No One Will Save You – Nessuno ti Salverà
Una tranquilla ragazza, in una tranquilla casa
No One Will Save You – Nessuno ti Salverà, è uno di quei film che se lo metti su distrattamente pensando “vabbè, sarà l’ennesima invasione aliena”, ti trovi dopo 10 minuti in apnea con la mandibola slogata per lo stupore. Diretto da Brian Duffield (uno che ha chiaramente dei problemi con la normalità), è un mix tra thriller psicologico, sci-fi d’atmosfera e spettacolo silenzioso, nel senso che letteralmente quasi nessuno apre bocca per tutto il film.
Brynn, la regina del disagio
La protagonista è Brynn, interpretata da Kaitlyn Dever, che qui è una specie di ferita aperta vivente. Vive da sola, isolata in una casetta da sogno per chi vuole fuggire da tutto (tipo la società, gli amici, la vita). Si capisce subito che non è solo timida, c’è qualcosa che non va. Ma niente tempo per approfondire, arrivano subito gli ospiti indesiderati. Spoiler, non portano una torta.
Dialoghi? No grazie, parliamo con gli occhi
Una delle scelte più azzardate (e azzeccate) del film è l’uso quasi totale del silenzio. Non nel senso che ci si annoia, anzi, il suono è ovunque, solo che viene da scricchiolii, passi, respiri e oggetti che si spostano da soli. L’assenza di dialogo funziona perché ti sbatte dentro la testa di Brynn, dove il caos regna sovrano.
Gli alieni, non i soliti omini grigi
Qui si vede che Duffield non ha solo cercato su Google “design alieno figo”. Ci sono varianti, alti, piccoli, contorti, fluttuanti. Alcuni sembrano creature uscite da un incubo surrealista, altri fanno venire in mente i Grigi classici, ma con upgrade da incubo. E non si limitano a sbatterti contro le pareti, questi ti leggono dentro, e la cosa non è per niente rassicurante.
Una casa, mille trappole
La regia sfrutta al massimo l’ambiente chiuso. C’è una scena con una trappola fatta in casa che sembra uscita da Home Alone se fosse stato girato da David Lynch. Le inquadrature strette e il continuo spostamento dei mostri rendono ogni centimetro del film pieno di ansia. E sì, c’è pure il classico armadio dove nascondersi. Spoiler, non funziona mai.
Atmosfera, sì grazie
Il comparto sonoro e musicale è un altro punto forte. La colonna sonora di Joseph Trapanese non ti dice “stai per spaventarti”, ti ci scaraventa dentro a calci. Ogni nota è un coltello emotivo, che accompagna Brynn nei suoi tentativi di sopravvivere (fisicamente e psicologicamente). Ti senti isolato tanto quanto lei.
Retroscena della produzione
Il film è stato girato a New Orleans nel 2022 e prodotto con un budget contenuto, il che rende il risultato ancora più impressionante. Duffield ha raccontato che voleva fare un film “muto ma pieno di urla”, e lo ha centrato in pieno. Il silenzio è stato una scommessa e ha funzionato anche grazie a una protagonista che ti tiene incollato allo schermo senza dire una parola.
Reazioni, o lo ami o lo odi
La critica lo ha incensato, il pubblico è stato un po’ più spaccato. Alcuni lo hanno adorato per l’originalità e la tensione costante. Altri hanno storto il naso per l’assenza di spiegoni e la lentezza in certi punti. Ma anche chi non lo ha amato, ha riconosciuto che almeno è diverso da tutto il resto del panorama sci-fi recente. E in un mondo di cloni, è già qualcosa.
Attenzione SPOILER (ma non sul finale)
Ok, se sei ancora qui, piccola bomba. C’è un momento in cui Brynn viene letteralmente sollevata da terra da uno degli alieni, che tenta di farle ingoiare un parassita tramite levitazione psichica e una fottuta bava cosmica. Ma lei lo sputa fuori (con una faccia tipo “ma stai bene?”) e lo UCCIDE con una campana di vetro presa dal tavolo. Ti aspetti che venga salvata da qualcuno? No, si salva da sola, con rabbia, disperazione e oggetti da arredamento. E lì capisci che questi alieni sì, fanno paura, ma Brynn fa ancora più paura quando è incazzata.
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