Blow

Blow
di Ted Demme (2001)

La storia vera di George Jung, capo del traffico della cocaina colombiana in USA per conto di Pablo Escobar, durante gli anni Settanta.

Citazione.

“𝘋𝘢𝘯𝘣𝘶𝘳𝘺 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦, 𝘦𝘳𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘴𝘤𝘶𝘰𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘳𝘪𝘮𝘪𝘯𝘦. 𝘐𝘰 𝘦𝘯𝘵𝘳𝘢𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘋𝘪𝘱𝘭𝘰𝘮𝘢 𝘪𝘯 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘫𝘶𝘢𝘯𝘢,
𝘯𝘦 𝘶𝘴𝘤𝘪𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘋𝘰𝘵𝘵𝘰𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘊𝘰𝘤𝘢𝘪𝘯𝘢.”
(𝐆𝐞𝐨𝐫𝐠𝐞 𝐉𝐮𝐧𝐠)

𝐁𝐎𝐒𝐓𝐎𝐍 𝐆𝐄𝐎𝐑𝐆𝐄, 𝐄𝐋 𝐀𝐌𝐄𝐑𝐈𝐂𝐀𝐍𝐎.

É possibile diventare qualcuno di importante se si proviene da una famiglia di origini miste in gravi difficoltà economiche, minata da tensioni coniugali?

La storia di George Jung sembra suggerirci una risposta ben precisa a tal proposito.

Certo molto dipende dal contesto, dal periodo storico, dalla tua moralità, dal tuo coraggio e da una buona dose di faccia tosta ma, se tutte queste variabili confluiscono a tuo favore, non c’è limite a quello che puoi realizzare.

Partendo dalla California, terra da sempre ricca di possibilità, per diventare il re dello spaccio di marijuana su una di quelle immense spiagge oceaniche, insieme al tuo fidato amico Tonno.

Il commercio si può poi allargare, grazie alla formazione di una vera e propria squadra e alle giuste conoscenze: Isole Fiji, Messico, Palm Springs.

Si sa, per certi prodotti la domanda é sempre in aumento, così come in aumento é la tua popolarità, la tua fama nel mondo della malavita.

E infine il passo finale: la conoscenza diretta di sua maestà Pablo Escobar; il tuo ingresso diretto nel traffico della polvere bianca che sta esplodendo nella cultura americana come una bomba atomica.

Adesso sì che la tua ambizione ha superato di gran lunga il tuo talento.

Considerazioni.

Il regista Ted Demme da vita al suo ultimo film (morirà un anno dopo l’uscita della pellicola) che é anche il primo ad ottenere un gran successo.

Abituato a dirigere commedie qui cambia completamente genere per portare su schermo la storia di uno dei criminali più famosi degli anni Settanta.

Blow risulta più interessante nella prima parte, dove viene raccontata l’infanzia e le prime incursioni nel mondo del crimine del protagonista.

A mio avviso, nella parte intermedia e finale manca qualcosa in grado di elevare la pellicola allo status di cult, soprattutto se si considerano quelli che sono i modelli a cui si ispira.

BlowAnche se non siamo dalle parti del capolavoro, Blow risulta comunque gradevole e si lascia guardare, arricchito da molti dialoghi e frasi particolarmente azzeccate e da un buon ritmo.

Inoltre, c’è un grande uso della colonna sonora.
Si passa da Louis Armstrong a Springsteen e Dylan, per arrivare fino a Clapton, ai Lynyrd Skynyrd e agli Stones, giusto per citarne alcuni.

Johnny Depp, dal canto suo, é davvero notevole e regala una delle interpretazioni migliori della sua carriera, in un momento in cui era all’apice del successo e della notorietà.

Per prepararsi alla parte ebbe un colloquio con il vero George Jung e sul set improvvisò molto, inventandosi spesso battute non previste dal copione.

Il suo modo di dar vita a un personaggio avido e arrivista che finirà tradito dalle amicizie é di quelli che si ricordano nel tempo.

Bravi anche gli altri membri del cast, dall’amorevole padre Ray Liotta, fino all’ottimo Diego Delgado (Jordi Mollà), passando per un convincente Pablo Escobar (Cliff Curtis).

 

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