Olivier de Sagazan L'Orrore della Carne in Continua Trasformazione

Olivier de Sagazan L’Orrore della Carne in Continua Trasformazione

Olivier de Sagazan è uno di quegli artisti che sconvolgono, ipnotizzano, disturbano profondamente. Nato nel 1959 in Congo e cresciuto in Francia, de Sagazan ha saputo fondere nella sua opera scultura, pittura e performance, creando un linguaggio unico che parla direttamente all’inconscio più oscuro dello spettatore. Olivier de Sagazan l’orrore della carne in continua trasformazione.

Il suo lavoro più celebre è la serie performativa “Transfiguration”. In scena, de Sagazan plasma il proprio volto e il proprio corpo con strati di argilla e pigmenti, cancellando gradualmente ogni tratto umano per dar vita a un essere informe, a metà tra l’umano e il mostruoso. In un crescendo frenetico, l’artista si strappa pezzi di creta dalla faccia, si trasforma e si deforma in un rituale che richiama la nascita, la morte e la perdita dell’identità. È horror puro, non tanto nel senso cinematografico del termine, quanto nell’evocazione di angosce primordiali: la paura della dissoluzione, della perdita del sé, della metamorfosi incontrollabile.

Le sculture di de Sagazan, quando non sono “vive” nelle sue performance, mantengono lo stesso senso di precarietà. Figure antropomorfe, semi-sciolte, sembrano in bilico tra l’essere e il non-essere, tra il corpo e il fango. C’è una sofferenza fisica quasi tangibile nelle sue opere, un grido muto che travalica la materia.

Non è un caso che de Sagazan sia stato chiamato a collaborare anche con il cinema horror: la sua inquietante arte corporea è apparsa in film come The ABCs of Death 2 (nel segmento “O is for Orgasm”).

In un mondo dell’arte dove spesso si teme di spingersi “troppo oltre”, Olivier de Sagazan abbraccia il terrore della metamorfosi come fosse una preghiera apocrifa alla fragilità della carne. Olivier de Sagazan l’orrore della carne in continua trasformazione.


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