Kaiju No. 8
Kaiju No. 8: il manga che unisce l’orrore dei kaiju alla metamorfosi kafkiana
Un nuovo volto per il genere kaiju
Da sempre i kaiju, i mostri giganti giapponesi, sono simbolo di distruzione e paura collettiva. Ma con Kaiju No. 8 Naoya Matsumoto cambia le regole del gioco: non solo catastrofi spettacolari, ma un racconto intimo, personale, dove il vero mostro è il confine fragile tra l’uomo e l’ignoto.
Con oltre 18 milioni di copie vendute, anime e adattamenti, il manga non è solo un successo commerciale: è un’opera che unisce spettacolarità e riflessione esistenziale.
Kafka Hibino: una metamorfosi letteraria
Il protagonista porta un nome che non lascia spazio ai dubbi: Kafka Hibino. È un richiamo diretto a Franz Kafka, autore della celebre Metamorfosi.
Come Gregor Samsa, anche Hibino si ritrova trasformato in qualcosa di mostruoso. Ma mentre Gregor era condannato all’alienazione e all’emarginazione, Kafka Hibino scopre nei suoi nuovi poteri una seconda occasione.
Il suo dramma non è solo fisico: è il conflitto eterno tra identità e destino, fallimento e riscatto. Un eroe adulto, imperfetto, che rispecchia chiunque abbia mai sentito di aver “perso il treno” della vita.
Ombre lovecraftiane: il terrore dell’ignoto
Accanto alla metamorfosi kafkiana, Kaiju No. 8 lascia emergere un altro livello: quello lovecraftiano.
I kaiju non sono semplici mostri: sono creature incomprensibili, portatrici di un terrore che supera la logica umana. Il Kaiju No. 9, con la sua capacità di assumere sembianze umane e il suo potere illimitato, è un richiamo diretto all’orrore cosmico di H.P. Lovecraft: entità antiche, inafferrabili, più grandi di qualsiasi volontà.
Ogni battaglia, ogni visione onirica di Kafka, diventa quindi uno sguardo in quell’abisso che Lovecraft descriveva come “indifferente e spietato”.
Una trama che parla di noi
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Inizio: Kafka, 32 anni, lavora come addetto alle pulizie di cadaveri di mostri.
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Evento scatenante: una creatura misteriosa penetra nel suo corpo e lo trasforma nel temuto Kaiju No. 8.
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Conflitto: tra l’essere umano che vuole rimanere e il mostro che rischia di divorarlo dall’interno.
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Obiettivo: entrare nella Forza di Difesa per proteggere chi ama, anche se ormai è “il nemico”.
Questa storia non parla solo di mostri. Parla del peso del fallimento, della paura di essere “troppo vecchi” per cambiare vita, della lotta tra ciò che siamo e ciò che desideriamo diventare.
L’arte e la potenza di Matsumoto
Il tratto di Naoya Matsumoto riesce a bilanciare dinamismo shōnen e orrore viscerale. Le tavole mostrano città in rovina, ma anche primi piani intensi che raccontano più di mille parole.
Le scene di battaglia hanno la forza dei film di kaiju classici, ma il vero colpo al cuore è la rappresentazione del conflitto interiore di Kafka: un uomo che teme se stesso più di ogni mostro esterno.
Perché vedere Kaiju No. 8
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Perché non è un semplice anime di mostri: è una riflessione sulla vita adulta, il tempo che passa e le seconde possibilità.
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Perché intreccia la potenza di Godzilla con la profondità di Kafka e l’angoscia cosmica di Lovecraft.
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Perché il suo protagonista è diverso: un uomo comune, con fragilità e sogni infranti, che lotta per risorgere.
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Perché è una delle opere più innovative e toccanti del panorama anime contemporaneo.
Conclusione
Kaiju No. 8 è il manga che trasforma il genere kaiju in qualcosa di più: un viaggio esistenziale tra metamorfosi e orrore cosmico, dove i mostri non sono solo fuori, ma anche dentro di noi.
Un’opera imperdibile per chi ama l’azione, ma soprattutto per chi cerca nel fumetto una storia che parla all’anima.
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