Le Sculture di Matteo Pugliese Corpi in Trappola tra Materia ed Angoscia
Nel panorama della scultura contemporanea, poche opere riescono a evocare un senso di oppressione esistenziale e struggente come quelle di Matteo Pugliese. Nato a Milano nel 1969, ma cresciuto a lungo in Sardegna, Pugliese è noto soprattutto per la serie Extra Moenia — letteralmente “fuori dalle mura” — una collezione di figure umane che sembrano emergere, lottare o essere inghiottite dalla materia stessa da cui sono composte. Le Sculture di Matteo Pugliese Corpi in Trappola tra Materia ed Angoscia.
L’elemento che colpisce immediatamente è la tensione fisica ed emotiva delle sue sculture: corpi maschili, spesso nudi e muscolosi, emergono da pareti in marmo, bronzo o resina come se stessero cercando di evadere da una prigione invisibile. Le braccia tese, i volti contorti, i muscoli contratti trasmettono una forza disperata che sfiora il grottesco. Ma è una forza impotente, una lotta senza vittoria. Ed è qui che nasce l’angoscia.
Le opere di Pugliese sembrano intrappolare l’anima nel momento del fallimento: la fuga interrotta, la ribellione schiacciata dalla materia inerte. In questo eterno movimento bloccato, i suoi uomini diventano icona della condizione umana, rispecchiando le paure più profonde dell’essere: l’impossibilità di liberarsi, la solitudine, il dolore muto.
L’artista gioca abilmente con l’illusione tridimensionale e la materia, facendo sì che il fruitore si trovi davanti a una visione perturbante. Quelle membra che escono dalle pareti non sembrano solo sculture, ma presenze inquietanti, anime sofferenti che si affacciano sul nostro mondo come attraverso una fessura dell’aldilà.
C’è in queste opere qualcosa di profondamente orrorifico — ma non nel senso tradizionale del termine. È un orrore più sottile, esistenziale, che richiama il tormento kafkiano o le atmosfere claustrofobiche di un film di Cronenberg. Il corpo diventa prigione, e la materia non è rifugio ma ostacolo.
Le Sculture di Matteo Pugliese Corpi in Trappola tra Materia ed Angoscia… lui non scolpisce solo carne e muscolo, ma angoscia pietrificata. Le sue figure parlano con il silenzio del bronzo, ma urlano dentro chi guarda. Per questo motivo, la sua arte merita un posto d’onore nel mondo dell’arte horror contemporanea — perché racconta con forme potenti ciò che spesso le parole non riescono a dire: l’orrore di essere intrappolati in se stessi.
Non dimenticarti di dare un’occhiata ai nostri altri posts di arte!
Iscriviti al nostro canale YouTube