Little Dead Rotting Hood

Little Dead Rotting Hood

Little Dead Rotting Hood (2016): quando l’horror incontra la fiaba

Diretto da Jared Cohn, Little Dead Rotting Hood è un horror indipendente del 2016 che prende ispirazione dalla celebre fiaba di Cappuccetto Rosso, trasformandola in un racconto sanguinario e soprannaturale. Prodotto da The Asylum, lo studio noto per i suoi film a basso budget e per i suoi mockbuster, il film fonde elementi fantasy, thriller e horror in una narrazione che gioca con le trasformazioni e i mostri che si nascondono dietro le apparenze più familiari.

Trama: la fiaba si tinge di sangue

La quiete di una piccola cittadina viene spezzata da una serie di morti violente nei boschi circostanti. Una creatura misteriosa si aggira tra gli alberi, lasciando dietro di sé solo sangue e paura. Lo sceriffo Adam (Eric Balfour), affiancato dai suoi vice e da un gruppo di cacciatori locali, intraprende una disperata caccia per fermare la minaccia che incombe sulla comunità.

Ben presto, emerge una verità inquietante: si tratta di un lupo mannaro, e l’unico modo per fermarlo è eliminare la persona infetta. A complicare le cose, però, è la scioccante rivelazione che dietro la creatura si cela la figura di Cappuccetto Rosso (Bianca A. Santos), giovane nipote della saggia del villaggio, Rosa (Marina Sirtis), ora trasformata in un essere letale.

Con l’avvicinarsi della luna piena, il lupo diventa sempre più potente, seminando il panico tra i cittadini. Mentre il numero delle vittime cresce, Adam e i suoi uomini si preparano a uno scontro finale che metterà alla prova il loro coraggio. L’epilogo si consuma in una battaglia violenta e disperata, che porterà a dolorose perdite, ma anche alla salvezza del villaggio. Tuttavia, resta l’inquietudine che, forse, altri mostri possano ancora nascondersi nell’ombra.

Atmosfere cupe e creature letali

Il film abbraccia l’estetica delle leggende metropolitane, con foreste avvolte nella nebbia, villaggi isolati e una tensione crescente che esplode in sequenze di combattimento e momenti splatter. La figura del lupo mannaro viene reinventata in chiave moderna, ma mantiene quel fascino bestiale e inarrestabile tipico delle mitologie horror.

Il personaggio di Cappuccetto Rosso viene reinterpretato come una figura ambigua: vittima, mostro e in parte eroina tragica. Questo ribaltamento di ruoli è uno degli aspetti più interessanti del film, che pur non brillando per originalità o profondità, riesce a intrattenere chi cerca un horror semplice ma con un’idea visiva forte.

Cast e ricezione

Accanto a Eric Balfour, già visto in serie come Haven e Six Feet Under, spiccano Bianca A. Santos, che porta sullo schermo una versione cupa e tormentata di Cappuccetto Rosso, e Marina Sirtis, nota al pubblico per il suo ruolo in Star Trek: The Next Generation. Le interpretazioni sono in linea con le aspettative di un film di genere, senza picchi ma funzionali al tono narrativo.

Little Dead Rotting Hood non ha ricevuto grandi consensi dalla critica, ma ha trovato una nicchia di appassionati del filone horror-fantasy che apprezzano le reinterpretazioni oscure delle fiabe. È un film che non si prende troppo sul serio e che trova la sua forza proprio nella capacità di giocare con gli archetipi senza troppe pretese.

Conclusione

Se siete amanti dei film horror dal sapore artigianale, con lupi mannari, sangue e un pizzico di folklore reinterpretato, Little Dead Rotting Hood potrebbe offrirvi un’ora e mezza di intrattenimento spensierato. Non rivoluziona il genere, ma sa come divertire chi ama le storie dove le fiabe prendono una piega decisamente più dark.


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