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The Visitor

The Visitor

The Visitor, diretto da Giulio Paradisi (accreditato come Michael J. Paradise), è uno di quei film che sfidano qualsiasi classificazione semplice. Uscito nel 1979, è un’opera che mescola horror, fantascienza, misticismo religioso e surrealismo in un amalgama visivamente e narrativamente caotico. Spesso paragonato a un incrocio tra L’esorcista, 2001: Odissea nello spazio e un film della Cannon Films sotto acido, è diventato nel tempo un vero e proprio cult per appassionati di cinema strano, imperfetto ma affascinante.

Anatolij Onoprijenko
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Anatolij Onoprijenko – Il Terminator Ucraino

Anatolij Jurijovyč Onoprijenko nacque il 25 luglio 1959 a Lasky, un villaggio dell’allora RSS Ucraina. Cresciuto in condizioni difficili, perse la madre a soli 4 anni e fu affidato a un orfanotrofio. Da adulto, intraprese diverse professioni, tra cui quella di marinaio mercantile, che gli permise di viaggiare e vivere all’estero, soprattutto in Germania. Tuttavia, dietro questa apparente normalità si celava un individuo psicologicamente instabile e profondamente disturbato.

Serhiy Tkach
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Serhiy Tkach – Il Maniaco di Polohy

Serhiy Fedorovich Tkach nacque nel 1952 in Russia, ma gran parte della sua vita — e dei suoi crimini — si svolse in Ucraina. Ex investigatore della polizia sovietica, Tkach fu una figura insospettabile fino alla sua cattura nel 2005. La sua carriera da ufficiale gli permise di conoscere a fondo le procedure d’indagine, un vantaggio che sfruttò per eludere la giustizia per decenni. Appariva come un uomo tranquillo, intelligente e rispettabile, ma sotto questa facciata si celava uno dei serial killer più prolifici della storia post-sovietica.

Unbelievable
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Unbelievable

“Unbelievable” è una miniserie drammatica statunitense distribuita da Netflix nel 2019, composta da otto episodi intensi, coinvolgenti e profondamente toccanti. Tratta da una storia vera, la serie è ispirata all’articolo investigativo An Unbelievable Story of Rape, vincitore del premio Pulitzer nel 2016, firmato da T. Christian Miller e Ken Armstrong. La regia e la sceneggiatura sono affidate a Susannah Grant, Michael Chabon e Ayelet Waldman, che hanno saputo tradurre con sensibilità e rigore un caso di cronaca tanto delicato quanto emblematico.