Robert Bloch – Lo scrittore che ha dato un volto umano al Mostro
Ci sono mostri che vivono negli incubi.
E poi ci sono quelli che abitano nelle case di legno, sorridono ai vicini, lavorano sei giorni a settimana e portano l’orrore come secondo nome.
Robert Bloch è lo scrittore che ha fatto crollare la distanza tra l’orrore e la vita quotidiana. Se Lovecraft aveva aperto l’abisso cosmico, Bloch lo ha trasferito dentro la mente umana — ed è stato allora che l’orrore è diventato vicino.
Perché i suoi mostri non vengono dallo spazio.
Sono noi.
Allievo di Lovecraft, Assassino dell’Invisibile
Bloch iniziò giovanissimo, scambiando lettere con H.P. Lovecraft.
Da lui ereditò l’idea di un universo vasto, indifferente, mostruoso.
Ma qualcosa in lui si spezzò presto.
Bloch capì che il vero orrore non è l’immenso,
ma il minuscolo:
La voce che ti sussurra nel cervello.
La mano che trema sul coltello.
La faccia riflessa nello specchio che non riconosci più.
Lovecraft mostrava gli dèi.
Bloch mostrò l’uomo dimezzato dalla sua stessa mente.
PSYCHO – Il Male con la faccia del Ragazzo Gentile
Quando Bloch scrisse Psycho, nessuno era pronto.
Non per l’assassino, la normalità dell’assassino.
Norman Bates non è un demone, un vampiro o una creatura senza nome.
È fragile.
È una vittima prima ancora che carnefice.
E proprio per questo fa paura.
L’orrore, in Bloch, è sempre:
l’amore marcio
quello che deforma, soffoca, corrompe.
La madre vive nelle ossa.
Nella voce.
Nella colpa che non svanisce mai.
L’Uomo dal Coltello nella Mente
Dopo Psycho, il mondo dell’orrore cambiò per sempre.
a-end=”2167″>L’assassino non era più “altro”.
>Era tart=”2090″ data-end=”2101″>il vicino</em>.
>Era start=”2109″ data-end=”2120″>il marito.
>Era il figlio amato troppo o troppo poco.
Bloch non si interessava al sangue in sé.
Ma all’idea che una sola crepa nella psiche può spalancare l’inferno.
Il mostro non nasce.
Il mostro si trasforma.
E la trasformazione è lenta, quasi impercettibile.
Fino al momento in cui è già troppo tardi.
Grottesco, ironico, umano
Bloch non era solo crudele.
Era ironico.
Cupo.
Tagliente.
Il suo orrore è consapevole, intelligente, libero dal melodramma.
Ogni omicidio è una battuta amara sull’assurdità dell’esistenza.
Ogni rivelazione è una risata che soffoca nel sangue.
Il suo mondo non chiede empatia.
Chiede comprensione.
Perché chi legge Bloch sa che:
Tutti abbiamo un punto di rottura.
Alcuni ci vivono felicemente dentro.
Iscriviti al nostro canale YouTube
