The Me You Love in the Dark
The Me You Love in the Dark è un fumetto
Che ti entra sotto pelle con la delicatezza di una carezza e la crudeltà di una confessione. Skottie Young, lontano dalle sue follie colorate di I Hate Fairyland, costruisce un racconto intimo e soffocante, dove l’orrore si insinua silenziosamente nelle crepe dell’anima. Non c’è bisogno di mostri urlanti o di sangue a fiotti: basta una casa troppo grande, un silenzio troppo lungo e una voce che sussurra nell’ombra. È l’horror della solitudine, quello che ti osserva quando pensi di essere finalmente al sicuro.

La protagonista, Ro Meadows
È un’artista in crisi che decide di rifugiarsi in una vecchia casa in affitto per ritrovare l’ispirazione perduta. È stanca della città, dei critici e di se stessa. Ma quella casa, come ogni rifugio in un racconto horror che si rispetti, ha una presenza. All’inizio è solo un sussurro, un rumore nella notte, un bicchiere spostato da una mano invisibile. Poi quella presenza comincia a parlare, e Ro, invece di fuggire, risponde. È l’inizio di un dialogo che diventa complicità, poi fascinazione, poi qualcosa di molto più oscuro.
La scrittura di Young
Si muove con passo lento e costante, come una seduzione che non vuole svelarsi troppo presto. Le parole pesano, i silenzi ancora di più. L’atmosfera è carica di malinconia e di una sensualità velata, quasi colpevole. Jorge Corona trasforma ogni tavola in un dipinto gotico, dove la luce sembra filtrare a fatica attraverso strati di tenebra. I toni caldi e sporchi di Jean-François Beaulieu aggiungono quella patina soffocante che rende ogni pagina una stanza da cui è difficile uscire.

Spoiler:
Quando la presenza finalmente si manifesta, Ro scopre che non si tratta solo di un fantasma ma di qualcosa che si nutre del suo dolore, della sua arte e del suo bisogno d’amore. Quello che era nato come un rapporto di reciproca ispirazione si trasforma in un legame tossico e possessivo, letteralmente. Il fantasma non vuole lasciarla andare e la casa diventa una prigione. Ro capisce che la sua “musa” è in realtà un parassita, e che per liberarsi deve distruggere tutto, compresa la parte di sé che ancora crede nel romanticismo del tormento.
Ciò che rende The Me You Love in the Dark così disturbante
Non è tanto il suo elemento soprannaturale quanto la precisione con cui descrive la dinamica dell’abuso emotivo. Il fantasma è la voce interiore di chi si sente in colpa per voler essere amato, la forma spettrale del bisogno che diventa dipendenza. È una metafora potente dell’artista che si perde nella propria creazione, consumato dal desiderio di trasformare la sofferenza in bellezza. Young non punta a spaventare, ma a far riconoscere quel brivido familiare che nasce quando l’amore e la paura diventano la stessa cosa.

Nel finale resta la sensazione di un incubo
Che non finisce con l’ultima pagina ma continua a insinuarsi nei pensieri. È un racconto sulla vulnerabilità, sull’ossessione e sulla violenza silenziosa dell’intimità. The Me You Love in the Dark è un piccolo gioiello nero, una fiaba gotica senza redenzione che ti sussurra dolcemente all’orecchio finché non ti accorgi che non puoi più smettere di ascoltare. Un fumetto che, come il suo fantasma, non ti lascia andare facilmente.
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