Bagman
Il regista Colm McCarthy (The Girl with All the Gifts, Peaky Blinders) porta sul grande schermo Bagman nel 2025, un horror che promette di lasciare il pubblico con il fiato sospeso.

Benvenuti in Incubi Notturni, la rubrica che vi guiderà attraverso i sentieri più oscuri e inquietanti del cinema horror. Vi porteremo alla scoperta di pellicole che hanno fatto tremare il pubblico, lasciando un’impronta indelebile nella storia del genere. Dalle classiche leggende del terrore ai film più innovativi e disturbanti, Incubi Notturni esplorerà i temi, le tecniche e i mostri che popolano l’immaginario horror. Che si tratti di slasher, psicologici, sovrannaturali o thriller soprannaturali, sarà un viaggio nel cuore della paura, un’occasione per analizzare non solo la trama e i personaggi, ma anche le sfumature artistiche e le riflessioni più profonde che si nascondono dietro ogni incubo cinematografico.
Preparatevi a rivivere le emozioni forti, a spaventarvi e a riflettere su come il cinema possa manipolare le nostre paure più intime. In Incubi Notturni, ogni film è una porta verso un mondo dove il terrore è reale, e dove ogni notte può trasformarsi in un incubo indimenticabile.
Il regista Colm McCarthy (The Girl with All the Gifts, Peaky Blinders) porta sul grande schermo Bagman nel 2025, un horror che promette di lasciare il pubblico con il fiato sospeso.
Pete McKell, giornalista americano in Australia, si unisce a un gruppo di turisti per un’escursione lungo il fiume Kakadu. Tra di loro c’è Kate, la guida locale, con cui nasce un’immediata sintonia. Quando intercettano un razzo di segnalazione, il gruppo devia la rotta e finisce per urtare qualcosa che danneggia l’imbarcazione. Costretti ad abbandonarla, si rifugiano su un isolotto in mezzo al fiume, ignari di trovarsi nel territorio di un gigantesco coccodrillo.
La storia si apre in un ospedale, dove il detective Emmanuel Ritter e sua moglie accolgono con gioia la nascita del loro primo figlio. Ma un evento spaventoso trasforma subito quel momento in un incubo: un’infermiera, dopo aver preso servizio nel reparto neonatale, si barrica all’interno e massacra tutti i neonati con un bisturi, compreso il figlio di Ritter. Dopo il gesto, si toglie la vita.
Nasser, un giovane violoncellista saudita, entra in possesso di un antico violoncello rosso, acquistato da un enigmatico venditore. Lo strumento, raffinato e affascinante, sembra infondergli un talento musicale fuori dal comune, ma ben presto si rivela una presenza inquietante.
In un luogo indefinito, Samantha Andretti, una donna scomparsa quindici anni prima, riappare all’improvviso in stato di shock. Non ricorda nulla della sua prigionia, ma è convinta di essere stata rinchiusa in un “labirinto” mentale dal suo aguzzino.
Con The Deep Dark – Discesa nell’abisso, il regista Mathieu Turi ci conduce in un horror opprimente e suggestivo, ambientato nel cuore di una miniera nel 1956. Un gruppo di minatori riceve l’ordine di accompagnare un esperto in una zona remota del sottosuolo per raccogliere misteriosi campioni. Ma qualcosa va storto: una frana li intrappola e, durante la fuga, si imbattono in una cripta antichissima che cela un’entità mostruosa, rimasta sepolta per secoli. L’incubo ha inizio in un luogo dove la luce non arriva, e il tempo sembra essersi fermato.
Nel 2007 Stephen Hopkins firma I segni del male, un thriller soprannaturale che mescola atmosfere bibliche, investigazione scientifica e orrore apocalittico. Con una protagonista d’eccezione come Hilary Swank, il film si inserisce nel filone degli horror teologici, giocando con i simboli delle dieci piaghe d’Egitto e le paure millenaristiche.
Hereditary non è solo un film horror: è un’esperienza emotiva disturbante che ci accompagna nel cuore del trauma familiare. Esordio folgorante di Ari Aster, il film esplora la trasmissione ereditaria del dolore, della follia e del male come fosse un destino inevitabile.
Nel 2005, Hostel di Eli Roth scosse il pubblico internazionale con la sua rappresentazione scioccante del dolore umano. Prodotto da Quentin Tarantino, il film fu rapidamente etichettato come capostipite del “torture porn”, ma dietro la sua violenza esplicita si cela una riflessione inquietante sui privilegi occidentali, sulla mercificazione dei corpi e sul lato oscuro del turismo globale.
Una ragazza è in casa da sola, aspetta il suo ragazzo per vedere un film horror – “una cassetta” – quando riceve una telefonata.