Da Altrove e Altri Racconti

Da Altrove e Altri Racconti

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri Racconti di Erik Kriek

Se ti piace l’orrore che non ti prende a schiaffi ma ti sussurra “ti rovino la notte” nell’orecchio, allora H.P. Lovecraft – Da Altrove e altri racconti di Erik Kriek è roba tua. È tipo Lovecraft, ma con i disegni che ti entrano nel cervello e ti fanno venire voglia di non aprire più la porta di casa.

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri Racconti

Kriek ha preso cinque racconti di H.P. Lovecraft

E li ha disegnati in stile vecchia scuola, roba anni 50, atmosfera da fumetto pulp che odora di carta ingiallita e panico. Niente colori, tutto in bianco e nero, con ombre pesanti che sembrano pronte a saltarti addosso appena abbassi la guardia. Roba elegante e disturbante.

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri Racconti

I racconti inclusi sono

L’Estraneo, Il colore venuto dallo spazio, Dagon, Da Altrove e La maschera di Innsmouth. Tutti classiconi, ma qui girano con un vestito nuovo. Kriek non fa la solita minestra riscaldata, reinterpreta, taglia dove serve, e soprattutto disegna l’indescrivibile. Che già è un miracolo, considerando che Lovecraft stesso diceva che certe cose non si possono nemmeno immaginare. Eh, invece lui ce la fa.

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri RaccontiLa maschera di Innsmouth è il pezzo grosso

43 tavole. Quasi un fumetto nel fumetto. Kriek ci si butta a capofitto e tira fuori tutta la marcescenza di Innsmouth. Gente strana, case cadenti, odore di pesce anche solo sfogliando le pagine. Ti senti lì, con quella sensazione fastidiosa di essere osservato da qualcosa che non ha le sopracciglia ma sa benissimo chi sei.

Ma non è solo questo

In Il colore venuto dallo spazio, che teoricamente parla di un… colore (ma che colore? Boh, Lovecraft non l’ha mai detto), Kriek riesce a rendere l’alieno e l’assurdo senza usare nemmeno una goccia di colore. Solo bianco, nero, e texture che sembrano pronte a risucchiarti dentro la pagina. Te lo senti addosso, quel “colore” che ti risucchia il cervello.

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri RaccontiOra, non è tutto oro che luccica tra le tenebre

Dagon e L’Estraneo sono un pò troppo brevi, un pò tirati via. Non brutti, eh, ma li leggi e pensi, “Aspetta, è già finito?” Ti lasciano quella sensazione da sogno che si interrompe a metà. Però anche lì, le tavole sono forti e ti lasciano comunque addosso quel brivido da “ok, chiudo il libro ma resto sveglio un altro pò”.

Occhio, SPOILER!

Nel racconto Da Altrove, c’è questa chicca in cui il protagonista scopre a poco a poco che… sorpresa! Non è esattamente umano. E invece di dirlo con una frasetta da fine capitolo, Kriek te lo spiattella con una sequenza di trasformazioni grafiche belle intense. Roba da farti dire “oddio” ad alta voce. Una metamorfosi illustrata che ti resta appiccicata addosso tipo una seconda pelle che non vuoi avere.

H.P. Lovecraft. Da Altrove e Altri RaccontiIn generale

Questo volume è una goduria per chi ama Lovecraft, ma anche per chi si avvicina per la prima volta. Non devi per forza sapere tutto sui Grandi Antichi per godertele. Ti basta avere voglia di perderti in un mondo fatto di orrori silenziosi, ombre troppo lunghe e cose che non dovrebbero esistere… ma che, guarda un po’, esistono eccome.

Da Altrove e altri racconti

È un viaggio allucinato tra il classico e il moderno, tra il “non capisco bene cosa sto guardando” e il “ma perché ho spento la luce?”. Se cerchi horror da leggere col fiato corto e gli occhi sbarrati, questo è il tuo prossimo fumetto. E se poi sogni qualcosa con tentacoli, te la sei cercata.


Iscriviti al nostro canale YouTube

Articoli simili

  • Under the Skin

    Under the Skin è un film che disorienta, seduce e inquieta. Diretto da Jonathan Glazer e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Michel Faber, è una pellicola che sfugge alle etichette facili: è horror, è sci-fi, è arte sperimentale. Ma soprattutto è un’esperienza visiva ed emotiva profondamente destabilizzante. Scarlett Johansson, in una delle sue interpretazioni più audaci e silenziose, veste i panni di una creatura aliena che si aggira per la Scozia, alla ricerca di uomini soli da sedurre. Il film non racconta, ma mostra, e spesso nemmeno quello: suggerisce, lasciando lo spettatore in uno stato di ipnosi inquieta.

  • Cube

    Nel panorama del cinema horror fantascientifico degli anni ’90, Cube emerge come un’opera sorprendentemente originale e disturbante. Diretto dall’esordiente Vincenzo Natali, il film è stato realizzato con un budget ridottissimo e un set essenziale, ma riesce a costruire una tensione claustrofobica e psicologica attraverso una premessa tanto semplice quanto inquietante: un gruppo di sconosciuti si risveglia intrappolato in un labirinto di stanze cubiche, ognuna potenzialmente letale. L’apparente minimalismo estetico è funzionale a un’atmosfera alienante, quasi astratta, dove la paura non proviene da un mostro o da una creatura, ma dalla geometria stessa.

  • Heartworm

    Nel panorama dei survival horror indipendenti, pochi titoli hanno suscitato curiosità quanto Heartworm, il gioco sviluppato da Vincent Adinolfi, previsto su PC entro il 2025. Ispirato ai classici degli anni ’90, questo titolo unisce meccaniche da survival tradizionale con un racconto psicologico profondo e disturbante.

  • L’Angelo del Male

    L’Angelo del Male (titolo originale Brightburn) è un film del 2019 diretto da David Yarovesky e prodotto da James Gunn, che offre una rilettura in chiave horror del mito di Superman. La premessa è tanto semplice quanto potente: cosa accadrebbe se un bambino alieno, caduto sulla Terra e cresciuto da una coppia di bravi genitori, invece di diventare un eroe si rivelasse un mostro? Questa inversione narrativa è il cuore pulsante del film, che mescola abilmente elementi da cinecomic e horror psicologico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *