Manicomio

Manicomio

“Manicomio” (1946): la follia come specchio della società

Tra i capolavori meno conosciuti del cinema horror psicologico anni Quaranta si annovera “Manicomio” (Bedlam), diretto da Mark Robson e interpretato da un inquietante Boris Karloff, qui in uno dei suoi ruoli più sottili e disturbanti.

Trama

Ambientato nella Londra del 1761, il film prende spunto dal famigerato ospedale psichiatrico di Bedlam, tristemente noto per le sue crudeltà e disumanità nei confronti dei pazienti mentali. Il perfido Maestro Sims (Boris Karloff) è il direttore della struttura, un uomo raffinato ma sadico, che trasforma il manicomio in un’attrazione per i ricchi curiosi dell’alta società.

Quando Nell Bowen (Anna Lee), protetta di un nobile influente, visita il luogo e si rende conto delle atrocità commesse, inizia a battersi per i diritti dei degenti. Ma la sua ribellione le costerà cara: Sims la fa rinchiudere a sua volta, dove dovrà lottare per la sopravvivenza e la sanità mentale.

Atmosfera e temi

“Manicomio” non è un horror soprannaturale nel senso classico: la sua forza risiede nella rappresentazione della follia istituzionalizzata e della crudeltà umana. La regia di Robson — supervisionata dal produttore e sceneggiatore Val Lewton, maestro del terrore psicologico — costruisce un’atmosfera opprimente e cupa, dove il vero mostro è la società stessa.

Il film affronta temi scottanti per l’epoca: il degrado delle strutture manicomiali, la reificazione dei malati mentali, la corruzione del potere e l’abuso delle donne considerate “scomode” o ribelli.

Boris Karloff: un villain umano e ambiguo

Karloff offre una delle sue interpretazioni più raffinate: il suo Sims non è un mostro deformato o un cadavere rianimato, ma un uomo colto, elegante e crudele, reso ancor più spaventoso dalla sua apparente normalità. L’attore dimostra qui la sua capacità di creare tensione con la sola parola o uno sguardo, allontanandosi dal cliché della creatura muta di Frankenstein.

Un’opera tra horror e denuncia sociale

Bedlam è l’ultimo dei tre celebri “Lewton-Karloff films” (dopo L’isola degli zombie e Il vendicatore folle) e si distingue per la sua componente di critica sociale mascherata da thriller gotico. La sceneggiatura è ispirata ai dipinti di William Hogarth, in particolare alla serie A Rake’s Progress, che denunciava la decadenza morale della società inglese.

Accoglienza e eredità

All’epoca della sua uscita, il film ricevette consensi moderati ma è stato rivalutato nel tempo per la sua capacità di coniugare cinema di genere e impegno civile. Oggi viene considerato una delle pellicole più mature e audaci della coppia Lewton-Karloff, anticipando molti temi della moderna critica psichiatrica.

Curiosità

  • Il titolo originale Bedlam deriva dal soprannome del celebre ospedale londinese Bethlehem Royal Hospital, noto per essere diventato un simbolo della brutalità nei confronti dei malati mentali.

  • Le scene d’interni furono girate con cura quasi teatrale, sfruttando ombre e chiaroscuri espressionisti, tipici della scuola horror di Val Lewton.

  • Il film è oggi un piccolo cult tra gli appassionati di horror d’atmosfera e cinema sociale.


Iscriviti al nostro canale YouTube

Articoli simili

  • Freaks

    La trama di “Freaks” segue la storia di Hans, un trapezista di un circo ambulante, e della sua fidanzata Cleopatra, una bellissima trapezista. Cleopatra, però, è interessata principalmente alla sua eredità e intrattiene una relazione con il forzuto del circo, Hercules. Quando scopre che Hans ha una considerevole fortuna, Cleopatra complotta con Hercules per avvelenarlo e accaparrarsi il suo denaro. Tuttavia, Cleopatra e Hercules sottovalutano il potere e la lealtà della comunità dei “freaks”, che si unisce per vendicare il tradimento subito da uno di loro.

  • Il Codex Gigas

    Il Codex Gigas è uno dei manoscritti più enigmatici e inquietanti della storia medievale. Conosciuto anche come la Bibbia del Diavolo, è un’opera colossale che ha attraversato secoli di misteri, superstizioni e leggende nere. Il solo sguardo alla sua mastodontica struttura — lunga 92 cm, alta 50 e pesante circa 75 kg — evoca un senso di soggezione. Ma ciò che lo ha reso davvero leggendario è una singola, inquietante immagine.

  • The Autumnal

    “The Autumnal” si inserisce perfettamente nella tradizione del “folk horror”, evocando l’inquietudine nascosta sotto la superficie di paesaggi rurali apparentemente sereni. L’autunno – stagione di decadenza, bellezza e morte – diventa qui non solo lo sfondo estetico, ma un simbolo centrale della narrazione. Kraus e Shehan costruiscono un’atmosfera densa, sospesa tra fascino e terrore, che avvolge fin dalle prime pagine.

  • La Fonte della Vergine

    Tra i capolavori del cinema di Ingmar Bergman, La Fonte della Vergine (Jungfrukällan) occupa un posto di rilievo per la sua potenza simbolica e la sua crudezza narrativa. Vincitore dell’Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1961, questo dramma medievale si ispira a un’antica ballata svedese per raccontare una storia di violenza, vendetta e redenzione, affrontando temi profondi come la fede, la giustizia e il senso del divino.

  • In Trance

    Con In Trance, Danny Boyle torna al cinema dopo la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012, portando sullo schermo un thriller psicologico che gioca con i confini tra realtà, memoria e illusione. Il risultato è un film visivamente audace, carico di tensione e intriso di ambiguità, dove nulla è come sembra.

  • Under the Skin

    Under the Skin è un film che disorienta, seduce e inquieta. Diretto da Jonathan Glazer e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Michel Faber, è una pellicola che sfugge alle etichette facili: è horror, è sci-fi, è arte sperimentale. Ma soprattutto è un’esperienza visiva ed emotiva profondamente destabilizzante. Scarlett Johansson, in una delle sue interpretazioni più audaci e silenziose, veste i panni di una creatura aliena che si aggira per la Scozia, alla ricerca di uomini soli da sedurre. Il film non racconta, ma mostra, e spesso nemmeno quello: suggerisce, lasciando lo spettatore in uno stato di ipnosi inquieta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *