Babadook

Babadook

di Jennifer Kent (2014)

A sette anni di distanza dalla morte del marito, Amelia cerca, insieme al figlio Samuel, di ritrovare un equilibrio.

Citazione.

“Che sia in una parola o in uno sguardo, non puoi liberarti di Babadook! Se un tipo sveglio sei, e ben vedere sai, un amico speciale troverai.

Un amico tuo e mio.

Il suo nome è signor Babadook, e questo è il suo libro. Un suono tuonante poi… tre colpi secchi: Bababa dook dook dook. Che lui è lì così saprai.

E lo vedrai, se guarderai.”

(Frase dal libro)

Mister Babadook

É solo un libro e non può fare alcun male. Questo continua a ripetere Amelia a suo figlio.

Ma Samuel è un ragazzino problematico. Il suo comportamento è fonte di molte preoccupazioni per Amelia, sia nell’ambito famigliare che in quello scolastico.

E poi, come è possibile che quel volume per bambini, ben rilegato e pieno di macabre immagini pop-up, continui ad apparire ovunque?

Anche dopo che è stato strappato e gettato nella spazzatura o arrostito sul barbecue.

Davvero esiste qualcosa di soprannaturale che é in stretto legame con quella fiaba nera e il suo protagonista?

E quegli inspiegabili rumori che si sentono in casa sono opera di Mister Babadook, come sostiene Samuel? O é solo suggestione?

Amelia lotta e prova a farsi forza con la sua parte razionale. Ma, di notte, quando tutto è più difficile da sostenere, si rifugia terrorizzata sotto le coperte, in cerca di protezione. E attende.

Considerazioni.

Jennifer Kent dirige uno dei film più belli del 2014, e non solo. Babadook é molto più di un semplice horror. È un dramma famigliare, portato al parossismo, che si tinge dì soprannaturale per la presenza dell’antagonista principale. È un film che ci parla dei mostri più veri e terrificanti che esistano: la solitudine e la perdita di una persona amata.

Colpisce duro a livello psicologico, ci mostra quello che può succedere nei meandri di una mente devastata dal dolore e dall’incapacità di elaborare un lutto. In certe scene, è così intenso che diventa difficile da sostenere. In ogni scricchiolio, in ogni inquadratura notturna della casa che sembra “respirare”, come se fosse un soggetto attivo. E la voce di Mister Babadook é qualcosa che gela il sangue, perché viene dal profondo, da quella parte oscura e sconosciuta che appartiene a tutti noi. E che tentiamo, invano, di seppellire.

Ed é proprio in questo aspetto che risiede il fascino maggiore della pellicola. Nella sua capacità di spingersi oltre ai confini di quello che é il genere di appartenenza.

Nel film sono delineati alla perfezioni i quadri psicologici dei protagonisti, così come é notevole la descrizione del difficile rapporto madre/figlio. Un equilibrio instabile fin dal primo momento, visto il terribile incidente stradale che ha distrutto la vita di Amelia, proprio il giorno in cui è nato Samuel.

La madre ama il figlio, ma al contempo lo vede come il maggiore responsabile della sua infelicità. Almeno fino a quando troverà la forza di ricacciare il mostro che la perseguita in un posto sicuro, dove non potrà più nuocere. Laggiù, nello scantinato, dove, come si sa, vivono le paure più spaventose, che forse non possono essere sconfitte, ma semplicemente tenute a bada.

Babadook si avvale anche delle straordinarie performances di tutti gli attori coinvolti.

In particolare di Essie Davis che da vita al personaggio di una madre in lotta con i suoi demoni interiori, ma anche capace di lasciarsi andare a attimi di tenerezza. Bravissimo anche il piccolo Noah Wieseman, in un ruolo per nulla semplice e pieno di sfaccettature.

Da sottolineare infine l’ottimo lavoro svolto per realizzare il volume di Mister Babadook, con illustrazioni di burtoniana ispirazione.

Conclusioni.

Babadook è stato elogiato per la sua originalità, con una forte performance di Essie Davis nel ruolo di Amelia. Ha ottenuto un ampio riconoscimento come uno dei migliori horror degli ultimi anni, apprezzato sia per la sua capacità di spaventare che per la profondità dei temi trattati. È un horror che lascia il segno non solo per le sue scene spaventose, ma soprattutto per il suo approccio emotivo e psicologico.


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