Sci-Fi

Sci-Fi
Tra Scienza e Horror. La rubrica perfetta per chi ama i racconti dove l’ignoto scientifico si trasforma in minaccia.
Parleremo di Film e Serie TV Sci-Fi che mescolano ingegno tecnologico e angoscia cosmica, con uno sguardo critico alle paure che nascono da ciò che non comprendiamo, l’intelligenza artificiale, lo spazio profondo, la manipolazione genetica. Perché a volte, la vera incognita è cosa potremmo diventare!

  • Come True

    Come True (2020), diretto da Anthony Scott Burns, è un film horror fantascientifico che si insinua lentamente sotto la pelle, mescolando l’onirico con il distopico. Al centro della storia c’è Sarah, un’adolescente in fuga da casa che si iscrive a uno studio sul sonno nel tentativo di trovare un rifugio temporaneo. Ma ciò che inizia come un esperimento clinico prende rapidamente pieghe inquietanti, trascinandola e noi, in un mondo fatto di ombre misteriose e sogni sempre più inquietanti. Il film colpisce fin dall’inizio con una fotografia fredda e satura di blu, che incornicia una realtà al confine con l’incubo.

  • Companion

    Companion (2025), diretto da Drew Hancock al suo debutto cinematografico, è un’esplosione stilistica e concettuale che fonde fantascienza, horror, thriller e commedia nera in un mix sorprendente. Al centro della storia ci sono Iris (Sophie Thatcher) e Josh (Jack Quaid), una coppia apparentemente normale che si unisce ad amici in una baita isolata per un weekend che promette leggerezza ma si trasforma rapidamente in un incubo. Hancock gioca con le convenzioni del genere, ribaltando aspettative e mescolando umorismo nero e inquietudine in un’atmosfera tanto pop quanto disturbante.

  • L’Angelo del Male

    L’Angelo del Male (titolo originale Brightburn) è un film del 2019 diretto da David Yarovesky e prodotto da James Gunn, che offre una rilettura in chiave horror del mito di Superman. La premessa è tanto semplice quanto potente: cosa accadrebbe se un bambino alieno, caduto sulla Terra e cresciuto da una coppia di bravi genitori, invece di diventare un eroe si rivelasse un mostro? Questa inversione narrativa è il cuore pulsante del film, che mescola abilmente elementi da cinecomic e horror psicologico.

  • Cube

    Nel panorama del cinema horror fantascientifico degli anni ’90, Cube emerge come un’opera sorprendentemente originale e disturbante. Diretto dall’esordiente Vincenzo Natali, il film è stato realizzato con un budget ridottissimo e un set essenziale, ma riesce a costruire una tensione claustrofobica e psicologica attraverso una premessa tanto semplice quanto inquietante: un gruppo di sconosciuti si risveglia intrappolato in un labirinto di stanze cubiche, ognuna potenzialmente letale. L’apparente minimalismo estetico è funzionale a un’atmosfera alienante, quasi astratta, dove la paura non proviene da un mostro o da una creatura, ma dalla geometria stessa.

  • Hostile Dimensions

    Hostile Dimensions è un esperimento audace nel panorama indie del cinema horror-sci-fi. Diretto da Graham Hughes, questo film in stile found footage esplora una premessa familiare, la scomparsa misteriosa di una persona, per poi condurci in territori sempre più surreali, dimensionali e disturbanti. Con un budget limitato ma un’ambizione visiva e narrativa fuori dal comune, il film si distingue per la sua capacità di generare tensione crescente e inquietudine tramite mezzi visivi semplici ma creativi, affidandosi più alle idee che agli effetti speciali.

  • Under the Skin

    Under the Skin è un film che disorienta, seduce e inquieta. Diretto da Jonathan Glazer e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Michel Faber, è una pellicola che sfugge alle etichette facili: è horror, è sci-fi, è arte sperimentale. Ma soprattutto è un’esperienza visiva ed emotiva profondamente destabilizzante. Scarlett Johansson, in una delle sue interpretazioni più audaci e silenziose, veste i panni di una creatura aliena che si aggira per la Scozia, alla ricerca di uomini soli da sedurre. Il film non racconta, ma mostra, e spesso nemmeno quello: suggerisce, lasciando lo spettatore in uno stato di ipnosi inquieta.

  • Ash

    Ash, diretto da Flying Lotus, è un film sci-fi horror che si colloca in quel filone disturbante e surreale che ricorda opere come Under the Skin o Event Horizon. La pellicola racconta la storia di una donna, interpretata da Eiza González, che si risveglia su una remota stazione spaziale, circondata dai cadaveri del suo equipaggio. L’atmosfera è da subito inquietante, e il regista ci immerge in un incubo visivo e sonoro alienante, grazie anche a una colonna sonora sperimentale composta da lui stesso.

  • Zeder

    Zeder è un film horror italiano diretto da Pupi Avati nel 1983, e rappresenta uno degli esempi più originali e inquietanti del genere in Italia. Lontano dagli eccessi dello splatter, il film punta su atmosfere oscure, suggestioni metafisiche e un lento crescendo di tensione psicologica. È un’opera enigmatica e affascinante, capace di mescolare il thriller investigativo con la riflessione sulla morte e sul ritorno alla vita.

  • Mad God

    Mad God, diretto da Phil Tippett, è un’opera cinematografica unica, nata da un incubo durato trent’anni. Tippett, genio degli effetti visivi dietro capolavori come Star Wars e Jurassic Park, ci trasporta in un universo distorto, costruito interamente con animazione in stop-motion e live-action minimali. L’intera pellicola è priva di dialoghi e si regge su immagini disturbanti, rumori industriali e una colonna sonora cupa. Non c’è una narrazione tradizionale, bensì una lenta discesa negli abissi di un mondo post-apocalittico, grottesco e corrotto.

  • The Substance

    The Substance, diretto da Coralie Fargeat, è un film che fonde horror corporeo e satira sociale, esplorando le ossessioni estetiche e l’industria cinematografica. Presentato al Festival di Cannes nel 2024, il film ha ricevuto il Prix du Scénario e ha ottenuto cinque nomination agli Oscar, vincendo il premio per il miglior trucco e acconciatura. Demi Moore e Margaret Qualley interpretano rispettivamente Elisabeth e Sue, due versioni della stessa persona, in un racconto che sfida le convenzioni del corpo e dell’identità.