Huma Bhabha Archeologia del Futuro Distorto

Nella carne viva della scultura contemporanea, pochi nomi riescono a incarnare l’inquietudine del nostro tempo quanto Huma Bhabha. Nata in Pakistan nel 1962 e attiva negli Stati Uniti, Bhabha è una scultrice che lavora come un’archeologa del futuro: i suoi totem mutilati, le figure erette su macerie simboliche, sembrano uscite da una civiltà collassata, ma portano dentro di sé il DNA di tutte le catastrofi che abbiamo già vissuto. Il suo linguaggio visivo fonde brutalismo, mitologia, sci-fi da incubo e rovine della storia dell’arte.

Le sue sculture, spesso costruite con materiali poveri come sughero, polistirolo, fil di ferro e plastica annerita, vengono successivamente tradotte in bronzo come reliquie di un mondo perduto. In esse convivono richiami espliciti all’arte africana, al primitivismo di Picasso, ai Golem di argilla, e persino al design dei mostri di Alien. I corpi sono spesso incompleti, deformati, oppure invasi da membra supplementari: cyborg spirituali nati dalla polvere nucleare.

Una delle sue opere più disturbanti, We Come in Peace (2018), installata sul tetto del MET di New York, è un dialogo muto tra un alieno inginocchiato e un mostro in piedi: entrambi sembrano vittime e carnefici, spettri invocati da un mondo che ha dimenticato l’umanità.

Bhabha non costruisce idoli da adorare. Costruisce fantasmi da interrogare.

La sua arte ha un che di liturgico, come se stesse evocando forze dimenticate e richiamando l’attenzione sulle macerie del presente. Non è un horror esplicito, ma piuttosto un orrore latente, freddo, sedimentato, che pulsa sotto la superficie. Non è difficile immaginare le sue figure vagare in uno scenario alla Mad Max, o emergere dalle ceneri di una civiltà estinta.

Se ami l’arte che gronda disagio e solleva domande scomode, Huma Bhabha è un nome da tenere scolpito nella pietra. Letteralmente.


Non dimenticarti di dare un’occhiata ai nostri altri posts di arte!

Iscriviti al nostro canale YouTube

Articoli simili

  • Saturno che Divora suo Figlio

    Il dipinto di Saturno è particolarmente noto per la sua rappresentazione del cannibalismo, un tema che ha affascinato molti artisti e scrittori nel corso dei secoli. Saturno è raffigurato con un’espressione selvaggia e famelica mentre morde il braccio del suo figlio, che si dimena e cerca di fuggire dalla sua presa. Il viso del dio è scuro e spaventoso, mentre le sue mani sono coperte di sangue. La scena è illuminata solo dalla luce fioca che filtra da dietro, che aggiunge un senso di drammaticità e mistero.

  • Lo Stile Onirico ed Inquietante di Brooke Shaden

    Brooke Shaden è una delle figure più affascinanti e innovative nel panorama della fotografia contemporanea, nota per il suo stile onirico e spesso inquietante che sfida le convenzioni della realtà e porta lo spettatore in mondi fantastici e surreali. Anche se non è un fotografo horror nel senso tradizionale del termine, il lavoro di Shaden incorpora spesso elementi di inquietudine, oscurità e mistero, rendendola una figura rilevante per chiunque sia interessato all’estetica dell’orrore e al lato oscuro della creatività.

  • Testa di Medusa

    “Testa di Medusa” è un dipinto del celebre pittore fiammingo Peter Paul Rubens, realizzato nel 1617-1618. L’opera è una rappresentazione potente e drammatica del mito di Medusa, una figura della mitologia greca con serpenti al posto dei capelli e uno sguardo pietrificante. Rubens, noto per il suo stile barocco e la maestria nell’affrontare temi mitologici, crea un’interpretazione unica di questo episodio mitico.

  • Le Eteree Figure di un Autodidatta: Franck Kuman

    Franck Kuman è un artista francese autodidatta che, attraverso le sue sculture, riesce a evocare un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. Le sue opere, raffinate ed eleganti, trasmettono una sensazione di leggerezza pur essendo realizzate con materiali solidi come l’acciaio inossidabile lucidato a specchio e la rete di ferro. Il contrasto tra la pesantezza dei materiali e la delicatezza delle forme è una delle caratteristiche distintive del suo lavoro, che incarna una straordinaria combinazione di forza e sensibilità​.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *