Nomadland (2020): Un Viaggio nell’America Invisibile
Nomadland (2020), diretto da Chloé Zhao e basato sull’omonimo libro di Jessica Bruder, è un film che esplora la vita di una donna che, dopo la crisi economica del 2008, decide di intraprendere un’esistenza come “nomade”, spostandosi continuamente per il paese in cerca di lavoro stagionale. Vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia e di diversi premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice per Frances McDormand, Nomadland è un’opera che affronta con delicatezza e potenza il tema della solitudine, della ricerca di libertà e della resilienza di fronte alla difficoltà economica.
La trama
Nomadland segue la storia di Fern, una donna di mezza età che, dopo la chiusura della fabbrica in cui ha lavorato e la perdita della sua casa, si trova a vivere in un van, viaggiando attraverso gli Stati Uniti in cerca di lavori stagionali. Il film racconta le sue esperienze nel mondo dei “nomadi moderni”, persone che, per necessità o scelta, vivono fuori dai tradizionali circuiti sociali ed economici, adattandosi a una vita di spostamenti continui, lavori precari e relazioni transitorie. In questo viaggio, Fern incontra altri nomadi, che condividono le sue difficoltà ma anche la sua visione di un’esistenza libera da legami fissi. Lungo il percorso, Fern affronta la solitudine, la perdita e la ricerca di un significato più profondo nella sua vita.
Un cast straordinario e l’interpretazione di Frances McDormand
Frances McDormand, già conosciuta per i suoi ruoli in film come Fargo (1996) e Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), offre una performance straordinaria nel ruolo di Fern. La sua interpretazione, semplice ma straordinariamente intensa, trasmette con delicatezza l’isolamento emotivo del personaggio e la sua forza interiore nel fronteggiare le difficoltà della vita. McDormand non solo dà vita a Fern, ma diventa anche il simbolo di una generazione di persone che, dopo aver visto distruggere le certezze materiali su cui avevano costruito la loro vita, si trovano a dover ridefinire la propria esistenza.
Nel film, McDormand è affiancata da un cast di “attori non professionisti”, ovvero veri nomadi che interpretano se stessi. Questa scelta di casting contribuisce a rendere il film ancora più autentico e toccante, facendo risuonare le storie di vita reale con la finzione cinematografica.
La regia di Chloé Zhao
Chloé Zhao, che ha anche scritto la sceneggiatura, ha una visione straordinaria per Nomadland. La sua regia è caratterizzata da una notevole sensibilità visiva e da un approccio quasi documentaristico. Zhao riesce a creare un film che è tanto una riflessione sulla condizione umana quanto una cronaca di un’America spesso ignorata. La regista, che in precedenza aveva diretto The Rider (2017), continua ad esplorare temi legati alla solitudine, al coraggio e alla ricerca di un’identità personale, con un occhio attento ai paesaggi naturali e alle interazioni umane, che spesso vengono trascurate nel cinema mainstream.
La cinematografia di Nomadland, curata da Joshua James Richards, cattura la vastità e la solitudine degli spazi americani, con panorami mozzafiato che riflettono lo stato d’animo dei personaggi. I paesaggi desertici e le distese infinite diventano quasi personaggi a sé stanti, emblema di una vita che si svolge ai margini della società.
Tematiche e riflessioni
Il cuore di Nomadland è la riflessione sulla fragilità della vita moderna e sulle scelte economiche e sociali che determinano il destino di milioni di persone. Zhao non giudica i suoi personaggi, ma li mostra nella loro vulnerabilità e dignità, offrendo uno spunto di riflessione sul costo dell’individualismo e sulla perdita di un senso di comunità. Il film esplora anche la questione della “vecchiaia povera”, mostrando come molte persone, non solo giovani ma anche anziane, siano costrette a reinventarsi in un mondo che non ha più posto per loro.
Nomadland è anche una meditazione sulla libertà e sul senso di appartenenza. La vita da nomade, sebbene apparentemente libera e priva di legami, comporta anche sacrifici e solitudine. La scelta di Fern di vivere fuori dai canoni della società tradizionale è una risposta alla perdita e alla delusione, ma anche una ricerca di un’autenticità che le strutture della vita moderna non possono più offrire.
Conclusioni
Nomadland è un film che riesce a colpire nel profondo per la sua capacità di raccontare storie di persone “invisibili” senza mai cadere nel pietismo. Chloé Zhao, con il suo approccio intimo e contemplativo, porta lo spettatore a confrontarsi con una realtà difficile ma non priva di speranza. La performance di Frances McDormand è straordinaria, e l’interpretazione dei veri nomadi che popolano il film aggiunge un ulteriore livello di autenticità. Nomadland è un viaggio emotivo e visivamente suggestivo, che invita a riflettere sulle scelte che determiniamo per la nostra vita e sulla continua ricerca di libertà, appartenenza e umanità.
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