Curiosita’ su SALO’ o Le 120 Giornate di Sodoma
Curiosita’ su SALO’ o Le 120 Giornate di Sodoma
Salo’ o le 120 Giornate di Sodoma e’ un film del 1975 di Pier Paolo Pasolini.
Fu presentato postumo al regista e subito scateno’ grandi proteste e lunghe vicende giudiziarie.
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Ecco alcune curiosita’ del film:
I titoli dei quattro cerchi: Il film è diviso in quattro parti, che riflettono i cerchi dell’inferno dantesco: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue. Questo parallelo con la Divina Commedia aggiunge un ulteriore livello di simbolismo alla struttura narrativa.
Collaborazione con Pupi Avati: Anche se non fu accreditato, Pasolini lavorò alla sceneggiatura del film con Pupi Avati, assieme allo scrittore Sergio Citti. Avati, conosciuto per il suo cinema più intimista, e Citti, che aveva collaborato con Pasolini in vari progetti, contribuirono a rendere l’atmosfera disturbante e surreale del film.
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L’importanza del sonoro: Molte scene sono caratterizzate da un suono volutamente freddo e distaccato. Le musiche di Ennio Morricone furono usate in modo minimale, enfatizzando il distacco emotivo. Pasolini voleva che lo spettatore si concentrasse sulle immagini piu’ che dalle emozioni sonore.
Influenza surrealista: Nonostante la sua natura estremamente realistica, “Salò” è fortemente influenzato dal surrealismo. Pasolini include elementi onirici e grotteschi, rifacendosi a stili artistici come quello di Luis Buñuel.
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Simbolismo numerico: La struttura del film si basa anche sul numero “4”, considerato un simbolo di potere e autorità. Ci sono 4 figure di potere (il Duca, il Monsignore, il Presidente e il Magistrato) e 4 servitrici che raccontano le storie, tutti agiscono in una struttura gerarchica di dominio e sottomissione.
Fotografie scomparse: Prima dell’uscita del film, alcune foto del set di “Salò” vennero rubate. Questo evento alimentò leggende riguardo alle intenzioni politiche del film e suscitò un enorme clamore mediatico, aumentando l’aura misteriosa e controversa del film.
Un film teorico: Pasolini considerava “Salò” un “film-teorema”, ovvero un’opera non per intrattenere, ma per illustrare una tesi. Il film mette in scena le sue idee sul potere e la mercificazione dei corpi e delle anime nell’epoca moderna, esplorando le dinamiche del dominio fisico e psicologico.
Il riferimento alla pornografia: Anche se alcune scene del film possono sembrare esplicitamente pornografiche, Pasolini voleva fare una distinzione tra pornografia commerciale e quella “politica” che, nel contesto del film, ha il compito di denunciare il degrado umano.
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Pasolini e i giovani: Nella scelta degli attori per i ruoli dei giovani protagonisti, Pasolini cercò di evitare attori professionisti, scegliendo volti sconosciuti per accentuare la vulnerabilità e l’innocenza dei personaggi, rendendo il loro destino ancora più tragico.
L’eredità culturale del film: Nonostante il film abbia suscitato repulsione in molti spettatori, è stato rivalutato nel corso degli anni. Studiosi e critici cinematografici hanno esplorato i suoi significati più profondi, vedendolo come un’opera profetica sulla violenza del potere e sulla perdita dell’umanità in un mondo sempre più disumanizzato.
Salo’ o le 120 giornate di Sodoma rimane un film di difficile visione, ma è una delle opere più radicali, controverse e potenti del cinema, che ancora oggi suscita riflessioni profonde e dibattiti accesi.
Curiosita’ su SALO’ o le 120 giornate di Sodoma
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