Stephen King – Il Re dell’Oscurità e il Cronista dell’Anima Marcia
Monografia dark su Stephen King: il re dell’orrore che ha trasformato la paura in arte, esplorando l’abisso dell’anima umana e la decomposizione del sogno americano.
Monografia dark su Stephen King: il re dell’orrore che ha trasformato la paura in arte, esplorando l’abisso dell’anima umana e la decomposizione del sogno americano.
Demon Slayer: Il treno Mugen – un’epopea di fuoco e lacrime. Il film che trasforma la morte in leggenda e l’eroismo in fiamma eterna
Monografia dark su Junji Ito, il maestro del manga horror che trasforma la bellezza in follia e la carne in poesia grottesca.
Ci sono scrittori che inventano mondi, e poi c’è Howard Phillips Lovecraft, che ha fatto di peggio: ha distrutto il nostro.
Con la sua prosa febbrile e la sua visione cosmica, ha tolto all’uomo il conforto della centralità, cancellando ogni illusione di senso.
The Mandela Catalogue si apre come una ferita. È una serie analog horror che non urla, non spaventa con improvvisi colpi di scena: si insinua invece come un virus visivo, un sussurro che si annida nella mente e corrompe ogni certezza.
Nel principio fu il corpo. Poi venne la rete, e il corpo divenne un guscio: uno shell. È qui che nasce il Ghost in the Shell, l’anima intrappolata nella macchina,
Alien diventasse l’incubo cinematografico che tutti conosciamo, prese forma come romanzo. Alan Dean Foster trasformò la sceneggiatura in un’opera di carta e inchiostro
Naoki Urasawa, nel suo capolavoro Pluto, prende uno dei racconti più luminosi della tradizione di Osamu Tezuka e lo trasforma in una tragedia moderna, un requiem sull’umanità e le sue macchine. Non è solo un manga di fantascienza: è un’elegia sulla perdita, sulla memoria e sull’impossibilità di redenzione.
Il campo dell’arcobaleno di Inio Asano non è un semplice manga. È un enigma fatto di ferite, un mosaico narrativo che intreccia trauma, senso di colpa e crudeltà umana. Non ci sono eroi, non c’è redenzione: ci sono solo cicatrici, invisibili eppure pulsanti, che marciscono nel silenzio del tempo.
Lo scarafaggio di Ian McEwan è uno di questi: un’opera breve, affilata come un coltello arrugginito, che graffia con ironia nera e disgusto metafisico.
Liberamente ispirato a Kafka, ma contaminato dall’odore tossico del nostro presente politico, il romanzo rovescia la prospettiva: non è più l’uomo a svegliarsi trasformato in insetto, ma uno scarafaggio che prende possesso del corpo di un uomo di potere.