Fumetti

  • Clean Room

    Clean Room è uno dei titoli più coraggiosi e inquieti del catalogo Vertigo. La serie di Gail Simone e Jon Davis Hunt costruisce un orrore che non cerca soltanto di spaventare ma di insinuarsi sotto la pelle del lettore. Il punto di forza è la capacità di fondere indagine giornalistica, trauma personale e visioni sovrannaturali in un unico flusso narrativo che mantiene sempre una tensione crescente. L atmosfera è fredda e chirurgica proprio come promesso dal titolo e ciò rende ogni scena imprevedibile e disturbante.

  • Revival

    Revival è uno dei fumetti horror più sottovalutati degli ultimi anni, un’opera che prende un concept molto semplice e lo trasforma in un affresco complesso, malinconico e profondamente umano. Ambientato nel Wisconsin rurale, il racconto immerge subito il lettore in un’atmosfera gelida e densa di tensione, dove la normalità delle piccole comunità agricole viene incrinata da un evento impossibile da comprendere. Il ritorno dei morti non come zombie né come spiriti, ma come persone apparentemente “vive”, apre la porta a un orrore intimo, lento e psicologico, più vicino al mistero che al gore. Tim Seeley costruisce un microcosmo coerente, credibile e tossico, un luogo che si sgretola all’arrivo dell’ignoto.

  • Ice Cream Man

    Ice Cream Man è una delle opere più originali e disturbanti dell’horror contemporaneo, un fumetto che rifiuta qualsiasi schema narrativo convenzionale per trasformarsi in un labirinto di storie autoconclusive dove il vero mostro è spesso ciò che si nasconde nella mente dei personaggi. La serie di Prince e Morazzo colpisce soprattutto per la sua capacità di reinventarsi continuamente cambiando tono, ritmo e persino struttura formale, ma mantenendo sempre intatta un’atmosfera di inquietudine crescente. Il lettore non ha punti di riferimento stabili e questo spaesamento è parte integrante dell’esperienza.

  • The Me You Love in the Dark

    The Me You Love in the Dark è un fumetto che ti entra sotto pelle con la delicatezza di una carezza e la crudeltà di una confessione. Skottie Young, lontano dalle sue follie colorate di I Hate Fairyland, costruisce un racconto intimo e soffocante, dove l’orrore si insinua silenziosamente nelle crepe dell’anima. Non c’è bisogno di mostri urlanti o di sangue a fiotti: basta una casa troppo grande, un silenzio troppo lungo e una voce che sussurra nell’ombra. È l’horror della solitudine, quello che ti osserva quando pensi di essere finalmente al sicuro.

  • The Silver Coin

    The Silver Coin è un’antologia horror che si distingue per la sua struttura corale e per la sua coerenza visiva nonostante il continuo cambio di sceneggiatori. Ogni storia ruota attorno a una moneta d’argento maledetta che attraversa epoche e persone lasciando dietro di sé morte, rovina e disperazione. Michael Walsh ne cura interamente i disegni e i colori costruendo un universo visivo oscuro e sporco in cui la violenza non è mai gratuita ma sempre funzionale a mostrare quanto il desiderio umano di successo o potere possa trasformarsi in condanna. La moneta diventa così un simbolo del prezzo del desiderio e della corruzione dell’anima.

  • Colder

    Colder è un fumetto horror pubblicato da Dark Horse Comics, scritto da Paul Tobin e illustrato da Juan Ferreyra. È una di quelle opere che riescono a combinare il terrore più viscerale con un senso di malinconia profonda, portando il lettore in un territorio in cui la follia diventa materia concreta e tangibile. Il titolo stesso è una dichiarazione d’intenti: più il protagonista scivola nell’abisso della pazzia, più il suo corpo si raffredda, come se la perdita della sanità mentale fosse una lenta trasformazione fisica verso la morte. L’idea è tanto semplice quanto inquietante e viene sviluppata con una tensione crescente e una raffinatezza narrativa rara nel fumetto horror contemporaneo.