Sci-Fi

Sci-Fi
Tra Scienza e Horror. La rubrica perfetta per chi ama i racconti dove l’ignoto scientifico si trasforma in minaccia.
Parleremo di Film e Serie TV Sci-Fi che mescolano ingegno tecnologico e angoscia cosmica, con uno sguardo critico alle paure che nascono da ciò che non comprendiamo, l’intelligenza artificiale, lo spazio profondo, la manipolazione genetica. Perché a volte, la vera incognita è cosa potremmo diventare!

  • The Vast of Night

    The Vast of Night (2019), esordio alla regia di Andrew Patterson, è un piccolo miracolo di cinema indipendente: un film sci-fi ambientato negli anni ’50 che, pur con mezzi ridotti, riesce a evocare un senso di mistero, inquietudine e meraviglia degno dei grandi classici del genere. La pellicola si apre come un episodio di una fittizia serie antologica televisiva chiamata Paradox Theater, chiaro omaggio a Ai confini della realtà (The Twilight Zone), stabilendo fin da subito un tono retro e metacinematografico. Ma al di là del gioco stilistico, ciò che davvero colpisce è la potenza della narrazione e la padronanza del ritmo.

  • Splice

    Splice (2009), diretto da Vincenzo Natali, è un film di sci-fi horror che si distingue per la sua audace miscela di temi legati alla genetica, alla bioetica e all’inquietante esplorazione della creazione di vita. Il film si concentra su Elsa (Sarah Polley) e Clive (Adrien Brody), due genetisti di punta che, dopo aver creato un ibrido animale in laboratorio, decidono di spingersi oltre i limiti etici e scientifici, tentando di creare un essere umano-animale. Il risultato è Dren, una creatura inquietante e affascinante, che sfida ogni convenzione morale e porta con sé un dramma crescente, tanto psicologico quanto fisico.

  • Beyond the Black Rainbow

    Beyond the Black Rainbow (2010), esordio alla regia di Panos Cosmatos, è un’esperienza cinematografica che sfida i confini della narrazione convenzionale per immergere lo spettatore in un viaggio sensoriale oscuro, astratto e profondamente inquietante. Ambientato nel 1983 all’interno dell’enigmatico Arboria Institute, il film si presenta fin da subito come un’opera fuori dal tempo, intrisa di estetica retrofuturista, suggestioni new age distorte e atmosfere alla Tarkovskij ma filtrate attraverso una lente di puro incubo psichedelico. La trama è minimale, quasi un pretesto: una giovane ragazza dotata di poteri psichici, Elena, è prigioniera in una struttura claustrofobica sotto il controllo di uno scienziato freddo e disturbato, Barry Nyle.

  • The Endless

    The Endless (2017), diretto e interpretato da Justin Benson e Aaron Moorhead, è un film che si muove tra i confini del thriller psicologico, della fantascienza e dell’horror cosmico, riuscendo a creare un’atmosfera inquietante e intellettualmente stimolante pur lavorando con un budget ridotto. La storia segue due fratelli, Justin e Aaron (gli stessi registi nei ruoli principali), che anni dopo essere fuggiti da un presunto culto ufologico, ricevono una misteriosa videocassetta da uno dei membri e decidono di tornare per una breve visita. Ciò che trovano, tuttavia, è tutt’altro che ordinario.

  • Event Horizon

    Event Horizon (1997), diretto da Paul W.S. Anderson, è un film che mescola la fantascienza cupa con l’horror più disturbante, creando un’esperienza visiva e psicologica che ha guadagnato nel tempo lo status di cult. Ambientato nel 2047, il film segue un equipaggio incaricato di recuperare una nave scomparsa, la Event Horizon, che improvvisamente riappare al largo di Nettuno dopo sette anni di silenzio. Il concept centrale – una nave che ha attraversato letteralmente un’altra dimensione – è affascinante e terrificante, evocando un immaginario dove la scienza spinge i limiti della percezione e finisce per invadere territori spirituali e infernali.

  • The Divide

    The Divide (2011), diretto da Xavier Gens, è un film sci-fi horror che affonda le sue radici in una visione cupissima della natura umana, declinata attraverso il filtro del survival post-apocalittico. Ambientato quasi interamente all’interno di un rifugio antiatomico, il film si apre con un attacco nucleare improvviso su New York. Un gruppo eterogeneo di sopravvissuti si rifugia in cantina, trovandosi costretto a convivere in spazi angusti mentre il mondo esterno, apparentemente distrutto, rimane un’incognita. Questa premessa, semplice ma potente, funge da detonatore per un’escalation di paranoia, violenza e follia.

  • Possessor

    Brandon Cronenberg, figlio del leggendario David, dimostra con Possessor di non essere un semplice erede, ma un autore con una voce potente e personale. Il film si colloca perfettamente nel solco del body horror filosofico che ha reso celebre il padre, ma rielabora quei tratti in chiave più glaciale, astratta e tecnologica. Siamo in un futuro distorto, dove una misteriosa agenzia utilizza impianti cerebrali per far “possedere” i corpi altrui da assassini professionisti, che agiscono su commissione, sacrificando l’identità ospite per compiere omicidi irrintracciabili. Già questa premessa racconta un’epoca dominata dalla spersonalizzazione e dalla perdita del sé, concetti che Cronenberg figlio maneggia con intelligenza e crudele eleganza.

  • The Laplace’s Demon

    The Laplace’s Demon è un gioiello nascosto del cinema di genere, che fonde horror, fantascienza e filosofia in un’esperienza visiva unica. Diretto da Giordano Giulivi, il film italiano del 2017 si distingue immediatamente per la sua estetica rétro e la cura maniacale dell’immagine. Realizzato con l’uso di rear-projection (una tecnica quasi abbandonata dai tempi d’oro di Hitchcock), crea un’atmosfera sospesa, claustrofobica e profondamente teatrale. Il bianco e nero contribuisce a rafforzare questo senso di alienazione, evocando l’epoca della fantascienza classica, ma rivisitata con una consapevolezza moderna.

  • Sputnik

    Sputnik (2020), diretto da Egor Abramenko, è un raffinato esempio di come il cinema russo possa entrare con forza nel panorama della fantascienza horror, offrendo una prospettiva originale e inquietante su un tema già ampiamente esplorato dal cinema occidentale: il contatto tra uomo e creatura aliena. Ambientato negli anni ’80, durante la Guerra Fredda, il film sfrutta l’atmosfera paranoica e l’isolamento tipico di quel periodo per amplificare il senso di angoscia e claustrofobia. La pellicola si presenta subito come un thriller psicologico più che un action sci-fi, scegliendo la strada dell’introspezione e della tensione lenta anziché l’adrenalina esplosiva.

  • Come True

    Come True (2020), diretto da Anthony Scott Burns, è un film horror fantascientifico che si insinua lentamente sotto la pelle, mescolando l’onirico con il distopico. Al centro della storia c’è Sarah, un’adolescente in fuga da casa che si iscrive a uno studio sul sonno nel tentativo di trovare un rifugio temporaneo. Ma ciò che inizia come un esperimento clinico prende rapidamente pieghe inquietanti, trascinandola e noi, in un mondo fatto di ombre misteriose e sogni sempre più inquietanti. Il film colpisce fin dall’inizio con una fotografia fredda e satura di blu, che incornicia una realtà al confine con l’incubo.