Spettri d’Acqua I Murales Sommersi di Sean Yoro
Eccoci con un articolo dedicato a Sean Yoro (alias Hula), la prima volta che Horror d’Elite copre un artista di murales: una scelta che rompe un po’ gli schemi del nostro solito percorso horror ma che, come vedrai, si sposa benissimo con atmosfere inquietanti, sogni sommersi e simbologie oscure.
Chi è Sean Yoro / Hula
Sean Yoro, detto Hula, è un artista americano di origini hawaiane, autodidatta, famoso per i suoi murales che si “giocano” con l’acqua. Le sue opere si trovano spesso vicino o dentro grandi specchi d’acqua: canali, fiumi, pareti semi sommerse, navi abbandonate, iceberg che si sciolgono.
Una delle serie che meglio rappresenta questo suo approccio è Deep Seads (2019), realizzata su reef artificiali in acque costiere di O’ahu, con pigmenti ecocompatibili e materiali studiati per minimizzare l’impatto ambientale.
L’estetica del quasi annegamento: muri, riflessi, limiti fra superficie e abisso
Per gli amanti dell’horror, Hula può essere una preziosa fonte d’ispirazione. Le sue immagini oscillano spesso fra ciò che è visibile e ciò che è nascosto, fra la superficie tranquilla dell’acqua e i segreti che vi si nascondono sotto. Ecco alcuni punti di contatto con l’orrore:
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Suspense visiva: nei suoi murales, parti del soggetto (volti, braccia) emergono appena sopra l’acqua: ma già l’idea che il resto sia sommerso, invisibile, porta con sé un senso di minaccia, di natura imprevedibile. Qualcosa che spinge l’immaginazione verso ciò che potremmo non vedere.
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Fragilità e impermanenza: gli iceberg che si sciolgono, le maree che coprono o scoprono i murales… tutto ciò rende il lavoro temporaneo, in bilico, spesso effimero. Nell’horror, il tema del tempo che consuma, dell’apparizione destinata a dissolversi, crea un alone di malinconia ma anche di terrore cosmico.
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Il corpo come oggetto-limite: volti esposti, semi-immersi, oppure figure che sembrano emergere dall’oscurità dell’acqua. Il corpo diventa elemento fluttuante, vulnerabile, in balia di forze esterne. Un tema caro all’orrore (immagini di naufragi, figure sommerse, fantasmi d’acqua).
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Simbolismo dell’acqua: l’acqua è da sempre ambigua – vita, rinascita, ma anche morte, mistero, ciò che nasconde. Hula sfrutta questa ambiguità: l’acqua riflette, nasconde, sommerge, annega. Un’interfaccia fra visibile e invisibile, fra realtà e incubo.
Parallelo horror: immagini sommerse, fantasmi acquatici, paure ancestrali
Se pensiamo all’horror classico e contemporaneo, molte paure evocano l’acqua: il timore dell’ignoto sotto la superficie, la perdita di orientamento, il non-essere più capaci di respirare, la solitudine sommersa.
Le opere di Hula, con le loro figure quasi galleggianti, come sospese fra aria e acqua, creano un effetto simile a quello di una spettro: un essere che sta per venire inghiottito, o che già lo è, ma ancora esiste, ancorché in una forma fragile. Perfetti come visioni da incubo, dipinti sul confine dell’essere e del non-essere.
Perché è importante e cosa può dare al vostro immaginario horror
Le sue opere possono ispirare scenografie, racconti, immagini letterarie che sfruttano il limite fra visibile e sommerso.
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La componente ambientale aggiunge una dimensione reale di urgenza: non è solo spavento metaforico, ma anche consapevolezza che il mondo cambia, che l’elemento acqua non è solo sfondo ma protagonista concreto.
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L’effimero, il temporaneo, l’effetto che sparisce: tutto questo si presta benissimo per racconti horror dove ciò che appare non dura, o dove il protagonista deve afferrare l’illusione prima che si dissolva.
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