Delphine LaLaurie - La Vera Storia
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Delphine LaLaurie – La Vera Storia

Delphine LaLaurie: una vita di lusso e orrore nella New Orleans anteguerra

Marie Delphine LaLaurie nacque nel 1787 in una delle famiglie più influenti di New Orleans, un centro commerciale e culturale in rapida espansione nel Sud degli Stati Uniti. Proveniente dalla famiglia Macarty, nota per il suo prestigio e i legami con l’élite politica e militare, Delphine ebbe fin da giovane un’esistenza immersa nell’opulenza e nella rigida gerarchia sociale del tempo.

La giovinezza e i matrimoni

Delphine si sposò per la prima volta molto giovane, intorno ai 13 anni, con Ramon López y Ángulo, un ufficiale spagnolo, da cui ebbe due figli. Rimasta vedova o separata, sposò poi Jean Blanque, da cui ebbe altri due figli, e infine Leonard Louis Nicolas LaLaurie, un medico più giovane di lei con il quale si trasferì definitivamente nella sontuosa residenza in Royal Street.

Questi matrimoni la posero in una posizione privilegiata, permettendole di accumulare ricchezze e consolidare il proprio status sociale. La sua vita pubblica era caratterizzata da feste sontuose, balli e una partecipazione attiva alle cerchie aristocratiche di New Orleans.

La vita nella grande casa

Nel 1832, Delphine fece costruire un grande palazzo neoclassico in una delle strade più prestigiose della città. La casa non era solo la sua dimora: vi abitavano anche numerosi schiavi, indispensabili alla gestione della proprietà e dei numerosi eventi sociali organizzati.

Il sistema della schiavitù a New Orleans era rigidamente stratificato e spesso brutalmente gestito. Sebbene la società locale accettasse la schiavitù come normale, i racconti che circolavano su Delphine LaLaurie parlavano di punizioni particolarmente crudeli, esercitate con una crudeltà che sconfinava nell’inaudito. Era conosciuta per essere severa e inflessibile, ma nessuno immaginava l’orrore che si celava dietro le mura della sua villa.

Il terribile incendio e la scoperta

Nel 1834, un incendio scoppiato nella cucina della villa portò alla luce una realtà agghiacciante. Mentre i vicini accorrevano per aiutare, uno schiavo riuscì a fuggire, rivelando che era stato tenuto incatenato in condizioni disumane e che altre persone erano prigioniere in stanze segrete della casa.

Quando le autorità e la folla entrarono nella villa, trovarono una serie di stanze con schiavi mutilati, incatenati e maltrattati in modi indicibili. Questa scoperta scatenò l’ira della comunità, che cercò di distruggere la villa come punizione per i crimini di Madame LaLaurie.

La fuga e il mistero finale

Delphine LaLaurie riuscì a fuggire prima dell’assalto, fuggendo con il marito verso la Francia, dove si persero le sue tracce. Nonostante le accuse, non fu mai formalmente processata o condannata, probabilmente grazie alla sua posizione sociale e ai legami influenti della famiglia.

La sua figura rimase avvolta nel mistero e nell’orrore, diventando una leggenda nera della città, simbolo di una crudeltà estrema nel sistema della schiavitù americana.

Il lascito e la memoria

La casa di Royal Street divenne famosa come uno dei luoghi più infestati e inquietanti di New Orleans, oggetto di racconti, leggende e studi paranormali. La figura di Delphine LaLaurie è stata raccontata e reinterpretata in libri, film e serie TV, spesso enfatizzando l’aspetto oscuro e mostruoso della sua personalità.

Oggi, la sua storia viene letta anche come un monito sul potere assoluto e incontrollato che la schiavitù conferiva a certe persone, e come simbolo delle violenze che hanno segnato profondamente la storia degli Stati Uniti.


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