Reaver

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Reaver, pubblicato da Image Comics

E scritto da Justin Jordan con i disegni di Rebekah Isaacs, è un fumetto che unisce l’epica dark fantasy con tinte horror particolarmente brutali. Ambientato nel mondo spietato di Madaras, la serie prende il classico tropo della “missione suicida” e lo reinterpreta con un gruppo di emarginati condannati a morte, costretti a collaborare per sopravvivere. Fin dalle prime pagine, il tono è chiaro: sangue, tradimento e un mondo in cui nessuno è davvero innocente. L’atmosfera è cupa, i colori sono desaturati e la narrazione non fa concessioni al lettore più sensibile.

La forza principale del fumetto

Risiede proprio nei suoi personaggi: ognuno dei membri del gruppo ha una storia torbida alle spalle. C’è il guerriero cannibale, la strega bambina, l’ex soldato disilluso, una spia manipolatrice, e altri ancora. Jordan costruisce il gruppo con un’attenzione particolare agli archetipi, ma riesce a sovvertirli abbastanza da renderli interessanti. Nessuno è eroico, e il lettore si ritrova a dover scegliere di chi fidarsi, pur sapendo che la fiducia è una valuta che qui vale pochissimo.

L’horror è veicolato non solo attraverso la violenza esplicita

E ce n’è parecchia, ma soprattutto con l’angoscia costante di trovarsi in un mondo dominato dalla magia nera, dalla tortura, dalla follia. Le creature e le entità affrontate nel corso della missione sono evocative e disturbanti, con design visivi che richiamano l’horror più esoterico. Isaacs, al disegno, riesce a passare dal grottesco al drammatico con fluidità, dando al mondo un’estetica tanto marcia quanto affascinante.

Spoiler:

Nel corso della storia, il gruppo si addentra nel territorio dei “beheoth”, un popolo che pratica riti oscuri e torture mistiche. Uno dei momenti più forti della serie è il tradimento di Essen Breaker, il protagonista più “apparentemente” solido. Quando rivela di avere un’agenda personale e massacra uno dei membri della squadra, il lettore è messo di fronte a una verità scomoda: nessuno è lì per “fare la cosa giusta”. Il fumetto sovverte la narrazione classica dell’eroismo attraverso un gesto improvviso ma perfettamente coerente con il tono generale dell’opera.
Fine spoiler.

Dal punto di vista della sceneggiatura

Reaver non cerca la profondità esistenziale di un Sandman o le riflessioni cosmiche di Swamp Thing, ma ha una coerenza brutale che lo rende molto efficace. È una lettura per chi ama l’azione ben coreografata ma anche le sfumature morali complesse. I dialoghi sono taglienti, spesso cinici, e mantengono alta la tensione emotiva tra i membri del gruppo. Ogni alleanza sembra temporanea, ogni tregua è solo un modo per sopravvivere un altro giorno.

In conclusione

Reaver è un’opera che si inserisce con forza nel panorama dei fumetti horror-fantasy moderni. È crudo, visivamente potente, e narrativamente spietato. Non inventa nulla di nuovo nel genere, ma lo esegue con una ferocia e un ritmo che lo rendono memorabile. È consigliato a chi apprezza atmosfere alla Conan il Barbaro mischiate con il nichilismo di The Walking Dead e la magia corrotta tipica di Hellblazer. Una lettura che lascia lividi, nel miglior modo possibile.


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