Wytches

Wytches

Introduzione all’opera

“Wytches”, scritto da Scott Snyder e illustrato da Jock, è una delle opere horror più inquietanti e visivamente disturbanti del panorama fumettistico americano degli ultimi anni. Pubblicato dalla Image Comics nel 2014, questo graphic novel porta con sé non solo un ritorno alla figura arcaica e terrificante delle streghe, ma lo fa con un approccio radicalmente nuovo, radicato in un folklore oscuro e selvaggio, lontano dai canoni gotici o hollywoodiani.

L’impostazione narrativa

La storia si concentra sulla famiglia Rooks, composta da Charlie, un autore di libri per ragazzi, sua moglie Lucy, ex medico ora sulla sedia a rotelle, e la loro figlia adolescente Sailor. Dopo un trauma avvenuto nella città precedente, si trasferiscono a Litchfield, nel New Hampshire, cercando un nuovo inizio. Ma nella quiete dei boschi che circondano la loro nuova casa si annida un’antica minaccia: le Wytches, entità mostruose che rispondono a richieste in cambio di sacrifici umani.

Un horror radicato nella natura

L’aspetto forse più disturbante del fumetto è l’idea che l’orrore non venga da un altro mondo, ma dalla natura stessa. Le Wytches vivono sotto terra, nascoste tra le radici degli alberi, e sono evocate da persone comuni tramite un rituale semplice ma atroce: una “pledge”, ovvero segnare qualcuno affinché venga sacrificato in cambio di guarigioni o favori. Questo legame tra il bosco, la terra e la malvagità primordiale aggiunge una dimensione quasi lovecraftiana all’opera.

Il tratto grafico di Jock

Jock, celebre per il suo stile graffiato e quasi instabile, dona a “Wytches” un’identità visiva immediatamente riconoscibile. I suoi disegni sembrano spesso esplodere dalla pagina, accompagnati dai colori caotici di Matt Hollingsworth che aggiungono un senso di panico, confusione e instabilità mentale. Le tavole sono dense di oscurità, sagome indistinte e silhouette che emergono improvvisamente, creando un senso costante di minaccia.

Genitorialità, colpa, trauma

Snyder, come spesso accade nelle sue opere, intreccia il soprannaturale con i drammi personali. In “Wytches”, il vero cuore pulsante è il rapporto padre-figlia e il senso di colpa che Charlie prova per non essere riuscito a proteggere Sailor. Questo sentimento è amplificato dall’horror esterno, rendendo l’opera un viaggio anche emotivo e psicologico. La paura diventa metafora della perdita e dell’impotenza di fronte al dolore dei propri cari.

Spoiler:

Nel cuore della narrazione si scopre che Charlie, il padre, ha in passato “pledgiato” la propria figlia senza saperlo pienamente, accecato dalla disperazione per la salute mentale di Sailor. Questo tradimento, che lo stesso Charlie cerca poi di redimere rischiando la propria vita per salvarla, è un momento centrale della storia che cambia drasticamente la percezione del personaggio e pone domande inquietanti su cosa significhi davvero proteggere chi amiamo.

Atmosfera e ritmo

“Wytches” non ha un ritmo incalzante o d’azione classica. Piuttosto, si costruisce come una lenta discesa nell’angoscia, in cui la tensione aumenta progressivamente. Il fumetto gioca molto con l’implicito, con ciò che si intravede nei margini delle vignette, creando un senso di paranoia costante. È un tipo di horror che non si basa su jump scare o shock visivi immediati, ma su un’atmosfera viscerale e pervasiva.

Criticità e limiti

Sebbene “Wytches” sia una lettura intensa, ha ricevuto anche alcune critiche, soprattutto per la gestione un po’ frettolosa del finale e per alcuni momenti di confusione narrativa legati ai flashback. Inoltre, il linguaggio visivo, così frammentato e stilizzato, sebbene efficace, può risultare disorientante per alcuni lettori meno abituati a una narrazione visuale non convenzionale. Tuttavia, per molti, questi aspetti aumentano il senso di disorientamento, coerente con la tematica della storia.

Conclusione: un horror che lascia il segno

In definitiva, “Wytches” è una delle opere horror più originali degli ultimi anni, sia per la sua rivisitazione del mito della strega, sia per l’equilibrio tra orrore fisico e dramma psicologico. È una lettura che inquieta anche dopo aver chiuso l’ultima pagina, e che invita a riflettere su quanto l’orrore vero possa nascondersi non solo nel bosco, ma anche nelle nostre paure più intime. Un fumetto consigliato a chi cerca un’esperienza intensa, disturbante e profondamente umana.


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