Lansky
Lansky – Un cervello al servizio della mafia (1999)
Titolo originale: Lansky
Regia: John McNaughton
Genere: Drammatico, biografico, crime
Produzione: USA
Durata: 115 minuti
Trama
Il film racconta la vita di Meyer Lansky, figura storica e mente finanziaria della mafia americana, interpretato da Richard Dreyfuss. La narrazione si apre con un Lansky ormai anziano, in esilio volontario in Israele, che accetta di raccontare la propria vita a un giornalista (Josh Lucas), rievocando i momenti chiave della sua ascesa.
Attraverso una serie di flashback, lo spettatore ripercorre l’infanzia povera nell’America degli immigrati, l’incontro con Bugsy Siegel e la costruzione di un impero criminale basato sul gioco d’azzardo e sull’organizzazione economica della malavita. Il film esplora i rapporti di Lansky con i più potenti gangster dell’epoca, le sue strategie per riciclare denaro e mantenere il potere senza esporsi troppo, e le contraddizioni di un uomo diviso tra il legame con la propria comunità e il richiamo del denaro e dell’influenza.
Temi
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Il lato economico del crimine – Il film si concentra sulla capacità di Lansky di usare l’intelligenza e la pianificazione come armi più efficaci della violenza.
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Memoria e verità – Il racconto in prima persona pone il dubbio su quanto Lansky dica la verità e quanto stia costruendo un’immagine di sé.
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L’ambiguità morale – Lansky viene mostrato come un uomo che ha costruito un impero criminale, ma che si percepisce come un patriota e un benefattore per la propria gente.
Stile e regia
John McNaughton sceglie un approccio classico e lineare, alternando momenti intimi e riflessivi a ricostruzioni storiche della malavita newyorkese del ‘900. L’interpretazione di Richard Dreyfuss è intensa e misurata, capace di trasmettere l’intelligenza fredda e calcolatrice del personaggio. Ottimi anche i contributi di Eric Roberts nel ruolo di Bugsy Siegel e Anthony LaPaglia come Lucky Luciano.
Accoglienza
Realizzato come film televisivo per la HBO, Lansky – Un cervello al servizio della mafia ha ricevuto buone recensioni per l’accuratezza storica e la solidità delle interpretazioni, venendo apprezzato in particolare dagli appassionati di storie di gangster che prediligono l’aspetto strategico e psicologico del crimine rispetto all’azione violenta.
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