Atroz

Atroz

Con Atroz siamo di fronte a uno dei prodotti più estremi in circolazione.

Senza troppi giri di parole il film fa della violenza e della follia crudi strumenti comunicativi essenziali per capire come e dove i due reietti protagonisti si muovono: sullo sfondo Città del Messico.

La caotica capitale ci viene mostrata all’inizio e le immagini accompagnate da didascalie dove i numeri di omicidi e casi di violenza impressionano.

Trama

In seguito a un terribile incidente stradale vengono arrestati due uomini in stato di ebbrezza e aver causato la morte della conducente dell’altro mezzo coinvolto.

Controllando l’auto dei due individui il comandante Juarez, giunto sul posto, trova una pistola e una videocamera. Qui la sconvolgente testimonianza, nel video, che i due soggetti arrestati, Goyo e Gordon, sono dei serial killer.

Recensione

Lex Ortega, regista e protagonista, conosce bene la sua terra e nell’ora e dieci di film mette in campo tutto un repertorio di torture, omicidi, deviazioni mentali, stupri, incesti e molto (tanto) altro.

In grado di mettere a dura prova lo sguardo dello spettatore minandone la resistenza dello sguardo.

Non ci sono eroi e nemmeno antieroi, tutti sono chiamati in causa: in questo depravato calderone anche chi dovrebbe garantire giustizia ed equilibrio si muove spinto dalla violenza.

Tecnicamente qui si rasenta la perfezione: l’alternarsi tra regia pulita e mockumentary dona al film un tono di profondo realismo che, unito a un’ottima recitazione e a effetti speciali notevoli, lo rendono quasi un veritiero documento in grado di colpire fortissimo e disturbare.

Fino al colpo di scena finale.

Come vi avevamo detto all’inizio..

Con Atroz siamo di fronte a uno dei prodotti più estremi in circolazione.

MOMENTO PANDEMONICO

Ogni qualvolta viene trovato un nastro e avviato 📼.
La visione e i contenuti delle scene sono sconvolgenti.


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