Venerdì 13

Venerdì 13

Venerdì 13 (1980): il capostipite dello slasher rurale e la nascita di un’icona dell’orrore

Nel 1980 Sean S. Cunningham firma uno dei film più celebri e influenti della storia del cinema horror: Venerdì 13 (Friday the 13th), primo capitolo di una lunga saga destinata a entrare nell’immaginario collettivo. Realizzato con un budget contenuto e con l’obiettivo di cavalcare l’onda del successo di Halloween (1978), il film divenne un fenomeno culturale, dando origine a una delle più longeve e iconiche serie horror, nonché al mito di Jason Voorhees.

Trama

L’azione si svolge nei boschi del New Jersey, nei pressi di Camp Crystal Lake, un campeggio diurno destinato ai ragazzi. Lì, nel 1957, un bambino di nome Jason Voorhees annegò nel lago, presumibilmente a causa della negligenza dei supervisori. L’anno successivo, due animatori furono uccisi brutalmente, e il campo venne chiuso. Vent’anni dopo, nel 1980, un nuovo gruppo di giovani animatori arriva a Crystal Lake con l’intenzione di riaprire il campeggio. Ma uno a uno, i ragazzi cominciano a morire in modi sempre più violenti, vittime di un assassino misterioso che si aggira nel bosco.

Regia e stile

Sean S. Cunningham adotta una regia semplice ma efficace, basata su suspense, inquadrature soggettive e un crescendo di violenza. Il film si distingue per l’uso innovativo della camera killer (la soggettiva dell’assassino), che coinvolge lo spettatore nella prospettiva dell’omicida, accentuando la tensione e l’inquietudine. Grande merito va anche al montaggio secco e al commento sonoro creato da Harry Manfredini, il cui celebre effetto sonoro “ki-ki-ki, ma-ma-ma” è diventato un marchio di fabbrica della saga.

Violenza e atmosfera

Rispetto ad altri film dell’epoca, Venerdì 13 fu particolarmente crudo e diretto nelle sue rappresentazioni della violenza. Le scene di omicidio – realizzate con gli effetti speciali di Tom Savini – sono realistiche, brutali e ancora oggi disturbanti. L’atmosfera del campeggio isolato, con il bosco che sembra osservare silenzioso ogni movimento, contribuisce a creare un senso di pericolo costante.

Temi

Il film gioca con la paura dell’ignoto e del peccato punito. I giovani protagonisti, spesso distratti da sesso, droga e leggerezza, vengono “giudicati” da una presenza che agisce nell’ombra. Sebbene il personaggio di Jason diventerà il cuore della saga negli episodi successivi, in questo primo film è Pamela Voorhees (interpretata da Betsy Palmer) la vera sorpresa narrativa: madre vendicativa e psicologicamente spezzata, che incarna un volto diverso del male.

Impatto e legacy

Venerdì 13 fu un successo clamoroso al botteghino, incassando oltre 60 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 550.000. Questo aprì la strada a innumerevoli sequel, spin-off, remake e crossover, tra cui il celebre Freddy vs. Jason (2003). Anche se non sempre acclamato dalla critica – che lo accusò di essere derivativo e troppo violento – il film ha saputo conquistare il pubblico e costruire un universo narrativo che è diventato parte integrante della cultura pop. Jason Voorhees, con la sua maschera da hockey (introdotta però solo nel terzo film), è oggi uno degli assassini più riconoscibili della storia del cinema.

Conclusione

Venerdì 13 non è solo un film horror: è un archetipo. Contribuì a codificare le regole dello slasher, ispirando decine di opere successive e diventando un pilastro del genere. Con la sua miscela di suspense, sangue e ambientazione claustrofobica all’aria aperta, è ancora oggi un’opera fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’horror moderno. Nel cuore dei boschi di Crystal Lake, quel primo urlo del 1980 continua a risuonare.


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