All Souls Day – Dia de los Muertos
All Souls Day: Dia de los Muertos (2005) – Il giorno dei morti secondo Jeremy Kasten
Nel 2005 il regista Jeremy Kasten, già noto per il suo gusto per l’horror grottesco e teatrale, dirige All Souls Day: Dia de los Muertos, un film che mescola suggestioni messicane, maledizioni antiche e atmosfere da zombie movie. Prodotto da Mark Altman e Mark A. Burman per la Sci-Fi Channel (oggi SyFy), il film si inserisce nel filone del terrore indipendente dei primi anni Duemila, con un budget limitato ma una spiccata ambizione visiva.
Trama
La storia si apre nel piccolo paese di Santa Bonita, in Messico, dove un gruppo di viaggiatori americani — tra cui Joss (Travis Wester) e Alicia (Marisa Ramirez) — si ritrova bloccato durante il Día de los Muertos, la tradizionale festa dei morti. Il villaggio, però, nasconde un oscuro segreto. Tra maledizioni, sacrifici umani e antichi rituali aztechi, la notte del Giorno dei Morti si trasforma in un incubo infernale.
Un horror tra folklore e exploitation
All Souls Day si distingue per l’uso del folclore messicano come cornice narrativa: il Día de los Muertos diventa non solo sfondo estetico, ma motore simbolico dell’orrore. Kasten costruisce un film che omaggia tanto i classici horror anni ’70 e ’80, quanto la tradizione gotica latina, con un tocco pulp e fumettistico.
Pur girato con mezzi modesti, il film sfrutta con intelligenza la fotografia calda e polverosa di Ray Poremba, che ricrea un Messico da incubo, sospeso tra realismo e mito. Gli effetti speciali, prevalentemente pratici, richiamano il cinema splatter di scuola Raimi o Fulci, con zombie decrepiti, rituali sanguinari e una buona dose di gore.
Cast e interpretazioni
Nel cast figurano volti familiari del cinema horror e televisivo di quegli anni.
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Danny Trejo (in un ruolo breve ma incisivo) dona al film la sua consueta aura di brutalità e carisma.
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Laura Harring, ricordata per Mulholland Drive di David Lynch, interpreta Esmeralda, custode del segreto del villaggio.
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David Keith e Ellie Cornell (già apparsa in Halloween 4 e 5) completano un ensemble eterogeneo, che mescola veterani e giovani interpreti.
Le performance, pur altalenanti, si adattano bene al tono del film: a metà tra serie B dichiarata e horror rituale, dove il divertimento risiede più nell’atmosfera e nelle trovate visive che nella profondità psicologica dei personaggi.
Temi e stile
Jeremy Kasten — che in seguito realizzerà The Wizard of Gore (2007) e The Theatre Bizarre (2011) — mostra già qui la sua fascinazione per il teatro del macabro e per l’idea del sacrificio come spettacolo. L’orrore di All Souls Day nasce dal contrasto tra vita e morte, fede e violenza, elementi che il regista orchestra con ritmo incalzante e un certo gusto per l’eccesso.
Il film non manca di difetti: la narrazione frammentaria, gli effetti digitali datati e alcuni cliché del genere ne limitano l’impatto. Tuttavia, conserva un fascino particolare per gli amanti dell’horror vintage e delle atmosfere folkloriche, evocando un mondo dove i morti non riposano mai davvero.
Conclusione
All Souls Day: Dia de los Muertos è un piccolo ma curioso esperimento di horror esotico e visivamente accattivante. Tra zombie, rituali e maledizioni azteche, Jeremy Kasten costruisce un racconto che fonde mitologia latinoamericana e cinema di genere americano, restituendo al pubblico un’esperienza macabra, a tratti ironica, ma profondamente legata al culto della morte.
Un film da (ri)scoprire per chi ama il cinema horror indipendente e le storie dove la tradizione diventa incubo.
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