I Draugr

I Draugr – I Non-Morti della Mitologia Nordica

I Draugr islandesi sono tra le creature più antiche e inquietanti della mitologia nordica.
Sono non-morti, ma non nel senso moderno del “vampiro” o dello “zombie”: sono cadaveri consapevoli, custodi del mondo dei morti, nati dall’orgoglio, dall’avidità o da un legame irrisolto con la terra.
Ecco tutto ciò che rende il mito del Draugr tanto potente e spaventoso.

Origine e natura

Il termine Draugr (plurale Draugar) in antico norreno significa “spirito del morto” o “camminatore del tumulo”.
Nelle saghe islandesi — in particolare nella Eyrbyggja saga, nella Grettis saga e nella Saga di Hrómund Gripsson — i Draugar sono morti che si rifiutano di abbandonare il corpo.
Non diventano fantasmi, ma restano fisicamente nel mondo dei vivi, conservando forza, astuzia e malvagità.

Il loro aspetto è raccapricciante:

  • Pelle blu-nera o grigia, gonfia come quella di un annegato.

  • Occhi luminosi come brace, capaci di paralizzare chi li guarda.

  • Un odore di marcio e alghe marine che annuncia la loro presenza.

Dove vivono

I Draugar non vagano senza scopo. Restano nei tumuli funerari (haugr) o nei luoghi che amavano in vita — spesso le loro fattorie o i campi che possedevano.
Difendono i propri tesori e le proprie tombe da chi osa avvicinarsi.
Chi entra nel loro sepolcro rischia di essere stritolato, trascinato sotto terra o soffocato dal loro peso.

In alcune versioni, il Draugr può anche crescere di dimensioni, diventando gigantesco per schiacciare i vivi.
Nella Grettis saga, il guerriero Grettir lotta con un Draugr in un tumulo: la creatura è così potente che il combattimento sembra tra due giganti nell’oscurità.

Poteri e maledizioni

I Draugar non sono semplici cadaveri animati: sono esseri magici.
Si dice che possano:

  • Mutare forma (apparire come animali, nebbia o fuoco).

  • Penetrare nei sogni e tormentare le menti dei vivi.

  • Uccidere con lo sguardo o con la paura, come un’influenza spirituale.

  • Infettare i luoghi, rendendoli maledetti e privi di vita.

Alcuni si spostano a cavallo, cavalcando destrieri spettrali che fanno risuonare gli zoccoli nel terreno ghiacciato.
Altri emergono dalle onde — perché il mare, nell’immaginario nordico, è anche un cimitero di guerrieri — e vengono chiamati sea-draugar.

Come distruggerli

Sconfiggere un Draugr è quasi impossibile.
Le saghe indicano vari metodi, ma tutti pericolosi:

  • Tagliare la testa e bruciare il corpo, poi gettare le ceneri nel mare.

  • Oppure seppellirlo di nuovo, ma faccia in giù, con pietre pesanti sopra e un coltello tra le dita per impedirgli di risorgere.

  • In alcuni racconti, serve anche una formula sacra o un galdr (incantesimo runico) inciso su una lama.

Simbolismo

Il Draugr rappresenta la corruzione del legame con la terra: l’incapacità di lasciar andare la vita, i beni materiali e il potere.
È l’ossessione che continua oltre la morte — l’avidità trasformata in carne.
Nei racconti islandesi medievali, serve come monito: chi muore con il cuore pieno d’odio o d’orgoglio non trova pace, ma resta a vagare nella gelida solitudine del proprio tumulo.

Echi moderni

Il mito del Draugr ha ispirato molte opere contemporanee:

  • Nei videogiochi come Skyrim e God of War, i Draugar sono guerrieri non morti che infestano tombe antiche.

  • Nel cinema islandese (Draugr, Revenant del Nord, e corti folklorici), vengono reinterpretati come spettri del gelo, più spirituali che fisici.

  • Nella letteratura, spesso incarnano la memoria che non muore: il peso del passato che gela anche i vivi.


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