L’Origine della Danza Macabra
Nel tardo medioevo, tra il XIV e il XV secolo, fece la sua prima comparsa il soggetto della “Danza Macabra” in concomitanza con il morbo della peste. La catastrofica epidemia che colpì l’Europa tra il 1347 e il 1351, chiamata peste nera, gettò le basi per una riflessione più complessa sulla mortalità dell’uomo e i suoi rapporti con la realtà terrena. Mai prima di allora poveri, contadini, viandanti, dotti, Papa, imperatori, re, nobili, artigiani, gente del clero ed autorità cittadine, si sentirono minacciati allo stesso modo. La terribile malattia aveva appianato le differenze di ceto e di genere
La Danza Macabra nella pittura
Nelle più antiche rappresentazioni la “Danza Macabra” raffigurava solo uomini potenti, ciascuno con le insegne tipiche del proprio rango sociale. Con il passare del tempo si aggiunsero rappresentanti della politica e plebei, fino a comprendere perfino le donne, emblema della bellezza e giovinezza perduta. Attorno agli umani ballavano scheletri o carcasse, il cui scopo era quello di ricordare come la morte fosse un evento ineluttabile e come essa colpisse tutti senza alcuna distinzione: non vi è ricchezza, bellezza, fama o prestigio in grado di salvarci dalla Nera Signora.
Le raffigurazioni talvolta erano strutturate e molto dettagliate, con vere e proprie processioni articolate per classe e grado sociale, altre volte rappresentavano semplici coppie attorniate da scheletri beffardi che invitavano alla danza: numerosi varianti su uno stesso tema, in cui potevano apparire elementi esterni alla danza.
Al significato del memento mori, si aggiungeva anche una valenza satirica: i poveri potevano vedere i ricchi posti al loro stesso livello e non esitavano a prendersi qualche rivincita.
Conclusioni
Con l’avvento dell’Umanesimo e dell’età rinascimentale, venendo meno le premesse che avevano portato alla sua diffusione, la “Danza Macabra” perse d’importanza per riemergere nel Romanticismo, tornando ad ispirare poeti, pittori e musicisti.
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