Tusk

Tusk

Tusk
Regia di Kevin Smith
USA 2014

TRAMA

Wallace e Teddy sono due amici che lavorano e gestiscono un podcast dedito a raccogliere e raccontare le più assurde storie di cronaca popolare.
Un giorno Wallace si reca in Canada per approfondire la storia di un ragazzino che, con la sua katana, si è amputato una gamba. Giunto sul posto scopre che nel frattempo è morto.
Nell’attesa di tornare a casa, il giovane podcaster si reca in un bar e qui trova un annuncio di un vecchio marinaio che cerca compagnia per raccontare le sue vicissitudini e avventure marine.
Incuriosito Wallace risponde all’annuncio e si reca all’indirizzo riportato: qui lo accoglierà Howard Howe, un uomo che scoprirà essere ben diverso dal nostalgico marinaio dell’annuncio.

CONSIDERAZIONI

Scordatevi il Kevin Smith che è salito alla ribalta negli anni novanta con il cult Clerks e ha dato vita successivamente al curioso personaggio di Silent Bob. Il regista in questione è un maturo sceneggiatore che, conscio del suo percorso, mescola generi e da corpo a visioni.

Il risultato è questo TUSK, seconda incursione nell’horror del regista e che succede al buonissimo Red State: quello che all’inizio sembra un grottesco e comico esercizio di stile in salsa Pulp esplode nella seconda parte in un delirio di sangue e carne.
Gli elementi sono basilari: un’enorme e meravigliosa villa solitaria, un uomo solo dietro cui si nasconde un “mad doctor”, un uomo in cerca di avventura e scoop e un mostro.
Formula collaudata fin dai tempi di Frankenstein e che è durata nel tempo, fino a fare la fortuna del recente filone The Human Centipede.

Ma Kevin Smith riesce a spingersi ancora più in la, empatizza con lo spettatore creando i presupposti per la violenza visiva e visionaria della seconda parte, quella prettamente shocking del body horror e del Monster movie.
Vedrete quindi il “povero” Wallace che viene martoriato, tagliato, cucito per essere trasformato nel tricheco umano che per tutto il film Howe nomina fino all’ossessione.
Gli verranno amputate le gambe, tagliata la lingua, cucite le braccia sul corpo, impiantate due enormi zanne (ottenute dalle sue stesse ossa) e rivestito da pelle umana cucita.
Questo delirio nonsense esploderà fino al momento in cui la creatura ci verrà mostrata in tutto il suo orrore.
Al contrario di altre pellicole non capaci di sviluppare appieno l’entrata in scena del “mostro” qui lo vedremo mangiare, nuotare, attaccare….fino alla desolante e amara scena finale.

Un film particolare ma riuscito dove vanno a braccetto ironia, surreale e follia riuscendo a commuovere e impressionare allo stesso tempo.
TUSK a modo suo è un film estremo, dove ci viene mostrato tutto, senza compromessi, dove non ci sono buoni e cattivi ma tutti i personaggi a loro modo celano ombre.
Nel cast è presente anche Johnny Depp nel ruolo dello sgangherato ex ispettore Guy La Ponte.

MOMENTO PANDEMONICO

Tra le molte scene d’impatto quella che più mi ha colpito è il momento in cui Howe getta nell’acqua il trichecone con l’intento di farlo nuotare e questo, nel fondale, troverà la carcassa di un altro ibrido.


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