The Last Thing Mary Saw
“The Last Thing Mary Saw” – un inquietante dramma gotico tra amore proibito e oscurità religiosa
The Last Thing Mary Saw è un’opera prima affascinante e disturbante, scritta e diretta da Edoardo Vitaletti. Si tratta di un horror storico dalle tinte gotiche che intreccia atmosfere soffocanti, suggestioni soprannaturali e riflessioni sulla repressione emotiva e spirituale. Ambientato nel New England del XIX secolo, il film racconta una vicenda oscura e intensa, in cui amore e fede entrano in collisione.
Una storia di desiderio e punizione
Nel cuore della storia troviamo Mary, una giovane donna appartenente a una famiglia puritana, colta in un momento di fragilità e dolore: la narrazione si apre infatti con la sua testimonianza dopo un misterioso decesso. La ragazza, bendata e seduta sotto sorveglianza, racconta quanto avvenuto nei mesi precedenti. Il fulcro del dramma è la sua relazione romantica con Eleanor, la cameriera della casa. Il loro amore, giudicato peccaminoso e inaccettabile dalla rigida morale della famiglia, scatena una catena di eventi dominata da punizioni crudeli, rituali religiosi e minacce sovrannaturali.
Mentre Mary ed Eleanor cercano di trovare uno spazio per il loro sentimento, la tensione cresce: le mura domestiche si stringono come una prigione, e l’arrivo di uno straniero inquietante aggiunge un nuovo elemento di disturbo. Presenze misteriose, segreti taciuti e visioni agghiaccianti cominciano a confondersi con la realtà. Il confine tra religione e fanatismo, tra amore e colpa, si fa sempre più sottile.
Un’estetica spettrale e immersiva
La regia di Vitaletti si distingue per il tono meditativo e per la ricercata eleganza visiva. L’uso della luce naturale, delle ombre e di ambientazioni austere conferisce all’opera un’atmosfera antica e claustrofobica. L’ambientazione rurale, isolata e silenziosa, rafforza il senso di costrizione e solitudine vissuto dai personaggi. Il ritmo è lento, quasi rituale, ma serve a costruire una tensione costante, che esplode solo in brevi e agghiaccianti momenti di violenza o rivelazione.
Il film evita i cliché del genere horror moderno, preferendo un approccio più psicologico e simbolico. L’orrore non nasce tanto da mostri visibili o salti sulla sedia, ma da ciò che è nascosto: nella fede cieca, nelle relazioni spezzate, nei silenzi che avvolgono ogni scena.
Un’opera sul dolore e sulla ribellione silenziosa
Oltre alla componente horror, The Last Thing Mary Saw è anche un racconto di resistenza. Racconta il coraggio di due giovani donne che si oppongono, con la sola forza del loro amore, a un mondo che le condanna. È una riflessione sul peso delle aspettative sociali, sul giudizio, sull’ipocrisia mascherata da religione. In un’epoca dove tutto ciò che è diverso è visto come una minaccia, il film mostra quanto l’umanità possa diventare spietata nel nome della “purezza”.
Il finale, enigmatico e inquietante, lascia spazio all’interpretazione e non offre una chiusura netta. Come nella tradizione del miglior cinema gotico, il non detto è più potente delle spiegazioni.
Conclusione
The Last Thing Mary Saw è un film atmosferico, raffinato e disturbante, che colpisce per la sua originalità e per la maturità con cui affronta temi delicati come l’identità, la repressione e il desiderio. Un debutto che conferma il talento di Edoardo Vitaletti come autore da tenere d’occhio. Chi cerca un horror diverso, profondo e carico di tensione emotiva, troverà in questo film una piccola perla nascosta.
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