Serhiy Tkach
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Serhiy Tkach – Il Maniaco di Polohy

Il volto nascosto del crimine: chi era Serhiy Tkach

Serhiy Fedorovich Tkach nacque nel 1952 in Russia, ma gran parte della sua vita — e dei suoi crimini — si svolse in Ucraina. Ex investigatore della polizia sovietica, Tkach fu una figura insospettabile fino alla sua cattura nel 2005. La sua carriera da ufficiale gli permise di conoscere a fondo le procedure d’indagine, un vantaggio che sfruttò per eludere la giustizia per decenni. Appariva come un uomo tranquillo, intelligente e rispettabile, ma sotto questa facciata si celava uno dei serial killer più prolifici della storia post-sovietica.

Una scia di sangue lunga decenni

Gli omicidi attribuiti a Serhiy Tkach iniziarono negli anni ’80 e si protrassero fino al 2005. Le sue vittime erano per lo più bambine e adolescenti, violentate e poi strangolate o soffocate. Gli attacchi avvenivano spesso nei pressi di binari ferroviari o in zone isolate delle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Crimea. Tkach era meticoloso: lasciava pochi indizi, si assicurava di depistare le indagini e sfruttava il caos amministrativo post-sovietico a suo vantaggio.

In un clima di disorganizzazione e corruzione, la polizia locale non fu in grado di connettere i crimini per anni. In alcuni casi, uomini innocenti furono arrestati e addirittura condannati per i suoi delitti.

Cattura e confessione

Tkach fu finalmente arrestato nell’agosto del 2005, grazie al cane da guardia di una delle sue vittime, che lo aveva inseguito. Quando fu catturato, confessò immediatamente: secondo le sue dichiarazioni, aveva ucciso più di 100 persone. Tuttavia, fu condannato ufficialmente per 37 omicidi. Durante l’interrogatorio, mostrò freddezza e una completa mancanza di rimorso. La sua confessione svelò un abisso di crudeltà e razionalità perversa.

Un matrimonio dietro le sbarre

In uno dei capitoli più sconcertanti della sua vita, Tkach ricevette una lettera in prigione da una giovane donna di 25 anni, Elena, che si era innamorata di lui dopo aver letto un’intervista. I due si conobbero per corrispondenza e successivamente si sposarono. Ebbero anche un figlio grazie alle visite coniugali previste dalla legge ucraina. Questo evento destò scalpore nell’opinione pubblica, sollevando interrogativi sul fascino perverso che alcuni criminali esercitano su persone al di fuori del carcere.

La morte e l’eredità di terrore

Serhiy Tkach morì nel novembre del 2018 all’età di 66 anni, per cause naturali, mentre era detenuto in una prigione di massima sicurezza. La sua morte chiuse un capitolo orribile della cronaca criminale ucraina, ma lasciò dietro di sé un’eredità fatta di dolore, errori giudiziari e vittime dimenticate.

Il caso Tkach è ancora oggi studiato come esempio di fallimento investigativo e manipolazione istituzionale. È anche un simbolo di come l’abuso del potere e la conoscenza dei meccanismi del sistema possano trasformarsi in armi letali nelle mani sbagliate.

Rappresentazioni nei media

Nonostante la sua fama, Serhiy Tkach non ha ancora ispirato film o serie TV interamente dedicati alla sua storia. Tuttavia, è stato intervistato nella docuserie Netflix Inside the World’s Toughest Prisons (stagione 2, episodio 2), dove viene mostrato all’interno della prigione ucraina. Inoltre, diversi documentari e contenuti su YouTube ne approfondiscono i crimini e la figura controversa.


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