Hellblazer
L’occulto diventa politico, l’esordio di John Constantine
Nel 1988, Jamie Delano inaugurò la serie Hellblazer per la linea Vertigo della DC Comics, proseguendo l’opera iniziata da Alan Moore con Swamp Thing, dove per la prima volta era apparso il personaggio di John Constantine. L’ambientazione è l’Inghilterra tatcheriana di fine anni ’80, cupa, disillusa, in bilico tra crisi sociale e degrado urbano. Delano prende questo scenario e vi innesta una potente miscela di horror soprannaturale, critica politica e disperazione umana, dando vita a uno dei fumetti più disturbanti e provocatori della storia del medium.
Un antieroe cinico e maledetto
John Constantine è tutto fuorché un eroe tradizionale: mago autodidatta, truffatore, ex punk, con la sigaretta sempre accesa e un passato che lo perseguita. È un uomo tormentato dai sensi di colpa e dalla consapevolezza che le sue scelte spesso portano morte e dannazione a chi gli sta vicino. Ma è anche uno dei personaggi più carismatici mai scritti nel fumetto horror: la sua umanità è tangibile, la sua voce narrativa è tagliente e viscerale. Delano lo presenta come un testimone impotente del male — tanto umano quanto ultraterreno — e ci accompagna in un viaggio in cui la magia è spesso solo un’altra forma di disperazione.
Horror viscerale e satira sociale
Una delle forze principali del ciclo di Delano è il modo in cui l’horror soprannaturale si intreccia con la realtà quotidiana: demoni, possessioni, creature infernali sono metafore vivide di problemi reali come il razzismo, l’AIDS, la crisi abitativa, il militarismo. Episodi come “Hunger” o “When Johnny Comes Marching Home” colpiscono nel profondo non per lo shock visivo, ma per il loro contenuto emotivo e sociale. L’orrore è radicato nell’umanità e nei traumi, reso ancora più angosciante dai disegni grezzi e disturbanti di John Ridgway e Richard Piers Rayner.
Spoiler: La dannazione personale di Constantine
Uno degli archi narrativi più strazianti del primo ciclo è “Dangerous Habits” (proseguito da Garth Ennis), ma già con Delano abbiamo un Constantine segnato dalla morte dell’amica e sensitiva Emma, coinvolta in un rituale finito male, e dal trauma del caso Newcastle, che tornerà a perseguitarlo per anni. In “Newcastle: A Taste of Things to Come”, scopriamo il vero peso del passato di Constantine: il fallimento di un esorcismo su una bambina posseduta, che finisce in tragedia, provoca una catena di eventi che definisce la psicologia del personaggio. Questo evento, raccontato con crudezza e senza pietà, mostra quanto Constantine sia disposto a sacrificare gli altri pur di sopravvivere, rendendolo un protagonista tragico, non redimibile.
Un tono unico nel panorama horror a fumetti
Lo stile di Delano è letterario, spesso lirico, quasi poetico: i monologhi interiori di Constantine sono densi, allucinati, pieni di immagini che oscillano tra il grottesco e il profetico. Non sempre di facile lettura, ma proprio per questo affascinante e immersivo. L’atmosfera di Hellblazer è una nebbia tossica di sensi di colpa, presagi, creature fameliche e inquietudini morali. A differenza di molto horror più esplicito, qui l’inquietudine ti si insinua lentamente, lasciando un senso di disagio anche dopo aver chiuso l’albo.
Eredità e importanza del ciclo di Delano
Il lavoro di Jamie Delano su Hellblazer ha definito non solo un personaggio, ma un modo nuovo di fare horror nei fumetti: colto, politico, sporco, profondamente umano. Ha influenzato numerosi autori successivi, da Garth Ennis a Mike Carey, ed è stato fondamentale nel consolidare il tono adulto della linea Vertigo. Se oggi Constantine è uno degli antieroi più amati del fumetto occidentale, lo si deve alla visione cupa e radicale di Delano, che ha saputo fare dell’occultismo un mezzo per parlare delle paure più reali del nostro tempo.
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