La morte corre sul fiume

La Morte Corre sul Fiume

La morte corre sul fiume (1955): un capolavoro intramontabile della suspense

Diretto dall’attore e regista britannico Charles Laughton, La morte corre sul fiume (“The Night of the Hunter”) è uno dei film più singolari e affascinanti della storia del cinema. Uscito nel 1955, il film è l’unica opera diretta da Laughton, un dettaglio sorprendente considerando il suo status di capolavoro che ha influenzato generazioni di cineasti e critici. Basato sull’omonimo romanzo di Davis Grubb, il film combina elementi di noir, horror e fiaba gotica, creando un’opera visivamente unica e tematicamente profonda.

La trama

La storia segue Harry Powell (interpretato magistralmente da Robert Mitchum), un predicatore itinerante con tatuaggi sulle mani che recitano le parole “LOVE” e “HATE”. Dietro la facciata religiosa, Powell è un sociopatico che uccide vedove per impossessarsi delle loro ricchezze. Quando Powell viene a conoscenza di un bottino nascosto da un rapinatore di banche prima della sua esecuzione, decide di sposarne la vedova, Willa Harper (Shelley Winters), per avvicinarsi ai suoi figli, John e Pearl, che conoscono il segreto del denaro nascosto.

La tensione cresce quando i bambini, intuendo le reali intenzioni di Powell, fuggono lungo il fiume, trovando rifugio presso Rachel Cooper (Lillian Gish), una donna anziana ma forte, che li proteggerà dall’implacabile predicatore.

Un’esperienza visiva straordinaria

Uno degli elementi distintivi de La morte corre sul fiume è la sua estetica visiva. Laughton, ispirato dal cinema espressionista tedesco, utilizza luci e ombre in modo drammatico per creare un’atmosfera di costante minaccia e inquietudine. Le inquadrature, spesso surreali e simboliche, trasformano il paesaggio in un mondo da fiaba oscura, dove il bene e il male si scontrano in una lotta primordiale.

La fotografia di Stanley Cortez è un altro elemento fondamentale: dalle silhouette minacciose di Powell alle immagini oniriche dei bambini che galleggiano lungo il fiume, ogni scena è curata nei minimi dettagli per evocare un senso di meraviglia e terrore.

Interpretazioni memorabili

Robert Mitchum offre una delle sue performance più iconiche nei panni di Harry Powell. Il suo carisma inquietante e la sua voce profonda rendono il personaggio uno dei villain più memorabili del cinema. Al contrario, Lillian Gish rappresenta la luce e la speranza: il suo personaggio è una figura materna e protettiva che incarna i valori della resilienza e della giustizia.

Shelley Winters, nel ruolo della tragica Willa Harper, regala una performance intensa e struggente, che sottolinea la vulnerabilità e la disperazione della sua situazione.

Tematiche universali

La morte corre sul fiume esplora temi profondi come la lotta tra il bene e il male, l’innocenza e la corruzione, e la capacità di resistenza di fronte al male. Laughton utilizza simbolismi religiosi e morali per enfatizzare questi contrasti, trasformando il film in una sorta di parabola universale.

L’accoglienza e la rivalutazione

La morte corre sul fiumeAll’uscita, il film non ricevette il successo sperato, con critiche contrastanti e uno scarso riscontro al botteghino. Questo fallimento portò Laughton a non dirigere mai più un film, ma negli anni successivi La morte corre sul fiume è stato rivalutato, diventando un classico venerato. Oggi è considerato uno dei film più importanti della storia del cinema e un esempio di maestria artistica e narrativa.

Eredità

L’influenza del film si estende a numerosi cineasti, tra cui Martin Scorsese, David Lynch e Guillermo del Toro, che hanno citato l’opera come fonte d’ispirazione. La morte corre sul fiume è oggi studiato per la sua innovazione visiva, il suo approccio audace alla narrazione e la sua capacità di affrontare tematiche universali con profondità e stile.

Con il suo mix di bellezza visiva, tensione e significato simbolico, il film di Charles Laughton resta una pietra miliare del cinema, un’opera capace di emozionare e inquietare a ogni visione.


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