VESTITO PER UCCIDERE (Brian de Palma, 1980)
Ben trovate anime…stasera ricordiamo uno dei thriller simbolo e che destarono scalpore in quei primi anni 80…
“Un’attraente casalinga quarantenne trascurata dal marito e forse ninfomane, paziente dell’ambiguo psicanalista Robert Elliott, viene uccisa sotto gli occhi di Liz, una ragazza squillo.
Quest’ultima, ingiustamente sospettata del delitto, proverà a smascherare l’identità del maniaco insieme al figlio della vittima”…
Sul finire degli anni 70 Brian De Palma scrisse una sceneggiatura basata su “Cruising” .
(che significa “trovare partner sessuali casualmente“), un articolo del giornalista Gerald Walker incentrato sulla figura di un serial killer che sceglieva vittime omosessuali.
Non riuscendone ad ottenere i diritti, lo script passò al regista William Friedkin che lo diresse nello stesso anno proprio con quel titolo, mentre alcune influenze di quella storia finirono in “Vestito per uccidere“.
Fra le scene più indimenticabili ed entrate nella storia del cinema , spiccano sicuramente la lunga sequenza fatta di sguardi e inseguimenti all’interno di un museo e quella dell’omicidio nell’ascensore.
Un’esplosione di tensione fatta di violenti tagli sia di montaggio che di pelle… riflessi abbaglianti di un rasoio affilato e fiotti di sangue scarlatto…
Thriller forte, dai toni erotici marcati (anche se visto oggi, probabilmente, non fa lo stesso effetto) e caratterizzato da una vena tipicamente argentiana.
Ci sono il killer in impermeabile, il testimone chiave minacciato, il poliziotto-macchietta, l’assassinio in ascensore.
Molto di questo film è chiaramente ispirato a Profondo Rosso (uscito cinque anni prima), con la differenza che i suoi toni sono molto più incentrati sulla componente erotica e sulle sue ambiguità, piuttosto che sull’atmosfera malsana.