L’Esorcismo di Klingenberg

L’Esorcismo di Klingenberg

L’esorcismo di Klingenberg è stato un avvenimento che ha suscitato una grande attenzione mediatica, ben oltre i confini della Germania, dove avvenne. La protagonista fu Anneliese Michel (Anna Elisabeth Michel), una scrittrice tedesca cattolica, che soffriva di depressione e epilessia e morì per estrema malnutrizione, dopo essersi sottoposta a un totale di 67 esorcismi.
La sua storia ha ispirato molti documentari e lungometraggi. I due film più noti che hanno trattato questa vicenda sono “Requiem” di Hans-Christian Schmid (2006) e “The exorcism of Emily Rose” di Scott Derrickson (2006)

L’Esorcismo di KlingenbergLA STORIA.

1) Infanzia e insorgere della malattia.

Anneliese, nata il 21 settembre del 1952 a Klingenberg, è stata, fin da piccola, molto influenzata dalla religione e poco resistente alle malattie. Andava in chiesa più volte alla settimana, pregava il rosario e, a volte, aveva l’abitudine di dormire sul pavimento, per espiare le colpe delle altre persone. Nel 1968 ebbe il primo attacco epilettico e, poco dopo, fu colpita pesantemente dalla polmonite e dalla tubercolosi.
Ne seguì un periodo in cui ci fu un ricovero in un sanatorio dove sembra, ma ciò non è confermato, iniziarono anche delle vere e proprie allucinazioni visive a sfondo demoniaco. Quel che è certo e che, quando tornò alla vita normale, il male oscuro della depressione cominciò a presentarsi e a condizionarla. Nel 1973 disse, a più riprese, di aver sentito qualcuno bussare nell’armadio, sul pavimento e sopra il soffitto, accompagnato da voci che le parlavano dell’Inferno. Un medico le diagnosticò l’inizio di una psicosi paranoide. Intanto, Anneliese aveva già iniziato una terapia farmacologica per tenere a bada gli attacchi epilettici.

2) L’idea degli esorcismi come possibile cura.

Una guida spirituale che la accompagnò in un pellegrinaggio presso San Damiano, notò la sua avversione verso gli oggetti religiosi. La condusse quindi in visita a diversi ecclesiastici, fino a quando il sacerdote Ernst Alt e padre Adolf Rodewyk si convinsero di riconoscere in lei i segni di una possessione demoniaca. I due uomini di chiesa parlarono di infestazione (ovvero la prima fase della possessione, quando i demoni si limitano a molestare il soggetto, senza essersi ancora impossessati della sua anima). La cosa fu accettata di buon grado, sia da Anneliese che dai suoi genitori, che rifiutavano ogni spiegazione medica.

3) Gli esorcismi

Dopo una prima fase colloquiale, il 1 luglio del 1975 arrivò il primo esorcismo, durante il quale venne strappato un rosario. Dopo un secondo esorcismo condotto dal vescovo Josep Stangl, Ernst Alt raccomandò un ricovero in un ospedale psichiatrico. Questo perché le condizioni di Anneliese peggioravano drasticamente: non dormiva, urlava, era molto irrequieta e digiunava. Inoltre, mangiava insetti e beveva la sua urina. L’idea del ricovero però venne rifiutata dai genitori che temevano ciò le precludesse la carriera da insegnante.
Si arrivò a un nuovo esorcismo, di tipo maggiore, condotto secondo il rituale romano, il 24 settembre del 1975 da Arnold Renz, per idea del vescovo Stangl. Da allora, fino alla morte di Anneliese, avvenuta il 1 luglio del 1976, gli esorcismi arrivarono a un totale di 67. Grazie alle registrazione condotte durante queste sedute, sappiamo che in queste occasioni la ragazza parlava con voce alterata, usando un linguaggio rozzo e scurrile.

Dal risultato degli esorcismi venne determinato che la ragazza era posseduta dal demone Lucifero e dagli spiriti di Giuda, Nerone, Caino, Hitler e del parrocco Valentin Fleischmann, presunto assassino. La sera del 3 marzo del 1976, Anneliese smise completamente di mangiare, per ordine delle voci che sentiva, e iniziò ad avere comportamenti autolesionisti, infliggendosi severe punizioni corporali. Nelle sue ultime settimane di vita fu necessario legarla al letto e la ragazza si convinse di avere le stigmate ai piedi e alle mani.
Morì il giorno dopo l’ultimo esorcismo, a causa di malnutrizione e eccessivo deperimento, tutto questo aggravato da una polmonite.
Al momento del decesso pesava solamente 31 kg per un’altezza di 1,66 metri.

4) Il processo.

L’esorcismo di Klingenberg ha aperto la strada a un procedimento giudiziario.
I genitori furono accusati di omicidio colposo, così come Alt, Renz, Stangl e Rodewyk. Gli ultimi due vennero poi lasciati liberi da giudizio, in quanto si stabilì che non avessero avuto rapporti diretti con la vittima e che quindi non ne conoscessero appieno le condizioni di salute.
Il processo contro i restanti quattro iniziò il 30 marzo del 1978 ed ebbe una grande attenzione mediatica. L’Esorcismo di KlingenbergL’accusa sosteneva che l’epilessia di Anneliese fosse sfociata in psicosi paranoica e che la sua morte si sarebbe potuta evitare facendo ricorso a un medico e con l’alimentazione forzata.
Venne effettuata una perizia psichiatrica sugli imputati che esibivano una religiosità fortemente pronunciata. I genitori invece si difesero dichiarando che avevano affidato alle cure religiose la loro figlia. L’accusa chiese che fossero condannati per omicidio colposo per omissione.
Il giudice del processo per l’esorcismo di Klingenberg condannò gli imputati, il 21 aprile del 1978, per omicidio colposo a pene detentive di sei mesi ciascuno, per non aver fornito assistenza medica. Venne comunque riconosciuto che essi credevano “irremovibilmente nell’esistenza fisica del diavolo.” Il giudice stabilì inoltre che Anneliese Michel non era posseduta, bensì malata di mente dal 1 maggio del 1976.

L’Esorcismo di KlingenbergCONCLUSIONI.

L’esorcismo di Klingenberg ha suscitato ampie discussioni riguardo alla salute mentale, alla religione e alle pratiche di esorcismo. È stato oggetto di diversi film e documentari, contribuendo a mantenere viva la sua memoria nella cultura popolare.

La storia di Anneliese continua a sollevare interrogativi su cosa sia realmente la possessione e come la società affronta le malattie mentali.

The Exorcism of Emily Rose


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