Frankenstein (1931)
“Frankenstein” del 1931 ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e sul cinema stesso, influenzando non solo il genere horror ma anche la cinematografia nel suo complesso.
Benvenuti a Horror Cult, la rubrica dedicata ad esplorare i film horror che hanno segnato la storia del genere. Ci immergeremo nei meandri dei classici del brivido, riscoprendo pellicole che hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico.
“Frankenstein” del 1931 ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e sul cinema stesso, influenzando non solo il genere horror ma anche la cinematografia nel suo complesso.
Lo spettro invisibile occupa un posto di rilievo per il suo curioso intreccio tra horror, psicologia e melodramma familiare. Diretto da Joseph H. Lewis e interpretato da un iconico Bela Lugosi, il film è oggi considerato una piccola gemma del cinema dell’orrore di serie B, capace di affascinare grazie alla sua atmosfera sinistra e ai suoi sottotesti inquietanti.
La storia ruota attorno a una serie di omicidi brutali che sconvolgono la città di New York. Le vittime sono tutte giovani donne, uccise in modo particolarmente cruento. Il detective Fred Williams (interpretato da Jack Hedley) è incaricato di indagare sugli omicidi e scoprire l’identità dello squartatore. Durante le indagini, Williams è affiancato dalla psicologa Dr. Paul Davis (Paolo Malco), che tenta di delineare il profilo psicologico dell’assassino.
Il sonno nero del dottor Satana è un classico dell’horror degli anni ’50 che unisce scienza deviata, esperimenti proibiti e atmosfere lugubri. Conosciuto anche per il suo cast ricco di leggende del cinema horror, il film si colloca in un’epoca in cui il genere cercava nuove strade tra il gotico tradizionale e il filone più fantascientifico.
Nel panorama dell’horror britannico degli anni ’60, Il circo degli orrori occupa un posto particolare. Diretto da Sidney Hayers nel 1960, il film è una produzione Anglo-Amalgamated che unisce elementi di thriller psicologico, melodramma e horror estetico, il tutto ambientato in un contesto insolito e suggestivo: un circo itinerante.
Ambientato nella Londra del 1761, il film prende spunto dal famigerato ospedale psichiatrico di Bedlam, tristemente noto per le sue crudeltà e disumanità nei confronti dei pazienti mentali. Il perfido Maestro Sims (Boris Karloff) è il direttore della struttura, un uomo raffinato ma sadico, che trasforma il manicomio in un’attrazione per i ricchi curiosi dell’alta società.
65 anni di Psycho… il capolavoro immortale di Alfred Hitchcock che ha cambiato il cinema per sempre 🔪🎬
Nel 1955, il regista Jack Arnold, già autore di classici come Il mostro della laguna nera, portò sul grande schermo uno degli incubi più emblematici della fantascienza horror degli anni ’50: Tarantula. In un decennio dominato dalla paura della guerra atomica e dalle mutazioni incontrollate, questo film divenne un perfetto simbolo dell’epoca, mescolando scienza impazzita, mostri giganti e atmosfera da B-movie con un sorprendente tocco di classe.
Diretto dall’inglese Guy Green e prodotto dai celebri Hammer Film Studios, Delitto in tuta nera (The Snorkel) è un raffinato thriller del 1958 che mescola il brivido del delitto perfetto con l’angoscia psicologica del sospetto ignorato. Poco conosciuto rispetto ai grandi successi horror della Hammer, questo film rappresenta però un piccolo gioiello di tensione e atmosfera, degno d’essere riscoperto.
La casa sulla scogliera (The Uninvited) rappresenta una delle prime incursioni del cinema hollywoodiano nel genere delle case infestate con un tono serio e inquietante. Diretto da Lewis Allen e interpretato da Ray Milland, Ruth Hussey e Gail Russell, il film riesce a fondere con eleganza l’elemento soprannaturale con un’intensa componente psicologica e drammatica.