Bagliori nel Buio
Bagliori nel buio (1993): tra UFO e paranoia rurale nel cinema americano
Diretto da Robert Lieberman e tratto da una presunta storia vera, Bagliori nel buio (Fire in the Sky, titolo originale) è un film del 1993 che mescola thriller, dramma e fantascienza, esplorando uno dei più celebri casi di presunto rapimento alieno mai registrati negli Stati Uniti. Con un tono cupo e un’atmosfera tesa, il film si distingue all’interno del sottogenere ufologico per il suo approccio narrativo sobrio e psicologico, alternando lo scetticismo della comunità all’esperienza traumatica del protagonista.
Trama
La vicenda si svolge nel 1975 nella cittadina di Snowflake, in Arizona. Un gruppo di boscaioli, tra cui Travis Walton (interpretato da D.B. Sweeney), sta lavorando nei boschi quando assiste a uno strano fenomeno: una luce intensa proveniente dal cielo. Travis si avvicina per indagare e viene improvvisamente investito da un raggio di luce. I suoi colleghi, terrorizzati, fuggono. Quando tornano per cercarlo, Travis è scomparso.
Nei giorni seguenti, la polizia e gli abitanti del paese iniziano a sospettare che gli amici di Travis stiano nascondendo qualcosa. I cinque uomini vengono sottoposti al poligrafo, ma superano il test. Cinque giorni dopo, Travis ricompare improvvisamente, nudo, disorientato e profondamente traumatizzato. Il suo racconto è sconvolgente: afferma di essere stato rapito da esseri extraterrestri e sottoposto a esperimenti medici crudeli.
Una storia controversa
Il film si basa sul libro The Walton Experience, scritto dallo stesso Travis Walton, che sostiene ancora oggi la veridicità del suo racconto. La trasposizione cinematografica, tuttavia, prende alcune libertà creative, in particolare nella rappresentazione dell’esperienza a bordo dell’astronave aliena. Queste sequenze – visivamente disturbanti e di forte impatto – sono tra le più memorabili del film e contribuiscono a cementare la sua fama nel genere sci-fi anni ’90.
Regia e interpretazioni
Robert Lieberman, regista esperto soprattutto in ambito televisivo, costruisce un film teso e coinvolgente, che lavora più sulla tensione psicologica e sulla dinamica di gruppo che sull’azione. Il cast è solido: oltre a D.B. Sweeney, spicca Robert Patrick (fresco del successo di Terminator 2), nel ruolo dell’amico Mike Rogers, diviso tra il senso di colpa e la pressione della comunità.
Temi
Bagliori nel buio non è un semplice film sugli alieni. Affronta tematiche come la paura dell’ignoto, l’alienazione sociale, la fragilità del legame tra verità e percezione collettiva. La comunità di Snowflake rappresenta una micro-società pronta a giudicare, a trovare un capro espiatorio, e incapace di accettare ciò che non può spiegare. La figura dell’alieno, pur presente, è meno centrale del trauma umano che lascia dietro di sé.
Ricezione
All’epoca dell’uscita, il film ricevette un’accoglienza contrastante: lodato per l’atmosfera e le interpretazioni, ma criticato da alcuni per il ritmo lento. Con il tempo, tuttavia, è diventato un piccolo cult tra gli appassionati di UFO e fantascienza paranormale, proprio grazie al suo tono realistico e alla potenza visiva delle scene a bordo dell’astronave.
Conclusione
Bagliori nel buio è un film che, pur senza effetti speciali eclatanti, riesce a disturbare e affascinare. La sua forza risiede nell’equilibrio tra mistero e umanità, tra realtà e suggestione. In un’epoca in cui il cinema fantascientifico era dominato da blockbuster e alieni spettacolari, Fire in the Sky offre una versione intima, cupa e profondamente inquietante dell’incontro ravvicinato del terzo tipo.
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