Panorama

“Panorama of Hell” di Hideshi Hino – Il Male sulla Tela

Nel cuore più oscuro del fumetto giapponese si annida un’opera che non racconta semplicemente l’orrore: lo vomita addosso al lettore, senza filtri, senza redenzione. Panorama of Hell (Jigoku Hen), scritto e illustrato da Hideshi Hino, è un’esperienza che non si dimentica. Non un racconto, ma una confessione malata. Un viaggio senza ritorno nei meandri della follia, del sangue e della sofferenza umana.Panorama-horror-

Non c’è trama, nel senso tradizionale. C’è un narratore: un pittore squilibrato che ci presenta le sue opere, dipinte con sangue umano, raccolto dai cadaveri dei suoi familiari. È un uomo che ha trasformato la propria esistenza in una galleria d’inferni personali, e li racconta con una freddezza quasi lirica. Ogni parola è intrisa di disgusto e disperazione. Ogni tavola è una ferita aperta.

Un Inferno Privato

L’inferno rappresentato da Hino non ha nulla di sovrannaturale: è reale, fatto di carne putrefatta, torture domestiche, ricordi infantili che colano come pus da una mente spezzata. È il riflesso distorto della famiglia, della società, del Giappone post-bellico che non ha mai davvero smesso di sanguinare. L’artista non ci offre redenzione. Ogni vignetta è una condanna.Panorama-Pittore-

Ci sono i genitori violenti, i fratelli deformi, le uccisioni ripetute, le mutilazioni eseguite con precisione quasi chirurgica. Tutto viene offerto con uno sguardo clinico, freddo, come se la crudeltà fosse routine, una necessità estetica. La normalità, nel mondo di Hino, è putrefazione.

L’Estetica del Ribrezzo

Lo stile grafico di Hino amplifica il disagio. I volti sembrano urlare anche quando sono muti, gli occhi spalancati implorano un’uscita che non esiste. Il tratto è grezzo, sporco, impietoso. Nulla viene abbellito. Ogni dettaglio è fatto per disturbare, per costringerti a guardare quando vorresti distogliere lo sguardo.Panorama-finale-

Una Biografia Travestita da Incubo

Dietro la fiction si cela qualcosa di più inquietante: Panorama of Hell è anche un’autopsia spirituale dell’autore stesso. Hideshi Hino non disegna per intrattenere. Disegna per esorcizzare un passato familiare segnato dalla guerra, dalla miseria, dalla vergogna. La sua stessa infanzia è un fantasma che riemerge sotto forma di pittore assassino. La linea tra realtà e incubo si dissolve completamente.

Quello che leggiamo è il diario di un uomo che ha perso tutto, perfino la capacità di distinguere la sofferenza reale da quella immaginata. E ci chiede, in silenzio, di guardare le sue opere. Di ammirarle. Di respirarne l’odore di carne bruciata.Panorama

Una Lettura da Cui Non Si Esce Illesi

Panorama of Hell non è per chi cerca “horror” nel senso cinematografico o pop. È un atto di violenza grafica e narrativa che si abbatte sul lettore come una scure. Non cerca approvazione, non vuole piacere. Vuole ferire. E ci riesce.

Si legge in un’ora. Ma resta dentro per anni.

Hideshi Hino ci offre il suo inferno, e ci invita a sedere in prima fila. E lo fa con la calma crudele di chi sa che, alla fine, l’inferno non è sotto di noi. È dentro.


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