L’Uomo del Labirinto
L’uomo del labirinto
Regia: Donato Carrisi
Anno: 2019
Genere: Thriller psicologico, noir
Con: Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè, Riccardo Cicogna, Luis Gnecco
Trama
In un luogo indefinito, Samantha Andretti, una donna scomparsa quindici anni prima, riappare all’improvviso in stato di shock. Non ricorda nulla della sua prigionia, ma è convinta di essere stata rinchiusa in un “labirinto” mentale dal suo aguzzino. A occuparsi del caso c’è dottor Green, che cerca di ricostruire gli eventi attraverso una serie di colloqui con la vittima. Parallelamente, Bruno Genko, investigatore privato dal passato oscuro e dalla salute compromessa, si mette sulle tracce del colpevole, spinto da un vecchio debito morale.
Stile e atmosfera
Carrisi costruisce un thriller cupo e stratificato, dove la narrazione si muove su binari paralleli e spesso ambigui. La regia gioca con la percezione dello spettatore, alternando realtà e allucinazione, sogno e incubo. L’atmosfera è soffocante, a tratti onirica, sostenuta da una fotografia fredda e scenografie rarefatte.
Le interpretazioni
Toni Servillo offre una prova intensa nei panni del disilluso Genko, mentre Dustin Hoffman presta il suo carisma al misterioso Dr. Green. Valentina Bellè dà volto e fragilità alla traumatizzata Samantha, contribuendo a rendere credibile il filo psicologico del racconto.
Temi e riflessioni
L’uomo del labirinto non è solo una caccia al colpevole: è un’indagine nei meandri della mente umana, tra senso di colpa, memoria e inganno. Il labirinto del titolo è tanto fisico quanto simbolico, e invita lo spettatore a perdersi, a dubitare, a non dare mai nulla per certo.
Conclusione
Con questo film, Carrisi conferma il suo talento nel costruire thriller cerebrali e atmosferici. L’uomo del labirinto è un’opera intrigante e disturbante, che sfida lo spettatore fino all’ultima scena, dove ogni certezza viene messa in discussione.
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