Il mondo piange la perdita di James Earl Jones, l’iconico attore noto per la sua voce profonda ed autorevole e per il suo straordinario talento, che è morto all’età di 93 anni. La carriera di Jones, che ha attraversato oltre sette decenni, ha lasciato un segno indelebile sia sul palco che sullo schermo, diventando una pietra miliare culturale con ruoli che spaziano dal sinistro Darth Vader in Star Wars al saggio e paterno Mufasa ne Il Re Leone. RIP James Earl Jones.
Nato in Mississippi nel 1931, Jones superò una balbuzie infantile grazie all’aiuto di un insegnante compassionevole, che lo portò a scoprire il suo amore per il parlare in pubblico e, infine, per la recitazione. Il suo percorso nel mondo del teatro iniziò negli anni ’50, e alla fine degli anni ’60 Jones si era affermato come una potenza teatrale. La sua interpretazione del pugile Jack Johnson in The Great White Hope gli valse un Tony Award e una nomination all’Oscar. Negli anni successivi, continuò a dominare il palco, ricevendo elogi per le sue interpretazioni in opere come Fences e Otello.
La voce di Jones divenne leggendaria non solo per i suoi ruoli cinematografici, ma anche per gli spot pubblicitari, dove dichiarava famosamente: “This is CNN,” una frase che divenne immediatamente riconoscibile. La sua carriera fu caratterizzata dalla versatilità, spaziando da opere shakespeariane a classici moderni come L’uomo dei sogni.
Uno dei ruoli più memorabili di James Earl Jones è stato quello della figura storica Alex Haley in Radici: Le Nuove Generazioni, il sequel della miniserie originale Radici. In questa potente interpretazione, Jones pronunciò la famosa frase, “Ti ho trovato, Kunta Kinte!” mentre tracciava le origini africane della famiglia di Haley. La frase rappresentava un momento culminante nella storia, segnando il culmine della ricerca di Haley delle origini della sua famiglia.
Radici occupa un posto speciale nella storia della televisione per la sua narrazione potente sugli orrori della schiavitù e la resilienza degli antenati afroamericani. Questa frase, pronunciata da Jones, risuona profondamente con i temi dell’identità, dell’appartenenza e della connessione ancestrale.
Un altro dei ruoli più iconici di James Earl Jones fu quello del crudele Thulsa Doom nel film del 1982 Conan il barbaro, diretto da John Milius. Interpretando il principale antagonista di Conan, Jones diede vita a un personaggio inquietante e magnetico, leader di una setta e maestro del controllo mentale. La sua performance come Thulsa Doom è stata una delle più memorabili del film, con la sua voce profonda che aggiungeva un’aura di mistero e potere al suo personaggio. In particolare, la scena in cui Thulsa Doom espone a Conan il concetto del vero potere — non la forza fisica, ma la capacità di controllare le menti degli uomini — è considerata una delle più significative dell’intero film. Questo ruolo ha consolidato ulteriormente la reputazione di Jones come attore capace di incarnare figure carismatiche e minacciose.
Fuori dallo schermo, Jones era profondamente rispettato per la sua umiltà e dedizione al suo mestiere, nonostante la fama mondiale. Spesso evitava le tradizionali macchine di creazione di star, scegliendo invece di accettare ruoli che riflettessero la sua ampia gamma di attore. Ha anche vissuto difficoltà personali, dai suoi problemi di linguaggio alle complessità del suo rapporto con il padre estraniato, l’attore Robert Earl Jones.
L’eredità di James Earl Jones vivrà attraverso i personaggi indelebili che ha portato in vita e la sua influenza sulle future generazioni di attori. Nel 2022, il Cort Theatre di Broadway è stato rinominato in suo onore, un omaggio appropriato a un uomo che ha dedicato la sua vita alla narrazione.
La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma la risonanza della sua voce e la profondità delle sue interpretazioni continueranno a ispirare per anni a venire. RIP James Earl Jones.