Pokémon Horror Story Pt. 2
Pokémon Horror Story Pt. 2 – Le creature che non dovrebbero esistere
Il mondo dei Pokémon non è solo colori vivaci e amicizie eterne. In fondo al Pokédex, nascosti tra le pagine meno lette, ci sono mostri che sembrano usciti da un incubo. Creature nate dall’odio, dal rancore, dalla fame di anime. Non sono compagni di viaggio, ma presagi di morte.
Ecco i Pokémon più inquietanti, quelli che fanno tremare persino gli allenatori più esperti.
Drifloon – Il palloncino che porta via i bambini
Dolce, rotondo, apparentemente innocuo. Così inganna le sue vittime. Ma Drifloon non è un giocattolo: è un predatore silenzioso che si lega alla mano dei bambini per trascinarli via, lontano dai genitori, lontano dalla vita. Alcuni villaggi raccontano che nelle notti di vento si sentano ancora le urla di chi non è mai tornato, sospese tra i rami degli alberi.
Banette – L’odio cucito
Nata come una bambola abbandonata, Banette è rianimata da un rancore così forte da strapparla all’oblio. Si dice che ogni suo movimento faccia scricchiolare le cuciture, come se al suo interno ci fosse carne in decomposizione. Cerca i suoi vecchi padroni, e quando li trova, non offre carezze… ma aghi, infilati lentamente, per ricucire un debito mai dimenticato.
Hypno – Il ladro di innocenza
Con il suo pendolo ipnotico, Hypno è capace di addormentare chiunque. Ma non lo fa per gentilezza: si nutre dei sogni. I bambini sono le sue prede preferite, perché i loro incubi sono più puri, più intensi. Molti rapporti di scomparsa portano sempre alla stessa voce sussurrata nelle strade: “Un Hypno si aggira di notte.” E chi lo incontra… non si sveglia più.
Phantump – Le anime dei bambini morti
Phantump sembra un piccolo spirito legnoso, fragile e tenero. Ma la sua origine è macabra: si dice che nasca dalle anime dei bambini morti nei boschi, soli e dimenticati. La loro voce è un lamento che si confonde col fruscio delle foglie. Gli anziani dei villaggi avvertono: non seguire mai un Phantump, perché ti condurrà sempre più in profondità, fino a quando non diventerai uno di loro.
Yamask – Il volto della disperazione
Poche creature sono così tragiche. Yamask porta con sé una maschera: è il volto che aveva in vita. Spesso si ferma a guardarla, piangendo lacrime silenziose. Alcuni allenatori hanno giurato di aver visto la maschera muoversi, come se volesse gridare. E chi la fissa troppo a lungo sente un dolore inspiegabile, come se dentro di sé si stesse risvegliando una morte dimenticata.
Gengar – L’ombra che ride
Dietro il suo sorriso malefico si cela un destino crudele. Gengar non è un semplice Pokémon spettro: è un cacciatore. Si nasconde nelle ombre, si attacca alla schiena delle persone e ne succhia lentamente il calore vitale. Chi muore per mano sua si trasforma in un’altra ombra, destinata a ridere eternamente con lui. La sua risata non è gioia: è il suono della condanna.
Conclusione – Quando il Pokédex diventa un libro maledetto
Queste creature non appartengono al mondo dei sogni infantili, ma a quello degli incubi ancestrali. Drifloon, Banette, Hypno, Phantump, Yamask, Gengar: sei nomi che raccontano storie di morte, dolore e disperazione.
Ogni volta che apriamo il Pokédex, rischiamo di dimenticare che sotto la superficie colorata dei Pokémon si nasconde un archivio di orrori. Creature che non dovrebbero esistere, e che forse, nel cuore della notte, aspettano solo noi.
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