Come True
Come True (2020), diretto da Anthony Scott Burns
È un film horror fantascientifico che si insinua lentamente sotto la pelle, mescolando l’onirico con il distopico. Al centro della storia c’è Sarah, un’adolescente in fuga da casa che si iscrive a uno studio sul sonno nel tentativo di trovare un rifugio temporaneo. Ma ciò che inizia come un esperimento clinico prende rapidamente pieghe inquietanti, trascinandola e noi, in un mondo fatto di ombre misteriose e sogni sempre più inquietanti. Il film colpisce fin dall’inizio con una fotografia fredda e satura di blu, che incornicia una realtà al confine con l’incubo.
Una delle forze maggiori di Come True
Risiede nella sua estetica, ispirata a un certo immaginario synthwave e cyberpunk, la regia lavora molto sui contrasti tra luce e oscurità, e sull’utilizzo di suoni ambient elettronici per costruire una tensione psicologica costante. Non ci troviamo davanti a un horror fatto di jumpscare, ma a un viaggio ipnotico e disturbante nella mente umana. I sogni visualizzati come tunnel in prima persona in cui figure oscure e disturbanti si muovono lentamente, sono tra le sequenze più riuscite del film. C’è qualcosa di arcaico e primitivo nella paura che evocano, un richiamo al subconscio collettivo che lo rende ancora più inquietante.
Il tema centrale del film
Sembra ruotare intorno alla dissociazione tra coscienza e inconscio. Sarah non è solo una ragazza problematica, è una giovane che cerca una via d’uscita da una realtà che la respinge, e l’esperimento sul sonno diventa una metafora di questa fuga. La figura degli scienziati che la monitorano, freddi e distaccati, accentua la sensazione di alienazione. Il film si muove volutamente in territori ambigui, non ci è mai chiaro quanto stiamo vedendo sia reale, sogno, o una fusione tra i due. È un’esperienza che richiede attenzione, pazienza, e una certa predisposizione alla sospensione dell’incredulità.
Spoiler:
Nel momento in cui Sarah entra sempre più in contatto con le sue visioni, il film abbandona ogni pretesa di razionalità. Si scopre che le figure oscure che perseguitano i sognatori potrebbero essere la forma visibile di un inconscio collettivo. Il colpo di scena finale, altamente divisivo, rivela che Sarah è in stato comatoso da tempo, e tutto ciò che abbiamo visto è un’eco della sua mente intrappolata. La sequenza finale, in cui riceve un messaggio in sovrimpressione “You have been in a coma for 20 years”, è volutamente disorientante, lasciando lo spettatore incerto su cosa sia successo davvero. È una conclusione spiazzante che ricontestualizza tutto ciò che abbiamo visto, ma che può anche frustrare chi cerca una narrazione più lineare.
Il film non è esente da difetti
A volte il ritmo è troppo lento, e alcuni snodi narrativi restano volutamente vaghi, forse troppo. Inoltre, la gestione di alcuni personaggi secondari appare forzata o poco sviluppata. Ma Come True non è interessato a spiegare tutto, è un film esperienziale, più vicino a un incubo lucido che a una narrazione tradizionale. L’importante è lasciarsi trasportare dalla sua atmosfera, più che comprenderne ogni dettaglio.
In definitiva
Come True è un horror sci-fi atipico, capace di affascinare e disturbare allo stesso tempo. È un’opera che si nutre dell’ambiguità, dei silenzi, e del non detto, e che si rivolge a un pubblico disposto a farsi trascinare in un territorio oscuro e onirico. Chi ama le atmosfere alla Under the Skin, Possum o i sogni inquieti alla Silent Hill, troverà in questo film pane per i propri incubi.
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