Hellraiser
di Clive Barker (1987)
Frank Cotton acquista una misteriosa scatola che lo mette in contatto con un’altra angosciante dimensione.
Citazione.
“Nessuno può scappare da noi!”
“Lui c’è riuscito! L’ho visto!”
“Impossibile!”
“Sì, è vivo!!”
“Ammesso che ci sia sfuggito, questo che può cambiare per te?”
“Io… Io… Io vi dirò dov’è! Potete riprendere lui invece di prendere me!”
“Noi forse preferiamo te…”
“Voglio sentirlo confessare la sua colpa. Dopo, è probabile… che ti risparmieremo.”
“Ma se ci hai ingannato…”
“Ti toglieremo il cuore e poi lo faremo a pezzi!”
(Pinhead, Donna Suppliziante e Kirsty)
I Supplizianti.
Ho sempre trovato particolarmente azzeccato il nome attribuito ai Cenobiti nel doppiaggio italiano.
Supplizianti, da supplizio. Termine che significa dolore, pena corporale, lesione, sofferenza. Ed é proprio questo il senso più profondo, ciò che meglio definisce questi esseri che provengono da un’altra dimensione. Una dimensione infernale, a giudicare dal loro aspetto e dalle loro intenzioni. Un inferno fatto di corpi consumati e dilaniati, di torture e di martirio.
Si definiscono esploratori delle più remote regioni dell’esperienza e ricercano l’estremo piacere attraverso l’estrema sofferenza.
Due concetti apparentemente distanti e opposti che arrivano a toccarsi e a coincidere, in un preciso punto da cui non esiste ritorno.
Considerazioni.
Clive Barker realizza il suo primo lungometraggio, adattando per lo schermo il suo breve romanzo “Schiavi dell’inferno” dell’anno precedente.
Hellraiser colpisce per molte ragioni e sotto diversi punti di vista. Intanto perché é un’opera di difficile collocazione, troppo spesso rilegata, frettolosamente e ingiustamente, nel genere slasher. In realtà, ha molte più similitudini con la categoria del body horror e con alcuni lavori di Cronenberg. Ma ha comunque il grande pregio di mantenere una sua originalità e di essere un prodotto atipico e affascinante.
Interessante, a tal proposito, il fatto che i Supplizianti entrino in causa solo se chiamati direttamente dall’interessato, tramite l’apertura della scatola/cubo. Si tratta dunque di creature che rispettano la coscienza di chi richiede il loro intervento. Non vengono a cercare la loro vittima, piuttosto vengono cercate da essa. E la componente sadomasochistica non é mai mera ricerca del piacere erotico fine a se stesso, ma piuttosto una condizione necessaria per elevare il proprio sé.
Impossibile non sottolineare la caratterizzazione fisica dei Supplizianti. In particolare, quella di Pinhead, il loro capo, entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo come icona del cinema di genere.
Anche le scenografie infernali sono davvero ben pensate e realizzate e si fanno apprezzare anche a distanza di anni.
Infine, una menzione d’obbligo anche per la colonna sonora, perfettamente intonata alla natura del progetto.
Tutto perfetto, dunque? Non proprio. A mio avviso gli unici difetti evidenti del film stanno in alcuni effetti speciali un po’ troppo “elementari” e nella recitazione molto/troppo teatrale degli attori coinvolti.
Ma, di fronte alla perfezione del resto, si é disposti a chiudere un occhio.
Conclusioni.
Hellraiser é un film carico di atmosfera, noto per i suoi temi oscuri e disturbanti. Esplora temi come il dolore, il piacere, la perversione e il desiderio. Ha avuto un enorme impatto sul genere horror, soprattutto grazie all’introduzione del personaggio di Pinhead. Un villain con la testa adornata di spilli, divenuto famoso quanto Fred Krueger, Jason Voorhees o Michael Myers.
Hellraiser é una pellicola imprescindibile per ogni amante dell’horror.
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