Evil Dead

Evil Dead
regia di Fede Álvarez
USA, 2013

Un gruppo di amici decide di trascorrere qualche giorno in una baia sperduta nei boschi.

Questo è il tentativo di aiutare Mia, una componente del gruppo, a procedere il suo percorso di recupero e disintossicazione dalle droghe pesanti.

Durante il soggiorno nel cottage troveranno, una volta scesi in cantina, uno strano libro che per i contenuti e le illustrazioni ha tutta l’aria di essere collegato a qualche rito occulto.

A loro insaputa la lettura delle formule evocherà un demone che si risveglierà nei boschi creando il caos.

Il film, debutto ufficiale del regista in un lungometraggio, è il remake del capolavoro omonimo del 1981 firmato da Sam Raimi e arrivato da noi con il nome de LA CASA.

A differenza dell’opera madre in questo capitolo non c’è traccia di ironia e nemmeno di una “figura eroica” capace di ricordare il mitico Ash.

Qui regna sovrano soprattutto il senso di apocalisse imminente.

L’impatto visivo è fortissimo e il male oscuro che si palesa costantemente, abbattendo alberi e spalancando porte, riesce a impossessarsi con grande facilità dei corpi dei malcapitati in maniera notevolmente brutale.

Rimangono intatte le famosissime corse nei boschi, la botola maledetta, la sega elettrica e alcune frasi riportate pari pari (quali, per esempio, “stanotte morirete tutti” o “cos’è successo ai suoi occhi?” ).

Il tutto con l’aggiunta massiccia di tagli profondi, scarnificazioni, volti che si trasformano, possessioni, arti amputati e conati di sangue.

Álvarez mette in scena un sentito omaggio ad uno dei capisaldi della storia dell’horror ma comunque dal tangibile taglio personale fatto di estremo, puro e disgustoso intrattenimento pieno di ritmo e azione, fino all’apice nel maestoso duello finale.

Il tutto scandito e spiegato dalle maligne pagine del Necronomicon che accompagnano i momenti salienti del film.

Momento Pandemonico

Il surreale, ma visivamente dirompente, diluvio di sangue sotto il quale si susseguono le scene dello scontro finale.


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