The Mound
The Mound – L’orrore che si nasconde sotto la terra
Un viaggio nelle radici della paura, dove il terreno stesso sembra vivo
Tra i titoli horror in arrivo nel 2026, The Mound è uno dei progetti più misteriosi e affascinanti. Sviluppato come esperienza cooperativa e narrativa, il gioco porta i giocatori in un territorio dove l’oscurità non arriva dall’alto… ma dal basso. Un horror che mescola folklore, archeologia proibita e creature che sembrano nate dal ventre stesso della terra.
Una collina proibita e un antico segreto
La storia inizia in una remota regione rurale, dove una serie di inspiegabili scomparse ha attirato l’attenzione di un piccolo gruppo di ricercatori.
Al centro dell’area, isolata e inquietante, sorge una collina artificiale, un tumulo ancestrale ricoperto di erba secca e pietre sacrificali.
Gli abitanti del luogo lo chiamano The Mound.
Nessuno si avvicina più da generazioni.
E chi l’ha fatto… non è mai tornato lo stesso.
Il gioco invita i giocatori a esplorare non solo la collina, ma il mondo sotterraneo che si estende sotto di essa: gallerie strette, camere rituali, catacombe invase da radici e resti umani, corridoi che sembrano vivere e respirare.
Horror cooperativo, ma ognuno è solo
The Mound è pensato per essere giocato in co-op, ma evita di trasformarsi in un action caotico.
La cooperazione serve a sopravvivere, non a dominare.
I giocatori devono:
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condividere risorse scarse,
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dividersi per esplorare punti critici,
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prendere decisioni morali,
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restare in contatto per non perdersi nel labirinto sotterraneo.
Il gioco gioca molto con la percezione individuale:
ciò che vedi tu non è sempre ciò che vedono gli altri.
A volte senti passi dietro di te.
A volte un compagno ti parla… ma non è lui.
Creature che non dovrebbero esistere
L’immaginario di The Mound è fortemente radicato nel folklore pagano e nell’iconografia pre-cristiana.
Le creature che popolano il sottosuolo non sono “mostri” nel senso classico, ma ibridi di carne, terra e radici, come se qualcosa avesse cercato di imitare la vita umana… fallendo miseramente.
Tra le presenze più inquietanti:
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The Burrower, una figura alta e magra che si muove lentamente, ma appare sempre nei punti più stretti;
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The Whisper Mass, un nodo di radici che sussurra frasi comprensibili solo al giocatore più vulnerabile;
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The Pale Child, un’entità che non attacca direttamente, ma che disorienta e separa i membri del gruppo.
La paura non nasce dall’essere inseguiti, ma dal sentirsi osservati da qualcosa che non è più… completamente vivo.
Atmosfera: tremori, eco e silenzi soffocanti
L’audio è uno degli elementi fondamentali del gioco:
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rimbombi ovattati,
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scricchiolii di rocce instabili,
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colpi lontani,
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respiri che sembrano venire dal terreno stesso.
L’illuminazione è ridotta, basata su torce improvvisate, lampade a batteria e una costante sensazione di buio che si chiude attorno al giocatore.
Ogni ambiente è costruito per trasmettere la sensazione di trovarsi sotto tonnellate di terra, senza via d’uscita certa.
Una narrazione che scava nel passato
La trama si sviluppa attraverso:
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ritrovamenti archeologici,
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diari incompleti,
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incisioni sulle pareti,
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ricordi distorti dei personaggi.
Emergono così elementi di culto, rituali di rinascita e una comunità antica che ha cercato di comunicare con qualcosa che “viveva nel terreno”.
Nel corso del gioco, i giocatori inizieranno a chiedersi se il tumulo sia davvero un monumento… o un contenimento.
Conclusione
The Mound si presenta come uno dei survival horror cooperativi più psicologicamente intensi del 2026.
Non punta sull’azione, ma su un senso di inquietudine costante, sulla perdita dell’orientamento e sull’idea che il vero nemico non sia ciò che si muove, ma ciò che è immobile e silente.
Un’esperienza che unisce folklore, claustrofobia e orrore psicologico in un viaggio sotterraneo che lascia il segno.
Entrare nella collina è facile.
Uscire… potrebbe essere un altro tipo di sacrificio.
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