Jacula

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Rappresenta uno dei capisaldi del panorama erotico-horror italiano, un genere che negli anni ’70 trovò una vasta eco tra i lettori adulti. Creato da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, il personaggio di Jacula si distingue per il suo fascino ambiguo, sospeso tra il desiderio di redenzione e la condanna della sua natura vampirica. Pubblicato da Ediperiodici, il fumetto ha saputo combinare sapientemente elementi gotici, sensualità e una dose di melodramma che lo ha reso un cult.

Jacula Velenska, la protagonista, è un personaggio complesso e ricco di sfaccettature. Vampira di origine nobile, si muove in un mondo dove l’oscurità e il peccato si intrecciano inesorabilmente. Al suo fianco troviamo il marito Carlo Verdier, anch’esso vampiro, e il fedele servitore Wolf, un licantropo con una devozione canina nei confronti della sua padrona. La dinamica tra i tre personaggi arricchisce la narrazione di tensione e imprevedibilità.

Una delle caratteristiche distintive di Jacula è il modo in cui intreccia il tema dell’erotismo con quello dell’horror. Le storie non si limitano a raccontare avventure soprannaturali, ma esplorano anche i desideri più reconditi dei personaggi, spesso con un taglio trasgressivo e provocatorio. Questo approccio audace ha permesso alla serie di distinguersi dai fumetti horror tradizionali, attirando un pubblico adulto alla ricerca di narrazioni più complesse e sfumate.

La rappresentazione grafica di Jacula è un altro dei suoi punti di forza. Le copertine, spesso realizzate da artisti del calibro di Leandro Biffi e Carlo Jacono, catturano l’attenzione con immagini sensuali e inquietanti. Gli interni, curati da disegnatori come Giorgio Cambiotti e Alberto Giolitti, offrono un mix di dettagli raffinati e atmosfere oscure che esaltano l’ambientazione gotica della serie.

Il 1971 segna un periodo di particolare creatività per Jacula, con episodi che ampliano l’universo narrativo e approfondiscono il carattere dei protagonisti. Il numero 50, intitolato Sangue chiama sangue, è emblematico in tal senso. La storia esplora il legame ancestrale tra Jacula e una setta di vampiri antichi, portando alla luce segreti familiari che gettano una nuova luce sulla sua immortalità.

In Sangue chiama sangue, la narrazione si apre con Jacula costretta a confrontarsi con un passato che aveva cercato di dimenticare. La scoperta di un antico manoscritto la conduce in un monastero abbandonato, dove si trova faccia a faccia con il capostipite della sua linea di sangue vampirica. Qui, tra rituali oscuri e visioni agghiaccianti, emerge un conflitto interiore che mette alla prova la sua determinazione.

Il climax della storia è carico di tensione. Jacula deve scegliere tra la fedeltà alla sua famiglia vampirica e il desiderio di libertà. Con un colpo di scena sorprendente, la protagonista riesce a sventare un complotto ordito dai suoi stessi antenati, dimostrando una volta di più la sua astuzia e la sua forza di volontà.

Nonostante la trama a volte sfiori il melodrammatico, il fumetto riesce a mantenere un equilibrio tra intrattenimento e riflessione. La complessità delle vicende e l’evoluzione dei personaggi rendono ogni numero una lettura avvincente, capace di sorprendere anche i lettori più smaliziati.

In definitiva, Jacula non è solo un fumetto, ma un viaggio in un mondo dove il confine tra il bene e il male è spesso labile. La serie continua a essere un punto di riferimento per gli appassionati di horror ed erotismo, un capolavoro che merita di essere riscoperto e apprezzato per la sua originalità e audacia narrativa.

Spoiler Alert

Nel finale del numero 50, Sangue chiama sangue, Jacula si trova costretta a bere il sangue di un innocente per sigillare un patto con la setta dei vampiri antichi. Ma in un atto di ribellione, utilizza il sangue per un incantesimo che distrugge l’intera setta, lasciando intendere che la sua ricerca di libertà non ha limiti, neppure di fronte ai legami di sangue. Durante lo scontro finale, il capostipite della sua stirpe tenta di manipolarla con visioni del suo passato umano, cercando di far leva sulla sua nostalgia e sulla colpa per la vita spezzata. Jacula, però, si dimostra implacabile, sfruttando il potere oscuro del sangue, riesce a invertire un antico rituale, intrappolando gli spiriti dei suoi antenati in un’eternità di tormento. La scena conclusiva, in cui Jacula emerge dal monastero in rovina mentre il sole sorge all’orizzonte, è un simbolo potente della sua determinazione a non essere vincolata da alcun destino prestabilito.


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