimentato dalla violenza e dal sesso. La serie affronta anche temi molto maturi e controversi, come l’abuso di potere, la sessualità, e la disillusione, con una narrazione che spesso sfocia nel grottesco per illustrare l’ipocrisia di una società che idolatra i supereroi senza vedere la loro vera natura.

La caratterizzazione del protagonista, Marshal Law, è un altro elemento che lo lega a figure come Billy Butcher di The Boys. Entrambi sono motivati da un profondo odio per i supereroi, ma questa rabbia li porta inevitabilmente a diventare simili ai nemici che cercano di distruggere. Marshal Law, come Butcher, è un personaggio che lotta con la sua moralità e con il peso delle sue azioni, un eroe che si avvicina sempre di più a ciò che disprezza.

Il tratto grafico di Kevin O’Neill è altrettanto fondamentale per l’impatto visivo del fumetto. Il suo stile è crudo e contorto, perfetto per rappresentare la violenza e la distorsione del mondo in cui Marshal Law opera. Ogni scena di combattimento è estremamente dinamica e viscerale, con una stilizzazione che rende ancora più grottesche le situazioni di violenza. O’Neill riesce a trasmettere l’assoluta brutalità del mondo di Marshal Law, non risparmiando dettagli disturbanti che amplificano la disillusione e la follia della trama.

Nel corso della serie, Marshal Law non manca di provocare il lettore con immagini shock e situazioni che rasentano il paradosso. La satira politica, le allusioni sessuali, e la critica alle strutture di potere sono gli ingredienti principali di un racconto che non cerca né il consenso né la comprensione, ma semplicemente una riflessione critica sulla realtà. In questo modo, la serie risulta essere molto più di un semplice fumetto di supereroi, ma un’allegoria di una società che non sa più dove andare.

Con il proseguire della storia, Marshal Law si fa sempre più disilluso. La violenza non porta mai a una vera soluzione, e le vittorie del protagonista sembrano sempre temporanee e insoddisfacenti. La fine del fumetto lascia il lettore con una sensazione di vuoto, come se la lotta contro la corruzione e l’ipocrisia non avesse alcun fine se non l’autodistruzione. È una visione cupa, ma estremamente realistica, di un mondo in cui il cambiamento è impossibile, e ogni tentativo di resistenza sembra solo esacerbare il problema.

Attenzione Spoiler: Finale di Marshal Law
Nel finale della serie, Marshal Law affronta una battaglia decisiva contro il supereroe supremo, un’entità che rappresenta il massimo della corruzione e della violenza. La sua lotta, purtroppo, si conclude in tragedia: Marshal Law, pur distruggendo il suo nemico, non riesce a salvarsi. La sua morte è simbolica, un sacrificio che non porta a una risoluzione, ma piuttosto a una riflessione sul fallimento del sistema. Il fumetto termina con una nota amara, in cui il protagonista non trova redenzione, ma solo una fine che sembra inevitabile, simile alla condizione della società che ha cercato di combattere. Questo finale, senza speranza, mette in discussione l’intero concetto di eroismo e giustizia, lasciando il lettore con la sensazione che, forse, il vero nemico non siano nemmeno i supereroi, ma il sistema che li ha creati.


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The Boys https://horrordelite.art/the-boys/ https://horrordelite.art/the-boys/#respond Sat, 23 Nov 2024 22:47:57 +0000 https://horrordelite.art/?p=39325 The Boys non è il classico fumetto di supereroi, e per fortuna. Se sei stanco di tizi in calzamaglia che salvano gattini dagli alberi con sguardi pieni di virtù, allora Garth Ennis e Darick Robertson hanno quello che fa per te. Qui, i "super" non sono esattamente eroi, ma piuttosto sociopatici in cerca di gloria e soddisfazioni personali. Sì, ci sono esplosioni, combattimenti epici e personaggi iconici, ma ogni pagina trasuda una corrosiva critica al mito del supereroe e alla cultura che lo adora. I protagonisti? Un gruppo di "uomini normali" (ma nemmeno tanto) che decidono di dare una bella lezione a queste divinità arroganti. Billy Butcher, il leader del team, è l’incarnazione dell’odio ben indirizzato. Un personaggio con il carisma di un gangster londinese e la sottigliezza di un tir nei confronti della moralità. E poi c’è Hughie, lo sfigato di turno, che rappresenta il lettore catapultato in un mondo di ultra-violenza e battute più taglienti di un rasoio.

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Il Fumetto che ha ispirato la serie TV omonima The Boys

The Boys – Dove i Super si Sporcano le Mani (e non solo)
The Boys non è il classico fumetto di supereroi, e per fortuna. Se sei stanco di tizi in calzamaglia che salvano gattini dagli alberi con sguardi pieni di virtù, allora Garth Ennis e Darick Robertson hanno quello che fa per te. Qui, i “super” non sono esattamente eroi, ma piuttosto sociopatici in cerca di gloria e soddisfazioni personali. Sì, ci sono esplosioni, combattimenti epici e personaggi iconici, ma ogni pagina trasuda una corrosiva critica al mito del supereroe e alla cultura che lo adora.

 

I protagonisti? Un gruppo di “uomini normali” (ma nemmeno tanto) che decidono di dare una bella lezione a queste divinità arroganti. Billy Butcher, il leader del team, è l’incarnazione dell’odio ben indirizzato. Un personaggio con il carisma di un gangster londinese e la sottigliezza di un tir nei confronti della moralità. E poi c’è Hughie, lo sfigato di turno, che rappresenta il lettore catapultato in un mondo di ultra-violenza e battute più taglienti di un rasoio.

Dal lato dei super, la Vought-American è praticamente una multinazionale che rende Amazon o Meta dei Boy Scout. I Seven, il gruppo di eroi più potente del mondo, sono un circo di corruzione, egomania e oscuri segreti che fanno sembrare la politica odierna una passeggiata nel parco. Homelander, con il suo sorriso da Ken e l’ego di un dio, è il nemico perfetto, un mix letale di patriottismo tossico e follia omicida.

La scrittura di Ennis è tagliente, crudele e, a volte, persino un po’ troppo compiaciuta della propria cattiveria. Ma non si può negare che abbia creato un mondo coerente e brutale che non si risparmia colpi, né contro i suoi personaggi né contro il lettore. A ogni pagina ti chiedi: “Può andare peggio di così?”. La risposta è sempre sì.

Il lavoro artistico di Darick Robertson è perfetto per questo caos. Ogni tavola è dettagliata, sporca e cruda, con una cura quasi sadica per mostrare i lati peggiori dei personaggi. Le espressioni facciali da sole valgono il prezzo del fumetto, ogni sorriso è un pugno nello stomaco, ogni sguardo è un avvertimento.

The Boys è uno schiaffo a chi idealizza troppo i supereroi. È una lettera d’amore al lato più oscuro dell’umanità, piena di sangue, sudore e lacrime (ma più sangue che altro). È anche un monito su come il potere assoluto corrompa assolutamente, senza nemmeno la scusa di un’armatura lucente o di buone intenzioni.

Certo, non è una lettura per tutti. Se hai lo stomaco debole o sei particolarmente legato all’idea che Superman sia l’ideale di perfezione umana, forse è meglio passare oltre. Ma se ami il caos, il cinismo e il piacere colpevole di vedere degli dèi con i piedi d’argilla che vengono presi a calci nelle metaforiche gengive, allora questo è il tuo fumetto.

Paragrafo Spoiler, per evitare qualsiasi sorpresa, smetti di leggere qui:
Nel numero #21, scopriamo l’orribile verità dietro il passato di Homelander. Un mix di esperimenti genetici e traumi indotti dalla Vought. Il flashback sul suo primo “errore” (diciamo solo che un aereo non ha mai avuto così poca speranza) mostra che il nostro eroe era marcio fin dall’inizio. Il vero colpo di scena? Il sorriso compiaciuto che accompagna il suo primo atto di genocidio. Un momento che mette i brividi e cementa Homelander come uno dei peggiori antagonisti mai creati.

C’è tanto da amare (o odiare) in The Boys, ma una cosa è certa: non dimenticherai mai questa discesa agli inferi del genere supereroistico!


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