Era Mio Padre di Sam Mendes (2002)
Mike Sullivan lavora come gangster per il boss irlandese John Rooney. Ma, una sera, le cose degenerano improvvisamente e le vite di molte persone cambieranno per sempre.
“𝘈 𝘤𝘩𝘪 𝘮𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘴𝘦 𝘔𝘪𝘬𝘦 𝘚𝘶𝘭𝘭𝘪𝘷𝘢𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘳𝘢𝘷𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘢 𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘰, 𝘪𝘰 𝘥𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢: 𝘦𝘳𝘢 𝘮𝘪𝘰 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘦”
(𝙈𝙞𝙘𝙝𝙖𝙚𝙡 𝙎𝙪𝙡𝙡𝙞𝙫𝙖𝙣 𝙅𝙧)
𝐏𝐀𝐃𝐑𝐈 & 𝐅𝐈𝐆𝐋𝐈.
Illinois, 1931.
Attraverso due storie che scorrono in parallelo, il regista, partendo dall’opera a fumetti di Max Allan Collins, indaga sul bene e sul male, sulle luci e sulle ombre che spesso pervadono l’universo familiare.
Abbiamo un padre, Mike Sullivan, accecato dal desiderio di vendetta verso i suoi vecchi datori di lavoro, dopo che gli hanno ucciso la moglie e il figlio più piccolo, ma anche estremamente protettivo e amorevole verso l’unico figlio che gli é rimasto. Intraprenderà con lui un vero e proprio viaggio alla ricerca di quella che sembrerebbe essere l’unica salvezza possibile.
E poi c’è l’altro padre, John Rooney. E c’è suo figlio Connor, l’uomo responsabile dell’agguato alla famiglia di Mike. L’uomo che Mike vuole morto.
John sa che Connor lo deruba da anni ma, nonostante questo, lo ama, incondizionatamente. Un amore paterno che quasi commuove. E non può e non vuole consegnarlo a Mike, qualsiasi cosa succeda, qualunque siano le conseguenze.
Considerazioni.
Sam Mendes attraversa il genere noir per portare su schermo quello che é un vero e proprio dramma esistenziale. Lo fa girando un film davvero ben strutturato formalmente, con i dialoghi e le azioni che si alternano al momento giusto. E ci regala una sequenza memorabile: una sparatoria notturna e “silenziosa” accompagnata solo dalle note di Thomas Newman; una vera gioia per gli occhi.
Tom Hanks é bravissimo nella sua parte da “cattivo”, abile a mantenersi in equilibrio senza strafare e capace di dare molte sfumature al suo personaggio; Paul Newman recupera tutto il suo fascino e carisma in questa che resta la sua ultima apparizione su schermo.
Da vedere.
