Pluto

Pluto

Pluto – L’ombra dell’umanità senza speranza

Naoki Urasawa, nel suo capolavoro Pluto, prende uno dei racconti più luminosi della tradizione di Osamu Tezuka e lo trasforma in una tragedia moderna, un requiem sull’umanità e le sue macchine. Non è solo un manga di fantascienza: è un’elegia sulla perdita, sulla memoria e sull’impossibilità di redenzione.Pluto-crocefissi-

Un mondo che imita la vita, ma non la salvezza

In Pluto, uomini e robot convivono, ma la loro relazione non è armonia: è un fragile equilibrio costruito su rancori, guerre e compromessi. I robot hanno imparato ad amare, a provare dolore, a desiderare la pace. Eppure, il mondo che li circonda li condanna.

La storia segue l’investigatore Gesicht, robot dotato di coscienza e sensibilità umana, mentre indaga su una serie di omicidi che eliminano uno a uno i robot più potenti del pianeta. La sua ricerca diventa un percorso di introspezione: chi merita davvero di sopravvivere? E cosa significa essere “umani”, se persino una macchina può provare rimorso?Pluto-gesicht -

Il peso del passato

La guerra aleggia ovunque, come una colpa che non può essere cancellata. I ricordi del conflitto in Persia sono cicatrici indelebili: robot programmati per distruggere che ora cercano la pace, uomini che hanno usato le macchine come armi, e un’umanità che non smette di ripetere i suoi errori.

Ogni personaggio porta addosso un fardello impossibile da scrollarsi di dosso. Ogni sorriso è un lampo effimero destinato a spegnersi.Pluto-robot-

Un’indagine senza luce

Il noir tecnologico di Pluto non promette giustizia. Dietro ogni scoperta, dietro ogni colpo di scena, non si cela un ordine ristabilito, ma una realtà ancora più cupa: nessuno è innocente, e persino chi sembra guidato da nobili ideali porta con sé il seme della distruzione.

La verità non salva: lacera.Pluto-atom-

La morte come compagna inevitabile

In Pluto, la morte non è solo un destino biologico, ma un meccanismo universale che inghiotte uomini e macchine senza distinzione. La differenza tra umano e robot si dissolve proprio qui: entrambi sono fragili, entrambi possono essere spezzati, entrambi cercano disperatamente uno scopo che sfugge sempre.

E quando arriva la fine, non c’è consolazione. Solo il silenzio di un mondo che non sa imparare dai propri errori.Pluto

Un arcobaleno che non arriva

Se l’originale di Tezuka aveva una vena di speranza, Urasawa la cancella con chirurgica precisione. In Pluto non c’è lieto fine: c’è il ritratto di un’umanità che, nonostante il progresso, continua a distruggersi, a odiare, a consumare la vita propria e altrui.

L’ultima lezione non è un insegnamento morale, ma un abisso: forse la pace è solo un’illusione, e il futuro non ci appartiene.

Conclusione – Il vuoto dopo l’uomo

Pluto è un manga che lascia senza fiato perché non concede redenzione. È un’opera sul fallimento collettivo, sull’impossibilità di salvarsi, sulla condanna eterna a ripetere la violenza.

Alla fine, uomini e robot non sono diversi: entrambi camminano verso lo stesso destino, un orizzonte senza luce.


Iscriviti al nostro canale YouTube

Articoli simili

  • Barbarian

    Barbarian, diretto da Zach Cregger, è uno dei film horror più sorprendenti e acclamati del 2022. Apparso inizialmente come una produzione minore, il film ha rapidamente conquistato critica e pubblico grazie alla sua costruzione narrativa spiazzante, all’atmosfera opprimente e all’uso sapiente del non detto. Barbarian non è solo un horror ben realizzato: è una riflessione inquietante sulle paure moderne, sulla fiducia e sui traumi nascosti dietro le mura domestiche.

  • Belzebuth

    La storia si apre in un ospedale, dove il detective Emmanuel Ritter e sua moglie accolgono con gioia la nascita del loro primo figlio. Ma un evento spaventoso trasforma subito quel momento in un incubo: un’infermiera, dopo aver preso servizio nel reparto neonatale, si barrica all’interno e massacra tutti i neonati con un bisturi, compreso il figlio di Ritter. Dopo il gesto, si toglie la vita.

  • Black Dahlia

    Black Dahlia trasporta lo spettatore nella Los Angeles degli anni ’40, tra luci, ombre e scandali sepolti sotto il glamour di Hollywood. Il film prende spunto dal celebre e irrisolto omicidio di Elizabeth Short, giovane aspirante attrice brutalmente assassinata nel 1947, diventata nel tempo un’icona del mistero e dell’ossessione mediatica.

  • Sputnik

    Sputnik (2020), diretto da Egor Abramenko, è un raffinato esempio di come il cinema russo possa entrare con forza nel panorama della fantascienza horror, offrendo una prospettiva originale e inquietante su un tema già ampiamente esplorato dal cinema occidentale: il contatto tra uomo e creatura aliena. Ambientato negli anni ’80, durante la Guerra Fredda, il film sfrutta l’atmosfera paranoica e l’isolamento tipico di quel periodo per amplificare il senso di angoscia e claustrofobia. La pellicola si presenta subito come un thriller psicologico più che un action sci-fi, scegliendo la strada dell’introspezione e della tensione lenta anziché l’adrenalina esplosiva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *